Julie Delpy presenta a Berlino il suo esordio da regista

La Delpy interviene in conferenza dopo lo screening Berlinese del suo divertente 'Two Days in Paris'.

Julie Delpy torna a Berlino - dove è di casa dai tempi della presentazione in concorso, tredici anni fa, di Prima dell'alba, il film di Richard Linklater che le ha regalato la fama internazionale - con la sua opera prima da regista, la divertente commedia Two Days in Paris. Alla conferenza stampa, la versatile Julie è accompagnata dal produttore Christophe Mazodier e dall'attore tedesco Daniel Brühl, che ha un piccolo ruolo nel suo film.

Come è nata la storia?

Julie Delpy: Ogni volta che torno a Parigi da Los Angeles, dove ormai vivo per la gran parte del tempo, mi faceva impressione come trovassi maleducati e irrispettosi i francesi; era spiacevole ma anche divertente, così mi è venuta l'dea di una commedia che che vede un americanoriservato una situazione come questa.

Il tono è molto diverso da quello di Prima dell'alba e Prima del tramonto - Before Sunset...

Julie Delpy: Forse ci si aspettava una commedia romantica, ma questa è semplicemente una commedia, che dipinge la gente come sgradevole. In Before Sunset ho espresso il mio lato romantico, qui quello più sarcastico e politically incorrect.

Coome avete trovato i soldi per la produzione?

Christophe Mazodier: Julie mi parlò diquesto progetto esattamente un anno fa e mi finanziamenti per cominciare e in poco tempo trovammo il resto.

Daniel, il suo personaggio, Lukas, è molto flemmatico e affascinante.

Daniel Brühl: Sono una fata, sono una checca; sono un terrorista affascinante. Mi piace come in fondo ad ogni commedia ci sia uno spunto serio. Questo è un tipo di parte che non parte che non ti viene offerta spessa.

Come mai un attore tedesco, Julie?

Julie Delpy: Non era specificato che fosse tedesco, volevo qualcuno che fosse straniero come Jack e con cui lui potesse empatizzare; non intendevo dare dei terroristi o delle checche ai tedeschi!

Ha sempre avuto i suoi genitori in mente per la parte dei genitori della protagonista?

Julie Delpy: Certo, ho sempre avuto loro in mente, sono bravissimi attori teatrali, sono divertenti ed erano perfetti. Mia madre è stata molto disciplinata mentre mio padre faceva il buffone - è stato bello dirigere mio padre, è un'esperienza da provare.
Mia madre era nervosa di fronte a certe battute, coem quando confessa di essere stata a letto con Jim Morrison - non è successo veramente! All'inizio pensavo che avrei voluto improvvisare, ma poi loro mi hanno detto che avrebbero preferito di no. Così ho scritto ogni scena, e ho capito con non avrei voluto che neanche Adam Goldberg improvvisasse.
Anni fa ho lavorato improvvisando ed è una cosa molto diversa, per questo film volevo più controllo.

Julie, tra poco sarà di scena qui un altro attore-regista, Robert de Niro, che quando dirige sceglie per sé parti molto piccole, e niro che nei suoi film ha parti molto piccole, lei ha il ruolo da protagonista nel suo film...

Julie Delpy: Non l'ho fatto solo io, non mi sembra questa gran cosa. Basta essere ben preparati, e poi oggi è possibile rivedere immediatamente il lavoro fatto e guidicare se va bene, non è come anni fa. A tratti è stato difficile, perché avevamo solo venti giorni per girare il film, e credo che avrei potuto fare meglio con più calma, ma il tempo era poco e mi sono fidata di chi avevo intorno.

Il personaggio di Jack è un grandissimo rompiscatole. Come mai la protagonista è innamorata di lui?

Julie Delpy: E' buffo, sono sempre gli uomini che dicono di disprezzare Jack. Sì, è un rompiscatole, ma non lo sono tutti gli uomini? Con il loro bisgono di cure e di attenzioni e la loro gelosia. E poi a me piacciono le persone nevrotiche, ne sono sempre stata attratta. Meglio nevrotiche che psicotiche!

Progetti per il futuro come regista?

Julie Delpy: C'è un film a cui sto lavorando, s'intitola Countess e lavorerò con Ethan Hawke e spero anche con Daniel Brühl, dato che c'è una parte per lui. E' un film molto diveros da questo, una storia di omicidi che si svolge nel XVI secolo. Una cosa molto dark che avevo un po' di timore di affrontare, ma adesso che ho girato il mio primo film sarà più facile.