Recensione Dictado (2012)

Un film che riesce a raccontare il male senza usare personaggi realmente cattivi grazie a una storia che scava nell'animo umano alla ricerca di risposte senza trovarne.

Innocenza colposa

Conosciuto in Spagna come prolifico produttore televisivo, Antonio Chavarrìas torna sul grande schermo a cinque anni di distanza da Las vidas de Celia, dramma sentimentale con un intenso Luis Tosar, con un thriller psicologico sull'infanzia e sulla famiglia addentrandosi in un sottogenere che in questi ultimi anni sembra andare per la maggiore, pensiamo ai recenti Darkness, Nameless - entità nascosta, La spina dorsale del diavolo, Orphan e The Orphanage. Giocando sulla seduzione del male nei confronti dell'infanzia e sulla visione del bambino come nemico, Dictado racconta un dramma familiare dai risvolti thriller che vede protagonista una bimba che rimane orfana e viene presa in affidamento da una coppia di giovani genitori, Daniel e Laura, che hanno appena perso il bimbo che aspettavano. La bambina in realtà è figlia di Mario, un uomo con problemi psichici che riappare improvvisamente nella vita di Daniel dopo vent'anni facendo strani discorsi sugli strani comportamenti della figlioletta. Quando si diffonde la notizia del suo suicidio Laura convince Daniel a prendere in casa la piccola Julia anche alla luce del fatto che nessun parente ha reclamato la sua custodia. Per non deludere la sua amata, Daniel accetta di prendere in casa la piccola Julia che rappresenta per lui un legame inscindibile con un'infanzia che, esattamente come Mario, vuole a tutti i costi dimenticare. Alla tenera età di dieci anni i due stavano infatti per diventare fratelli a causa dell'imminente matrimonio tra la madre di Mario e il padre di Daniel. Tutto però venne travolto da un terribile incidente tra i boschi, un gioco crudele tra ragazzini finito in tragedia che costò la vita alla piccola Clara, la giovanissima sorella di Mario, e segnò in maniera indelebile le vite di tutti. Col passare di giorni Daniel si renderà conto che la bambina gli trasmette un senso di disagio non solo per i trascorsi d'infanzia ma soprattutto perchè la piccola è a conoscenza di dettagli sul suo passato che nessuno, a parte Clara, può sapere. E' in quel momento che Daniel inizia a perdere orientamento e lucidità, iniziando a persuadersi che Julia sia davvero la reincarnazione della bambina morta tanti anni prima per colpa sua.

Fiaba elegante, frammentaria, ricca di suspense e di colpi di scena che Chavarrìas si diverte a costruire sfruttando a suo vantaggio le convenzioni di genere per poi tradirle completamente, Dictado è un thriller giocato interamente sul duello psicologico tra la bambina protagonista ed il 'mostro', su una progressiva conoscenza dei personaggi e del loro passato, sulla sensazione di isolamento e di solitudine che pervade entrambi. Un meccanismo, quello innescato da Chavarrìas, che però si inceppa bruscamente quando i due decidono di disporre le carte in tavola e di affilare le armi per il combattimento finale. Mai all'altezza del suo ruolo Diego Botto, attore dal volto pulito ma poco espressivo e dal fisico scultoreov e dall'incedere flemmatico e sinuoso, mai veramente convincente nei panni dell'uomo tormentato dagli ingombranti scheletri che abitano l'armadio dei suoi ricordi. Dictado che riesce a raccontare il male senza usare personaggio realmente cattivi con una storia che scava nell'animo umano alla ricerca di risposte senza trovarne. Può il male insinuarsi nella vita di una bambina arrivando a cambiare la sua visione del mondo e il suo modo di relazionarsi con chi le sta intorno e la ama con tutto il cuore? Possono il senso di colpa e la paura mutare sensibilmente la visione realistica delle cose?
La fulgida fotografia del bravissimo Guillermo Granillo, l'inquietante accompagnamento musicale ad opera di Joan Valent e Zacarìas M. de la Riva e le bellissime scenografie di Isaac Pierre Racine non vanno però di pari passo con l'intensità della storia, avvincente nella prima parte, che verso il finale anziché raggiungere la sua apoteosi thrilling perde totalmente la bussola e precipita pian piano nel baratro della mediocrità insieme al suo protagonista. Straordinariamente in parte invece la niña Magìca Perez che riesce ad incarnare perfettamente il suo personaggio senza mai eccedere nei toni. Una bimba con un nome ed un faccino così è destinata ad arrivare lontano.

Movieplayer.it

2.0/5