Recensione Lara Croft: Tomb Raider (2001)

Al centro della vicenda un preziosissimo triangolo in grado di conferire un enorme potere a chi lo possiede, ma solo in occasione dell'allineamento di tutti i pianeti, avvenimento che capita ogni cinquemila anni.

In viaggio con Lara

Al centro di questo film un preziosissimo triangolo in grado di conferire un enorme potere a chi lo possiede, ma solo in occasione dell'allineamento di tutti i pianeti, avvenimento che capita ogni cinquemila anni. A Lara Croft è affidato il compito di salvare l'umanità dal cattivone di turno, il malvagio Manfred Powell, capo della società segreta degli Illuminati, e impedirgli di impossessarsi del potente amuleto.
Questa in sintesi l'insulsa e poco convincente trama di Lara Croft: Tomb Raider, primo film (previsto un seguito per il 2003) tratto dal famosissimo videogioco sulle avventure della prosperosa archeologa. Al timone il giovane Simon West (Con Air, La figlia del generale), che mostra tutta le sue scarse capacità registiche nelle scene d'azione, poco coinvolgenti e talvolta noiose, inverosimili, all'insegna di un montaggio frenetico e di un fracasso a dir poco seccante. Lara si dimena agilmente tra robot programmati e proiettili vaganti, con indumenti aderenti e le due fedeli pistole. Ha il volto di Angelina Jolie, l'unica nota positiva di questo film, perfetta per il ruolo. Oltre alle doti estetiche che tutti conosciamo, evidenziate furbescamente dalla regia, ad una buona recitazione, la Jolie emana tanta sensualità, e di certo questo fattore ha contribuito in modo rilevante al successo del film.
Manfred Powell è lo stereotipo del cattivo antipatico e accecato dal desiderio di gloria e denaro, un personaggio senza spessore e in definitiva non riuscito. Il padre di Lara è interpretato da uno Jon Voight sprecato: inutile la sua presenza, serve solo a chiarire come questo film si basi su una sceneggiatura davvero pessima.

E' evidente come Simon West abbia cercato di fare di Lara Croft la corrispondente femminile di Indiana Jones: in una scena distrugge un robot con un colpo di pistola, nello stile de I predatori dell'arca perduta; inoltre c'è la componente archeologica, ridicola nel nostro caso, e la componente avventurosa, che ci consentirà di visitare in compagnia dell'eroina luoghi lontani come la Cambogia e la fredda Siberia. Ma non illudetevi: Lara Croft: Tomb Raider non ha il fascino della grande avventura, ma la mediocrità di tanti film d'azione moderni, con tanto di colonna sonora rock e dinamismo esasperato. Si giunge al finale senza tante sorprese. Un titolo da evitare assolutamente.