Il trono di spade 6: The Broken Man, il ritorno dell'antieroe e il destino degli uomini spezzati

Ancora un episodio per lo più "preparatorio" - che pone le basi cioè per l'azione che i travolgerà nelle ultime battute di questo ciclo di episodi - ma con momenti davvero magnifici e rentrée che riescono ad eclissare persino quella di Benjen Stark in Blood of my Blood: oltre al leggendario guerriero sopravvissuto alle Nozze Rosse, Brynden Tully, infatti, c'è anche un nerboruto spaccalegna di cui conosciamo il tragico passato... ma non il futuro.

Questo settimo episodio della sesta stagione de Il trono di spade si apre con un (bellissimo) cold open, ovvero una breve scena che precede i titoli iniziali. Un immancabile vezzo stilistico per altri serial, tra cui ci vengono in mente, in tempi recenti, The Walking Dead o l'appena terminato The Good Wife; ma una mezza rarità per HBO, e una cosa pressoché unica (ci sembra di ricordare che almeno Le due spade, la premiere della quarta stagione, avesse un cold open) per lo show di Dan Weiss e Dave Benioff.

Il Trono di Spade: Ian McShane e Rory McCann in The Broken Man
Il Trono di Spade: Ian McShane e Rory McCann in The Broken Man

Succede in onore di un personaggio che non è uno dei tanti che affollano questo show; anzi, per noi è il personaggio che incarna meglio di tutti lo spirito tragico e dolente delle Cronache del ghiaccio e del fuoco: l'umanità che resta nel bel mezzo della rovina e della desolazione.
Sandor Clegane.

Gli uomini spezzati

Il Trono di Spade: l'attore Ian McShane nella puntata The Broken Man
Il Trono di Spade: l'attore Ian McShane nella puntata The Broken Man

Un po' come immaginato in una teoria dei lettori dei romanzi a questo punto praticamente confermata, il Mastino moribondo è stato restituito alla vita in extremis da un uomo di fede, non il confratello anziano di A Feast for Crows ma un uomo - interpretato dal solito immenso, indicibilmente carismatico Ian McShane - che si è lasciato la guerra alle spalle, vicino alla figura del vagabondo Septon Meribald del romanzo in questione: ora, per questo personaggio George R.R. Martin ha scritto una delle pagine più toccanti della sua mastodontica opera, un discorso sulla guerra e sulle sue conseguenze a cui il titolo di questo episodio, The Broken Man, sembra fare scoperto riferimento. Essendo le circostanze piuttosto diverse da quelle del libro, ed essendo il brano in questione pure piuttosto lungo e articolato, non facciamo fatica a capire perché si sia rinunciato a inserirne una versione in questo teleplay. Ma non facciamo fatica nemmeno a credere che gli irriducibili martiniani siano amaramente delusi da questa scelta.
Posto che non ci riconosciamo, e mai ci riconosceremo, nelle fila di chi considera i libri l'unica vera Canzone del ghiaccio e del fuoco; riteniamo anzi un dono e una ricchezza il fatto di avere la possibilità di esplorare questa bellissima storia attraverso diversi media ugualmente grandiosi; posto che questi articoli settimanali sono dedicati esclusivamente allo show e non a fare confronti con la fonte letteraria, lasciateci fare un piccola eccezione, anzi, esortazione: se amate Il trono di spade, leggete anche i libri. Non ve ne pentirete.

Il Trono di Spade: l'attore Rory McCann nella puntata The Broken Man
Il Trono di Spade: l'attore Rory McCann nella puntata The Broken Man

Il tema del pacifismo è comunque al cuore di questa parentesi, ben realizzata e resa memorabile da MacShane e da Rory McCann, che serve a fare da preludio a una nuova fase della vita di Sandor Clegane, costretto ad abbandonare quell'idillio orrendamente calpestato da quelli che sembrerebbero essere membri della famosa Fratellanza senza Vessilli (ma qualcosa non quadra se gli uomini guidati dal più volte redivivo Lord Beric Dondarrion hanno cambiato tattica, rispetto a quanto abbiamo visto nella terza stagione, al punto da diventare predoni assassini di donne e bambini). "La violenza è una malattia, non si cura diffondendola ad altre persone", dice Ray a Sandor; "Non si cura nemmeno morendo", ribatte il nostro ex Mastino. Non è il discorso degli uomini spezzati, ma è roba forte lo stesso questo script di Bryan Cogman.

Il Trono di Spade: Gemma Whelan in un'immagine di The Broken Man
Il Trono di Spade: Gemma Whelan in un'immagine di The Broken Man

Sandor, d'altronde, con tutta la sua andatura claudicante, non ci sembra neppure il "broken man" del titolo. La sua forza è tutta lì, in quell'infinita sequenza di colpi d'ascia, perché la notte sarà fredda - e oscura, e piena di terrori - e c'è bisogno di legna e ci sono troppe cose a cui cercare di non pensare, nello sguardo con cui, senza più nascondere le sue cicatrici, incontra le parole di Ray che lo incoraggia a "tornare". Forte come prima, ma profondamente diverso.
Sono altri, gli uomini spezzati: Theon Greyjoy, ad esempio, trasformato dalle torture di Lord Ramsay Bolton in un'ombra timorosa e straziata che sua sorella Yara, con la tipica sensibilità degli Uomini di Ferro, cerca di scuotere, prima di andare a divertirsi con una bella prostituta di Volantis senza avere bisogno di ciò che Ramsay ha tolto a Theon... scusate, ma qualche volta abbiamo anche noi la stessa sensibilità degli Uomini di ferro.

Un altro uomo spezzato ci sembra il malmesso Edmure Tully, minacciato ripetutamente da Lothar e Black Walder Frey senza che la prospettiva di vedere il nipote impiccato o sgozzato (come Lady Catelyn, e grazie per il promemoria, Walder junior) renda zio Brynden minimamente incline a consegnare il castello appena riconquistato ai suoi nemici.
E a proposito del Pesce Nero. Tra gli uomini spezzati, sfigurati, evirati, monchi che questo show continua a maltrattare, eccone uno che mille battaglie non hanno potuto scalfire.

Le dure scaglie del Pesce Nero

Il Trono di Spade: Clive Russell interpreta Brynden Tully in The Broken Man
Il Trono di Spade: Clive Russell interpreta Brynden Tully in The Broken Man

Per quanto il riemergere di Sandor Clegane sia l'elemento d'effetto intorno al quale è costruito The Broken Man, il "most valuable player" di questa settimana è il Pesce Nero, nei cui panni ritroviamo il monumentale Clive Russell, capace di consegnarci, con uno sguardo e poche battute, il carisma e lo status leggendario di uno dei più temprati e ammirati condottieri dei Sette Regni. Capace di mettere al tappeto - per ora virtualmente - il baldo Jaime Lannister nella sua sfolgorante armatura da signore di Castel Granito.
Con l'arrivo di Jaime (e di Bronn, che ci è mancato ad Approdo del Re nelle scorse settimane, ma saprete che Jerome Flynn non può condividere il set con Lena Headey a causa di imbarazzanti trascorsi personali) la situazione a Delta delle Acqua è senza dubbio differente; se i Frey non avevano speranze di indurre il Pesce Nero alla resa nemmeno minacciando di ammazzare Lord Tully, siamo certi che lo Sterminatore di Re abbia qualche asso nella manica in più degli sprovveduti Lothar e Walder.

In ogni caso, nella complessa scacchiera di Westeros, lo scenario di Delta delle Acque in questo momento è delicato non tanto per la tenuta del dominio delle Torri Gemelle sulle Terre dei fiumi, ma per il Nord: è evidente che Sansa e Jon non hanno speranze di sconfiggere i Bolton senza l'aiuto delle truppe di Brynden, anche se lei, che dei due è quella con il sangue dei Tully, sembra incline a rivolgersi ad altri, meno affidabili potenziali alleati. Ma per aiutare la giovane parente, dovesse decidere di accettare la richiesta di aiuto che sta per giungere dal Nord attraverso Brienne, Brynden dovrà rinunciare a proteggere il castello avito. Il pensiero di Sansa, che assomiglia tanto all'amata nipote Catelyn, sarà più convincente dell'attaccamento al povero Edmure, che il Pesce Nero sembra aver abbandonato in barba al motto Famiglia, dovere, onore?

Il Trono di Spade: Jerome Flynn e Nikolaj Coster Waldau nell'episodio The Broken Man
Il Trono di Spade: Jerome Flynn e Nikolaj Coster Waldau nell'episodio The Broken Man

Ma quella di Delta delle Acque è un congiuntura cruciale anche in un'altra ottica: quella dell'arco redentivo di Jaime Lannister, che ci è apparso congelato e frustrato nei mesi trascorsi ad Approdo del Re accanto alla mortifera sorella. Lo Sterminatore di Re è così chiamato per aver rotto il suo giuramento di membro della Guardia Reale uccidendo il letale Re Folle; ma c'è un altro giuramento inadempiuto che Brynden Tully gli ricorda: quello espresso a Lady Catelyn, che gli rese la libertà impegnandolo a riportarle le figlie. In un episodio dominato dagli uomini, aleggia inquieto e tragico uno spirito femminile: Cat. Ancora Cat.

La rosa ribelle

Il Trono di Spade: l'attrice Natalie Dormer nella puntata The Broken Man
Il Trono di Spade: l'attrice Natalie Dormer nella puntata The Broken Man

Sono sotto il giogo di un uomo - il fanatico Alto Passero, che, se a volte ci sorprende con la sua saggezza, intenzioni lodevoli e pensieri condivisibili, in altri momenti ci ricorda quanto sia spregevole e misogino - ma ancora vive e battagliere le donne Tyrell nella capitale. Non che avessimo creduto a una genuina conversione di Margaery vedendo Blood of My Blood, ma qui arriva, a Lady Olenna e a noi, la conferma fiera ed elegante della sua lealtà alla Rosa di Alto Giardino. Nel raccomandare alla nonna di mettersi al sicuro, la giovane regina riesce anche a rassicurarla lasciando intuire di avere un piano - per salvare il fratello Loras, ma forse anche per ribaltare la situazione a favore della sua casata; di certo l'ingegno e la capacità di adattamento di Margaery, sola nelle grinfie della Fede, ci sembrano alleati più potenti di quello cieco e brutale che ha a disposizione l'altra regina, Cersei. Anche lei sola, circondata da nemici, protetta da un mostro senz'anima.

Il Trono di Spade: l'attrice Lena Headey nella puntata The Broken Man
Il Trono di Spade: l'attrice Lena Headey nella puntata The Broken Man

Sconfitta, Cersei Lannister? Staremo a vedere. Se in questo episodio il fronte di Approdo del Re è particolarmente accattivante nonostante la penuria di azione, è soprattutto grazie all'incantevole Natalie Dormer e alla grande Diana Rigg, oltre che agli eccellenti dialoghi di Cogman. Lena Headey, invece, è stata sottotraccia per tutta la stagione dopo i trionfi del quinto ciclo di episodi, ma qualcosa ci fa pensare che non abbiamo ancora visto niente. Non sappiamo ad Approdo del Re, ma qui cominciamo a tremare.

Braavos rosso sangue

Il Trono di Spade: Maisie Williams interpreta Arya in The Broken Man
Il Trono di Spade: Maisie Williams interpreta Arya in The Broken Man

Se Approdo del Re ci regala uno dei suoi momenti migliori, lo stesso non si può dire di Arya a Braavos; forse l'unico segmento dell'episodio che fatichiamo a digerire, dopo le meravigliose scene con la compagnia teatrale negli ultimi due episodi. Un segmento, in realtà, molto breve, anche se gli sviluppi sono di una certa rilevanza: Arya è in cerca di una nave che la riporti a Westeros, e propensa a pagare profumatamente per una comoda cabina. Poi, con il "biglietto" in tasca, si mette a fare tranquillamente la turista e si gode la (magnifica) vista del Titano... cadendo vittima dell'agguato dell'Orfana. Ecco, questa non è l'Arya che conosciamo, non è la ragazzina astuta e selvaggia di Approdo del Re né certamente l'assassina inesorabile dai sensi affinati che abbiamo seguito qui a Braavos. Questa potrebbe essere la cugina di Lothar Frey, e, un po' come nel caso della Fratellanza sanguinaria, qualcosa non quadra. Come al solito Maisie Williams se la cava, l'avanzare di Arya tra gli sguardi indifferenti o ostili della gente verso una vaga speranza di soccorso è angosciante, ma ci chiediamo se ci sia un modo realistico per risolvere questa contingenza che non sia ritrovare Arya, con gravi ferite da taglio, lesioni interne, una copiosa emorragia e senza antibiotici, alla corte del Re della Notte.

Figli del Nord

Il Trono di Spade: Liam Cunningham e Kit Harington in The Broken Man
Il Trono di Spade: Liam Cunningham e Kit Harington in The Broken Man

Chiudiamo con quello che per tutta la stagione è stato uno degli scenari più elettrizzanti, e che in questo The Broken Man vive una fase interlocutoria ma anche promettente e stimolante per varie ragioni. Con il peregrinare dei giovani Stark in cerca di aiuto tra le varie casate del Nord emergono dinamiche rivelatrici: i timori di Jon, i segreti di Sansa, l'accortezza di Davos. La cura della caratterizzazione di questi riluttanti vassalli è tutt'altro che approssimativa: l'impiego di un attore della caratura di Tim McInnerny serve a rendere la scena di Deepwood Motte ancora più vibrante - è straordinaria la tensione che si crea tra questo Lord Robett Glover e Lady Sansa; per non parlare della piccola e magnifica Lady Lyanna dell'Isola dell'Orso, una nuova formidabile Mormont e un nuovo miracolo de Il trono di spade in fatto di casting giovanili che risponde al nome di Bella Ramsey.

Il Trono di Spade: Bella Ramsey interpreta Lyanna in The Broken Man
Il Trono di Spade: Bella Ramsey interpreta Lyanna in The Broken Man

E poi c'è quell'apparentemente insignificante dettaglio sul fatto che l'accampamento delle forze degli Stark sia situato nello stesso luogo in cui erano i quartieri di Stannis. Una scelta probabilmente naturale, considerato il ruolo di Davos Seaworth, consigliere principale al servizio di Jon. Ma Davos non era lì con il suo signore alla vigilia dell'ultima battaglia; Stannis lo rispedì a Castello Nero per una precisa ragione. Questo è il luogo dove per mano di suo padre e di Melisandre trovò una morte orribile la piccola Lady Shireen. Non sappiamo Melidsandre, ma noi qui cominciamo a tremare.

Il Trono di Spade: l'attrice Maisie Williams nella puntata The Broken Man
Il Trono di Spade: l'attrice Maisie Williams nella puntata The Broken Man

Tre episodi soltanto alla fine della stagione, e i nostri autori si concedono il lusso di lasciare ancora in panchina Tyrion, di non rivisitare le prodigiose visioni di Bran Stark, di fare a meno, per un episodio, persino di Daenerys Targaryen, senza che gli equilibri dello show ne soffrano minimamente. Ma i personaggi lasciati momentaneamente da parte, come quelli miracolosamente recuperati e anche quelli introdotti all'ultimo convergeranno indubbiamente in tre episodi finali ad alta densità di eventi, azione ed emozioni. In cui molte domande troveranno risposta, molti tasselli saranno ricomposti, e alcuni destini spezzati saranno perduti per sempre.

Movieplayer.it

3.5/5