Johnny Depp e i Pirati dei Caraibi approdano a Cannes 2011

Jack Sparrow e compagni hanno invaso la Croisette per presentare il quarto capitolo delle avventure dei Pirati dei Caraibi, il primo con Rob Marshall alla regia ed in 3D.

Tre anni dopo Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo, Jack Sparrow torna sul grande schermo in un quarto capitolo ricco di novità: nuovo regista, nuovi compagni ed una presentazione di tutto rispetto al 64° Festival di Cannes. Pirati dei Caraibi: oltre i confini del mare è un quarto capitolo che introduce la terza dimensione, ma riparte dai suoi punti di forza per ricominciare e rinnovarsi, cercando di gettare le basi per proseguire nel fortunato franchise che ruota intorno all'icona Jack Sparrow.
Accanto al mattatore Johnny Depp e la nuova protagonista femminile Penelope Cruz, sono arrivati sulla Croisette il produttore Jerry Bruckheimer, Geoffrey Rush, Astrid Berges-Frisbey, Sam Claflin, Ian McShane ed il regista Rob Marshall.

Con questo quarto capitolo si è tornati allo spirito degli inizi, ma con un senso di freschezza. Qual è stata la sfida nel produrre questo film? Jerry Bruckheimer: La prima sfida è sempre di trovare uno script affascinante. E' quello su cui abbiamo passato gran parte del tempo, rifinendo i personaggi e creandone di nuovi, ma avere Rob Marshall al timone di questa nave ha reso il viaggio molto più semplice. Anche Johnny e Penelope hanno passato molto tempo con tutti noi a lavorare alla sceneggiatura, ma tutti gli interpreti hanno aggiunto qualcosa al film con le loro intepretazioni ed è stata la vera ciliegina sulla torta. Ma questo è il film di Johnny, sono le avventure di di Jack Sparrow, e speriamo che il pubblico lo accolga con la stessa passione dei precedenti.

Rob Marshall: Per me è stata un'esperienza straordinaria. Quando mi è stato chiesto da Jerry e Johnny è stato come un sogno che si avvera, perchè ho sempre voluto realizzare un film d'avventura. La sfida più grande è stata di lavorare a qualcosa di così grande, ad una produzione di questa entità. Jerry mi ha avvertito fin dall'inizio che bisognava mantenere centrale la storia, così come il lavoro di questo straordinario attore; ma sono stato fortunato ad avere un cast magnifico, che non si è lasciato inghiottire dalla ricchezza del film. Lo script ha un sapore nuovo e il film dà l'impressione di essere un inizio.

Johnny, molti attori diventano famosi dando vita a un personaggio, come Sean Connery con James Bond, ma tu eri già famoso prima di interpretare Jack Sparrow. Che rapporto hai con lui, pensi che avrà una lunga vita? Jonny Depp: Penso che per ogni personaggio sia finita quando non si ha più niente da dire su di lui. Il mio approccio a Capitan Jack non è diverso da quello per i miei personaggi precedenti, ma con questi una volta finito il film sentivo di aver detto tutto, mentre con Jack Sparrow ho ancora la sensazione che ci sia tanto da dare. Quindi penso che finchè ci saranno storie interessanti e cineasti all'altezza come Rob Marshall si potrà andare avanti.

Sei sempre stato molto coinvolto creativamente in questo franchise, ma ci puoi dire qualcosa sull'impatto che hai avuto su questo film in particolare?

Johnny Depp: Sono stato fortunato ad avere un gruppo creativo di questo calibro dal quale ho potuto raccogliere tanti tipi di input che ho assemblato per creare uno scheletro, una struttura, che però è continuata a cambiare anche sul set, influenzata da quello che mi circondava. Qualcosa è stato strappato via, qualcos'altro aggiunto all'ultimo momento...

Penelope, quanto delle scene d'azione hai potuto girare in prima persona, considerando la tua gravidanza? Penelope Cruz: Ho fatto un paio di mesi di allenamento a Los Angeles con lo stesso team che aveva curato i tre film precedenti, per imparare le coreografie dei combattimenti che avrei dovuto interpretare e quando abbiamo iniziato le riprese ho fatto quello che ho potuto, le sequenze meno pericolose, protetta ad ogni passo della lavorazione. Questo è stato importante per me, ma anche per loro. Sono stati tutti estremamente gentili e disponibili e credo che quel periodo di preparazione precedente alle riprese sia stato fondamentale.

Rob Marshall: Penelope è una straordinaria ballerina ed ha girato tutto con una grande grazia. Abbiamo riprogrammato parte delle riprese per far sì che potesse interpretarle in prima persona, anche perchè una delle ragioni della sua scelta è legata alla sua presenza scenica e non volevamo sostituirla. Nel finale siamo stati costretti a chiedere a Monica (ndr: Monica Cruz, sorella di Penelope) di darci una mano per alcune inquadrature larghe e si è dimostrata disponibilissima. Tutta la famiglia è straordinaria.

Ogni volta che vedo Jack Sparrow mi torna in mente il personaggio di Marlon Brando in Missouri con il quale ha molte cose in comune. Cosa ha ispirato il personaggio di Capitan Jack? Johnny Depp: Ogni cosa che ha fatto Marlon, nel mondo del cinema e fuori, perchè ho avuto la fortuna di conoscerlo anche privatamente, è stata una grande ispirazione per me. Non credo però di poter dire di aver usato qualcosa di Marlon per Capitan Jack, perchè nella mia immaginazione il personaggio è uno strano mix tra una rockstar da diciottesimo secolo, per esempio Keith Richards, ed un farabutto, essenzialmente, un romantico farabutto.

Penelope, come ti sei sentita a dividere la scena con attori di così grande talento e ad essere l'unica donna di questa ciurma di pirati? Penelope Cruz: Estremamente onorata. E' stato un privilegio dividere la scena con loro e passare del tempo con loro. Sono stata una loro fan così a lungo, ma con Geoffrey ed Ian non avevo mai lavorato prima, mentre avevo girato un film con Johnny dodici anni fa ed era ora che qualcuno ci rimettesse insieme. E' un artista unico e sono stata fortunata a condividere la scena con lui, è fonte di grande ispirazione.

Qual è stata la maggior difficoltà nel girare questo film? Penelope Cruz: Una grossa sfida è stata sicuramente imparare ad usare la spada... ma credo che la difficoltà maggiore fosse riuscire a mantenersi seri nelle scene drammatiche al cospetto di Johnny.

Signor Marshall, quanto ed in cosa girare un film come Nine è diverso da uno come Pirati dei Caraibi? Rob Marshall: Qui c'è molta più gente, questo è sicuro! Una delle mie più grandi gioie è lavorare con gli attori e devo dire di essere stato fortunato ad avere due grandissimi cast uno dopo l'altro. Questa è una produzione enorme ed un aspetto emozionante per me è stato il dover viaggiare in tutto il mondo per le riprese. Abbiamo iniziato alle Hawaii, poi siamo andati a Los Angeles, a Porto Rico e poi a Londra ed è stato favoloso. Jerry è sicuramente abituato a produzioni di questa impostanza, ma nè io nè molti attori del cast lo eravamo. Una fortuna poter lavorare a qualcosa di così grosso, ma anche una grande responsabilità che tutti noi abbiamo percepito, impegnandoci al massimo per fare un prodotto di qualità. L'ultima cosa che si vuole fare in questi casi è dormire sugli allori di un franchise così importante. Johnny è il leader di questo gruppo ed il vederlo sempre così creativo e propositivo dava la carica a tutti noi per non arrenderci mai e cercare di dare sempre qualcosa in più.

Sam Claflin, il film è ricco di nuovi personaggi. Come ti sei sentito ad interpretare uno di questi? Sam Claflin: Per me è stato il primo film in assoluto ed è stato una grande sfida. Ho cercato di restare sempre concentrato, ma c'era sempre Rob a riportarmi nella giusta direzione quando mi ci allontanavo. Philip, il mio personaggio, è la guida morale dell'intera storia, non perde mai la sua fede in Dio, rimane sempre sulla retta via senza lasciarsi mai tentare dalla vita dei pirati. Ho lavorato con attori straordinari, ma Rob Marshall è riuscito a farmi sentire a casa, senza farmi mai perdere la tranquillità necessaria.

Astrid Berges-Frisbey è invece una Sirena, un personaggio completamente diverso. Come ti sei sentita ad immergerti in scene così magiche? Astrid Berges-Frisbey: Rob mi ha aiutato tantissimo. Abbiamo parlato molto del rapporto tra la parte umana e quella magica, la maggior sfida del mio personaggio. E' stato tutto bellissimo ed ancora non posso credere di aver avuto l'onore di far parte di questo progetto e questo gruppo.

Ian McShane, com'è stato vestire i panni spaventosi di un personaggio negativo? Ian McShane: Barbanera è un personaggio iconico e ogni mattina, nelle due ore e mezza che richiedeva il trucco, ascoltavo molta musica per entrare nell'atmosfera, in particplare Boots of Spanish Leather di Bob Dylan. Dar vita ad un personaggio del genere non è diverso dagli altri: guardi gli altri attori negli occhi e cerchi di non inciampare nella tua spada. E la mia era la più grande del film. E' stato bello poter interpretare un personaggio cattivo, ma uno che posso guardare insieme ai miei nipoti.

Geoffrey Rush, prima ha lavorato in un film molto meno costoso come Il discorso del Re. Dal punto di vista dell'attore, è diverso l'approccio nel promuovere produzioni così diverse tra loro?

Geoffrey Rush: E' tutto ovviamente molto diverso. Non solo il budget, ma il contesto quando sei in mare a girare scene, circondato da controfigure, truccatori, assistenti... ricordo che durante le riprese di Ai confini del mondo una volta l'ordine del giorno indicava 800 persone per il pranzo. Ma come attore non credo che l'approccio sia diverso. Analizzo allo stesso modo lo script per capire il mio personaggio, quello che dice e che fa. Che si tratti di un terapista del linguaggio o un pirata.

Johnny, sei stato spesso qui a presentare film. Come ti senti nel portare questo film in particolare a Cannes e pensi che il pubblico lo apprezzerà? Johnny Depp: Ho sempre paura dei critici, mi spaventano molto. E' un onore presentare un film del genere in un posto così prestigioso. Se al pubblico piacerà? Lo spero. Abbiamo cercato di rinnovare la serie, di ripartire e rinfrescare il franchise e l'abbiamo fatto con il pubblico in mente, cercando di fare qualcosa che gli spettatori possano amare. Quindi se al pubblico non piacerà... sarà colpa loro (scherza).

In collaborazione con Antonio Cuomo