Inverso - The Peripheral è il nuovo Westworld?

Passata un po' in sordina come Andor nel marasma seriale generale che stiamo vivendo, andiamo a scoprire più da vicino Inverso - The Peripheral. La serie Prime Video può essere il nuovo Westworld avendo in comune i produttori esecutivi e similitudini di trama e messa in scena?

Inverso - The Peripheral è il nuovo Westworld?

Un po' come successo con Andor, è passata un po' in sordina un'altra perla seriale: Inverso - The Peripheral, da poco conclusasi su Prime Video. La serie, non ancora rinnovata per una seconda stagione, aveva fatto parlare di sé prima del debutto perché, pur avendo come showrunner Scott B. Smith (A Simple Plan), è prodotta dai coniugi Jonathan Nolan e Lisa Joy. Proprio loro, gli autori di Westworld che grazie e a causa della serie HBO subito cult si sono fatti amare e odiare allo stesso modo dai propri fan. La struttura narrativa complessa, i mondi distopici e robotici, il destino dell'umanità sembrano accomunare i due show e i loro "genitori" tanto che viene da chiedersi: Inverso - The Peripheral è il nuovo Westworld? E soprattutto è destinato a fare la stessa fine? Proviamo a rispondere avvisandovi che potreste incappare in qualche spoiler sui due serial.

In principio (e infine) era Westworld

Westworld: Ed Harris minaccia un uomo su una collina
Westworld: Ed Harris minaccia un uomo su una collina

Westworld ha avuto una parabola tanto estrema quanto paradossale. Il ciclo inaugurale la fece balzare prestissimo tra le serie meglio scritte, interpretate e messe in scena di sempre, grazie ovviamente alla produzione HBO, per raccontare ancora una volta il binomio scienza-fede, destino-libero arbitrio attraverso la sempreverde rivolta delle macchine dentro un parco divertimenti futuristico per avventori preda della noia delle proprie vite o per cercare risposte del proprio passato. Giocando con i piani temporali e narrativi (celeberrimo quello dell'Uomo in Nero Ed Harris) Jonathan Nolan e Lisa Joy erano riusciti ad adattare il film del 1973 di Michael Crichton (l'autore del romanzo di Jurassic Park) attualizzando la presa di coscienza degli androidi che scoprivano di provare sentimenti, forse anche più profondamente della razza umana, e volevano vendicarsi di quest'ultima per i soprusi sessuali e violenti subiti alla stregua di giocattoli usa e getta. Uno sguardo lucido e feroce sull'umanità che nell'audiovisivo di genere non fa mai una bella figura. Dopo una seconda stagione che iniziava a far traballare la voglia dei fan di collegarsi settimanalmente e teorizzare sul futuro e sui colpi di scena dei personaggi, il terzo ciclo di episodi virando maggiormente sullo sci-fi duro e puro facendo perdere quel poco di mordente rimasto. Mordente ripreso in (buona) parte grazie a una quarta stagione sorprendente, arrivata quest'anno dopo un lungo stop dovuto alla pandemia. Stagione che si è rivelata a sorpresa la fine della corsa, dopo la cancellazione da parte di HBO - nel bel mezzo dell'arrivo di Warner Bros. Discovery, Max tagliando i rami secchi della vecchia dirigenza. Un finale-non-finale (ne erano state previste cinque all'inizio dai due autori) che aveva proposto una sorta di reboot e ha lasciato l'amaro in bocca ai fan che si erano riappassionati alla saga, tornata ai fasti degli esordi con location e personaggi conosciuti e amati dal pubblico.

Westworld e il potere di essere gli autori della propria storia

Ora esiste (e continua?) Inverso - The Peripheral

Prime Video  Inverso The Peripheral 5
INVERSO - The Peripheral: Chloë Grace Moretz in una scena

Anche per Inverso - The Peripheral si parte da un libro, questa volta di William Gibson, per raccontare un futuro lontano (2032) ma non troppo. Un futuro distopico in cui come spesso capita l'umanità è alla mercè di chi ha i soldi e quindi il potere. Una gioventù che guadagna gettandosi a capofitto nella realtà virtuale per non (ri)vivere la propria vita miserabile e i propri rimpianti e rimorsi. Come quelli dei due fratelli protagonisti, Flynne e Burton Fisher (Chloe Moretz e Jack Reynor): il primo sempre con la propria cricca di amici dopo aver servito insieme in guerra, la seconda che si prende costantemente cura della loro madre malata e non riesce a dimenticare l'amore mai raggiunto del liceo, il giovane vicesceriffo locale. Flynne però gioca spesso nella realtà virtuale al posto di Burton perché più brava di lui, finché un giorno sostituendolo per avere i soldi per le medicine per la madre, che scarseggiano, si ritroverà insieme al fratello in un "gioco" molto più grande di loro. Il gioco è in realtà una vita vera del futuro, la periferica del titolo, in cui Flynne trasporta la propria coscienza attraverso un particolare visore (pensiamo a quanto il VR si stia facendo strada nell'audiovisivo per espanderne l'esperienza). Ovviamente ben presto le forze coinvolte si dimostrano svariate, unendo passato presente e futuro in una presentazione di eventi non semplicissima da seguire inizialmente, proprio come successe con Westworld. Ma una volta che sarete entrati nel meccanismo narrativo, potreste innamorarvi anche voi non solo dei protagonisti ma delle annose domande che dovranno porsi: se potessimo cambiare il passato, lo faremmo? E quanto e cosa cambieremmo? Qualcuno a Londra, settant'anni nel futuro, ha trovato il modo per aprire una porta sul mondo di Flynne e Burton e ora qualcun altro venuto dal futuro cerca di ucciderli nel loro presente. Il cosiddetto Jackpot ha creato una variazione nella linea temporale, dividendola di fatto in due realtà parallele (proprio come accadeva nella purtroppo inedita in Italia serie di STARZ Counterpart). Inverso - The Peripheral ha molte atmosfere tra il fantascientifico futuristico, lo spionistico e il noir di quest'ultima piuttosto che il western sci-fi di Westworld.

Inverso - The Peripheral, la recensione: una storia sci-fi di rimorso

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INVERSO - The Peripheral: una foto di scena

Dal cult HBO però ha indubbiamente preso le domande esistenziali, la struttura temporale complessa da seguire (che ricorda anche quella di Dark di Netflix) e la resa visiva delle periferiche, che ricordano tantissimo gli androidi-host di Westworld, dai movimenti meccanici e i visi inespressivi, i dialoghi glaciali e le sequenze action ben coreografate. Per niente casuale poi il lavoro di Flynne, la tipografia 3D locale in un paesino rurale nel Sud degli Stati Uniti. Il futuro alternativo affascina la ragazza perché è dislocato a Londra, permettendole di viaggiare oltreoceano oltre che in avanti nel tempo, quando non era mai nemmeno uscita dallo Stato. Che ci ricorda il potere che hanno avuto al loro avvento internet e i social media, e ora la VR, di far "viaggiare" le persone da una parte all'altra del globo, comodamente sedute a casa propria. Se vogliamo è anche una metafora dell'esperienza cinematografica, in cui per un periodo limitato di tempo si entra in un altro mondo, lo si vive, della professione dell'attore che diventa qualcun altro, ma anche dell'esperienza televisiva e seriale, dato che inizialmente la ragazza deve tornare periodicamente in quel mondo, da quelle persone fittizie e in seguito sceglie di farlo. Il possibile reboot (e nuova diramazione) di fine stagione ad opera di Flynne strizza nuovamente l'occhio alle atmosfere e alla trama della serie HBO.

1899 e Dark: la narrazione a confronto tra le due serie Netflix

Quale futuro per Inverso - The Peripheral?

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INVERSO - The Peripheral: un momento della serie

Come dicevamo a inizio articolo, Prime Video non ha ancora annunciato il rinnovo per una seconda stagione di Inverso - The Peripheral. Speriamo la piattaforma voglia scommettere ancora su un progetto ambizioso come questo, dato che oramai sta selezionando ancora di più i propri progetti a lungo dopo l'enorme investimento di genere con Gli Anelli del Potere, concludendo serie di possibile ampio respiro molto presto - pensiamo ad Hunters e Carnival Row che concluderanno la propria corsa già alla seconda stagione - e puntando molto sulla parte action, anche di franchise cinematografici e letterari di successo - da Jack Ryan a John Wick, passando per Reacher. A proposito di Dark, chissà se è anche l'arrivo di 1899 sulla concorrente Netflix, la nuova creazione dei suoi autori celebri per la complessità narrativa e gli infiniti personaggi, ad aver oscurato in parte il chiacchiericcio sulla serie Prime Original. Insomma forse Inverso - The Peripheral è il nuovo Counterpart più che il nuovo Westworld, ma soprattutto è un interessante portale su ciò che ci potrebbe attendere con l'intrattenimento cinematografico e seriale di qui a pochi anni. Ci auguriamo di poter viaggiare ancora nei mondi distopici dello show perché si tratta di uno sci-fi distopico che ha saputo mostrare un lato inedito e accattivante del genere, con qualcosa di nuovo da dire. Mostrare. Vivere.