John Wick – Capitolo 2: Omicidi all’italiana

Il killer pensionato torna in azione, sempre con le fattezze di Keanu Reeves, per un sequel che espande - in termini narrativi e geografici - il mondo introdotto nel primo episodio, con uno spazio di rilievo per l'Italia.

John Wick 2: un'immagine dell'attore Keanu Reeves
John Wick 2: un'immagine dell'attore Keanu Reeves

Quattro giorni dopo aver ucciso Viggo Tasarov e i suoi uomini, John Wick è convinto di poter finalmente tornare alla vita pacifica di prima. Invece è costretto a saldare un debito d'onore nei confronti di Santino D'Antonio, un camorrista che lo aiutò a lasciare il mondo della criminalità organizzata. L'incarico affidatogli da Santino lo porta a Roma, dove entrerà in conflitto con le alte sfere dell'organizzazione e si renderà conto di non poter mai veramente uscire dall'universo violento di cui fu uno dei membri di punta.

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Killer di successo

Spuntato quasi dal nulla alla fine del 2014 (gennaio 2015 per il mercato italiano), John Wick fu una piacevole sorpresa per gli appassionati di un certo cinema di genere: brutale e strepitoso, diretto con mano sicura dai due ex-stuntmen Chad Stahelski e David Leitch e dominato dalla performance perfettamente monocorde di Keanu Reeves nei panni di un killer pensionato che torna alle vecchie abitudini in seguito all'uccisione del suo cane. Un approccio postmoderno e parossistico agli stilemi del revenge movie, coniugato con un'estetica neo-noir intrisa di ispirazioni orientali (d'altronde già la presenza di Reeves, ai tempi eroe di Matrix, era una dichiarazione d'intenti abbastanza precisa). Nulla di particolarmente originale, ma divertente al punto giusto, tanto da lanciare Leitch - che in occasione di John Wick - Capitolo 2 è coinvolto solo come produttore esecutivo - come una delle nuove promesse dell'action hollywoodiano con Atomic Blonde (in uscita ad agosto) e Deadpool 2 (previsto per l'anno prossimo).

John Wick: Keanu Reeves con Willem Dafoe in un'immagine del film
John Wick: Keanu Reeves con Willem Dafoe in un'immagine del film

Considerando anche solo il successo in sala (quasi 90 milioni di dollari nel mondo, con un budget di 20 milioni), era praticamente inevitabile che il mondo di John Wick, intriso di connotazioni mitologiche interessanti da esplorare già nel primo capitolo (l'esistenza dello stesso John come una sorta di boogeyman capace di incutere timore ovunque nella misteriosa comunità degli assassini, e realtà come gli alberghi della catena Continental, sorta di santuario per la malavita dove non è concesso uccidere), desse vita ad un franchise, come indica anche la dicitura "Capitolo 2" nel titolo del sequel, indice della volontà di continuare almeno con un ulteriore episodio, reazione del pubblico permettendo. Un'eventualità che sembra destinata a realizzarsi, a giudicare dall'esito commerciale del film finora (oltre 140 milioni di dollari a livello globale).

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Per me si va tra la perduta gente

John Wick 2: Riccardo Scamarcio in una foto del film
John Wick 2: Riccardo Scamarcio in una foto del film

Come realizzare un sequel senza cadere nella trappola del déjà vu? Un problema che John Wick - Capitolo 2 risolve giocando con le aspettative del pubblico nell'incipit, dieci-quindici minuti vertiginosi che fungono da vero epilogo alle vicende del primo episodio (con Peter Stormare nel ruolo di Abram Tasarov, fratello di Viggo), rispettando l'estetica ipercinetica del capostipite prima di cedere il posto ad un'atmosfera più tragica, dai contorni esplicitamente religiosi/biblici (si parla ripetutamente di diavoli e discese agli Inferi, e scopriamo che chi viola le regole dell'organizzazione viene espulso o, come dicono loro, "scomunicato"). Un'evoluzione che trae organicamente spunto dalla componente larger than life del primo film, dove John era una figura fiabesca da incubo che in questa sede viene promossa a vera e propria entità demoniaca, con tanto di trasferta a Roma che porta all'inevitabile domanda "Sei venuto qui per il Santo Padre?".

John Wick: una foto del sequel
John Wick: una foto del sequel

Il viaggio in Italia, componente a cui ci siamo abituati nel cinema d'azione di stampo anglosassone (nel caso specifico della capitale basta pensare a Operazione U.N.C.L.E. e 007 Spectre), si presta bene alla riflessione quasi cattolica sul percorso redentivo di John ed è indubbiamente un elemento di interesse per il pubblico nostrano, grazie anche alla presenza, in ruoli da villain, di Riccardo Scamarcio e Claudia Gerini (con l'aggiunta della partecipazione speciale di Franco Nero). Può darsi che il doppiaggio italiano incida in negativo (chi scrive ha visto il film in versione originale), ma nel complesso i due improbabili camorristi aggiungono un po' di letale eleganza al tono più surreale del mondo in cui vive John Wick, un mondo dove si muovono anche il fascino inquietante del britannico Winston (Ian McShane) e l'esuberante pragmatismo del crime lord noto solo come Bowery King, interpretato da Laurence Fishburne.

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I tempi cambiano, la realtà no

John Wick 2: Keanu Reeves a confronto con Laurence Fishburne
John Wick 2: Keanu Reeves a confronto con Laurence Fishburne

Ebbene sì, quasi quattordici anni dopo la doppia uscita di Matrix Reloaded e Matrix Revolutions Reeves e Fishburne sono nuovamente insieme sullo schermo, una reunion alla quale Stahelski e lo sceneggiatore Derek Kolstad alludono senza scivolare nel citazionismo gratuito ("Ci siamo già incontrati una volta, anni fa", dice Bowery King). Ma al di là del casting nostalgico l'accostamento tra le avventure di Neo e quelle di John Wick è più plausibile del previsto: sono cambiati i mezzi a disposizione (John Wick - Capitolo 2 è costato meno del primo Matrix, anche senza tener conto dell'inflazione dal 1999 ad oggi), ma ci troviamo pur sempre al cospetto di una realtà nascosta, simile e sovrapposta alla nostra ma dominata da regole tutte sue. Una realtà che ora inizia a scricchiolare, con i sistemi che vengono violati e l'apparentemente invincibile Wick che, pur essendo ancora capace di uccidere chiunque anche solo con una matita, subisce gli effetti degli anni che passano. Una realtà virtuale e al contempo tangibile, dove il concetto di identità è frammentario e fragile e la salvezza diviene l'immagine speculare della dannazione eterna. Una realtà nella quale ci immergiamo, bagnati ludicamente dal sangue delle vittime di John, per poi dover fuggire al termine delle due ore di proiezione, "scomunicati" in attesa del terzo capitolo.

Movieplayer.it

4.0/5