Il trono di spade: il commento all'episodio L'ultima notte dei ribelli

Il quinto episodio di questa quarta stagione de Il trono di spade è un ottimo spartiacque tra la prima parte e gli ultimi cinque episodi: guarda al passato offrendo rivelazioni sconvolgenti, e ci prepara al futuro con azione e emozioni.

Il plot
Ad Approdo del Re viene incoronato il nuovo sovrano, Re Tommen Baratheon, primo del suo nome, e i Lannister approvano finalmente il suo futuro matrimonio con Margaery Tyrell, brevemente sposa del suo defunto, ma non compianto, fratello maggiore Joffrey. Intanto Brienne e Pod sono in viaggio verso Castello Nero, e Lord Baelish e Sansa Stark approdano a Nido d'Aquila, dove, la sera stessa, l'uomo convola a nozze con la zia della fanciulla, Lysa Arryn. Poco lontano, Arya e Sandor Clegane hanno un acceso confronto. Alla Fortezza di Craster i Corvi guidati da Jon Snow portano il loro attacco, mentre Daenerys Targaryen decide di rimandare il suo viaggio verso Westeros e di rimanere nella Baia degli Schiavisti, non ancora efficacemente liberata.

La Cersei che non ti aspetti: madre, nuora, figlia e stratega
Ancora una volta dobbiamo dire che siamo ammirati di fronte al lavoro di Lena Headey: in L'ultima notte dei ribelli (First of His Name) la sua Cersei dimostra che avere Jaime al suo fianco è dannoso per lei quanto lo è per lui. Senza il gemello/amante nei paraggi è molto più lucida, ragionevole e umana. Non per questo i suoi propositi sanguinari nei confronti di Tyrion si allentano, anzi, la vediamo cercare di forzare la mano di due dei giudici dell'imminente processo, suo padre Tywin Lannister e l'affascinante Oberyn Martell. Ma le due conversazioni non hanno solo questo scopo: Tywin si confessa con la figlia, la tratta finalmente come una sua pari, e le rivela tra l'altro l'imponenza del debito della corona con la Banca di Braavos (quella che Ser Davos Seaworth sta meditando di usare ai danni dei Lannister) e le gravi condizioni in cui versano le casse di Castel Granito; con Oberyn invece Cersei ricorda Myrcella, la figlia spedita a Dorne da Tyrion quando era Primo Gentiluomo di Joffrey, con sincera afflizione, e quando Oberyn l'assicura che Myrcella è al sicuro, che nessuno fa del male alle bambine a Dorne, lei ribatte "In tutto il mondo fanno del male alle bambine".

Noi ci asciughiamo la lacrimuccia, ringraziamo ancora una volta Benioff & Weiss per questa Cersei televisiva (quella dei romanzi è molto più prevedibile e monodimensionale), e passiamo a parlare del suo terzo duetto, quello più sorprendente, con Margaery Tyrell: appena incoronato Tommen, Margaery teme che la reggente voglia allontanarla da lui, e invece Cersei ha una sorpresa per la nuora: protettiva nei confronti di Tommen quanto lo è nei confronti di Myrcella, soprattutto dopo la morte di Joffrey ("mi sconvolgeva, ma nessuna madre ama nulla al mondo quanto il suo primo figlio"), Cersei si è resa conto che il giovanissimo re avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile, e Margaery, intelligente, ambiziosa e abile, potrà offrirgliene in diversi frangenti.

Le fatiche di Ditocorto

Se nella capitale c'è un nuovo Re, nei monti a est di Westeros c'è un nuovo padrone di casa della Valle di Arryn. Appena tornato a Nido d'Aquila in compagnia di Sansa, presentata ufficialmente come "sua nipote Alayne", Ditocorto capitola finalmente alle richieste di matrimonio di Lysa Tully. E lo fa in una scena agghiacciante e rivelatrice, in cui scopriamo finalmente l'entità delle sue manovre sin dall'inizio della storia: amante di Lysa sin dalla gioventù, Lord Baelish l'ha convinta ad avvelenare suo marito Jon Arryn (l'evento che ha causato, nel pilot de Il trono di spade, la chiamata di Ned Stark a ricoprire il ruolo di Primo Gentiluomo di Re Robert Baratheon al posto del defunto mentore), e a scrivere a Catelyn la lettera in cui accusava i Lannister dell'omicidio. Se ricordate la prima stagione, inoltre, fu lui a dire agli Stark che il pugnale usato per attentare alla vita di Bran apparteneva a Tyrion Lannister, inducendo Catelyn a sequestrare il Folletto e scatenando di fatto la guerra tre il lupo e il leone. Lord Varys ne era già convinto da tempo, ma adesso abbiamo tutte le conferme: è tutta colpa di Ditocorto, ogni gesto del quale mira a destabilizzare il reame e a migliorare le prospettive di un solo abitante di esso, Petyr Baelish.
Ma all'astuto Ditocorto tocca anche scontare, in qualche modo, i suoi successi, e a Nido d'Aquila lo attende il supplizio degli amplessi con la folle e repellente Lady Arryn.

Un aspro abbraccio per Sansa Stark
Sansa, invece, è felice di abbracciare la zia, che conosce la sua vera identità, e il suo sorriso ci spezza il cuore perché non è difficile intuire ciò che in realtà l'attende. Lysa ha momenti di apparente lucidità, ma è fondamentalmente psicotica e ossessionata da Petyr: da sempre gelosa di suo sorella, che lui ha amato fino quasi a farsi ammazzare da Brandon Stark, e ora gelosa della nipote, così simile a Catelyn, anche nel suo amore per le tortine al limone. E' un dolce abbraccio al veleno quello che le offre Lysa, paranoica e instabile, insieme alla notizia del piano che, insieme a Petyr, ha architettato per il suo futuro: una volta morto suo marito Tyrion, che ad Approdo del Re ha le ore contate in vista del processo per regicidio, sarà libera di sposare suo figlio Robin ed essere la signora della Valle.
Il Mastino e la fanciulla
Intanto la sorella di Sansa, Arya, non è lontana dalla Valle, dove la sta conducendo Sandor Clegane nella speranza di ottenere un lauto compenso. Se ci era venuto il dubbio che, dopo le ultime peripezie affrontate insieme, Arya avesse "perdonato" il suo compagno di viaggio per la morte del suo amico Mycah, con L'ultima notte dei ribelli arriva la smentita: il Mastino è ancora nella lista delle future vittime della vendicativa Arya che la ragazza sciorina ogni notte prima di coricarsi, e, dopo aver visto di cosa è capace, non può dormire sonni tranquilli. Quando la mattina dopo Sandor non la trova accanto a sé, però, non è perché ha deciso di liberarsi di lui prima di arrivare a Nido d'Aquila, ma perché è impegnata negli allenamenti che ha ripreso da quando ha ritrovato la sua spada, Ago: e così torniamo ancora una volta alla prima stagione dello show e alle lezioni di danza sull'acqua con Syrio Forel, che affrontò disarmato la spada di un membro della guardia reale per permettere ad Arya di fuggire. La lezione finale di Sandor è che forza bruta, acciaio e armatura trionferanno sempre sulla grazia, sulla velocità e sull'intelligenza degli schermidori di Braavos; ma in qualche modo questa ennesima bellissima scena con il Mastino e la fanciulla ci lascia persuasi che non sia finita qui.

Pod e Brienne vanno a Nord
Altrove nei Sette Regni, un'altra coppia improbabile si è messa in viaggio verso la Barriera, dove Brienne pensa che Sansa possa essersi diretta per raggiungere il fratello Jon Snow. La guerriera di Tarth non sembra soddisfatta del terzo dono di Jaime (il primo era stato la spada Giuramento, il secondo una nuova, scintillante armatura fatta forgiare per lei), il paggio Podrick Payne, spedito lontano da Approdo del Re per il suo bene, vista la sua associazione con il presunto regicida Tyrion Lannister. Pod è un ragazzo di città, non sa cavalcare, ed è solo un impiccio per la solitaria Brienne: ma la giovane cambia idea quando scopre la vera ragione per cui Tyrion è tanto legato a Pod (che non ha nulla a che fare con il suo exploit nel bordello di Ditocorto!): il ragazzo gli ha salvato la vita, uccidendo Ser Mandos Moore, incaricato da Cersei di fare fuori l'amato fratellino durante la battaglie delle Acque Nere.

Jon e Bran: un'altra mancata riunione

Come per il precedente Oathkeeper, anche ne L'ultima notte dei ribelli il segmento più corposo e vibrante è quello che si svolge oltre la Barriera, alla Fortezza di Craster, dove Bran, Hodor, Jojen e Meera, prigionieri degli ammutinati, stanno per essere raggiunti dal gruppo dei Guardiani della Notte che intendono porre fine alle loro violenze e vendicare il Lord Comandante Jeor Mormont. L'attacco arriva appena in tempo per salvare Meera dalla violenza di Karl, ma il momento più bello arriva poco prima, quando Bran e Jojen condividono per un attimo una visione che riguarda la missione di Bran per cui i Reed sono pronti a sacrificarsi. E, per quanto il belloccio Jon Snow si dia da fare e sia un vero piacere vedere Karl affettato da una delle figlie di Craster, l'altro momento più esaltante arriva sempre grazie a Bran, e soprattutto a Hodor, che, in combutta mutaforma, eliminano l'insidia rappresentata dal falso Guardiano della Notte Locke, in realtà malintenzionata spia dei Bolton di Forte Terrore.
Non avviene dunque quel possibile incontro tra Bran e Jon Snow che rischiava di mutare in maniera sensibile il corso della storia rispetto ai romanzi di George R.R. Martin che ispirano Il trono di spade; dopo avercelo fatto immaginare, gli autori hanno il buon senso di spiegarci che è proprio questa la ragione per qui non può avere luogo: Jon non permetterebbe a Bran di continuare il suo viaggio verso l'albero-diga della visione, verso il corvo con tre occhi, verso un destino che affonda nel passato e nel futuro di Westeros. Bran, dunque, riprende il viaggio; Jon si consola riabbracciando il suo Spettro, e non saprà mai di avere quasi condannato Bran guidando Locke da lui.

La regina regnerà

Infine, torniamo a Meereen, dove questo episodio ci riserva solo pochi, ma significativi, minuti con Daenerys Targaryen. In seduta di consiglio con i suoi generali, Dany sta valutando le sue opzioni. A Daario Naharis interessa solo vedere Dany soddisfatta e propensa a flirtare con lui, ma Ser Barristan è per l'immediato sbarco a Approdo del Re: 8000 Immacolati e 2000 Secondi Figli possono essere sufficienti a conquistare la Capitale, considerando che certamente buona parte delle grandi casate dei Sette Regni non aspettano altro che poter tornare a sostenere i Targaryen e consegnare l'intero Westeros a Dany. Ma Ser Jorah è più cauto, e ha per la sua Khaleesi notizie preoccupanti giunte dalle altre città della Baia degli Schiavisti, dove i padroni stanno rimettendo il giogo agli schiavi che lei aveva liberati. La Madre di Draghi decide in ultimo di rimandare la conquista di Westeros per completare prima la sua missione di liberazione a Essos: che regina potrà mai essere se abbandona i sudditi più vicini al suo cuore? E cosa la distinguerà dai sovrani che si sono succeduti sul trono di spade, se non la sua generosità verso gli oppressi? Con queste premesse, non possiamo che essere lieti di rimanerle accanto a Meereen: di vederla non più conquistatrice, ma davvero regina.

Conclusione:

Un episodio che rappresenta un perfetto spartiacque tra le due parti della stagione (è il quinto di un ciclo di dieci), nella sua capacità di guardare al passato proiettandosi in avanti. Anche le storyline più statiche riescono a colpire nel segno grazie a recitazione e dialoghi, tranne forse quella di Brienne e Pod.
MVP dell'episodio: Lena Headey e Rory McCann.

Movieplayer.it

4.0/5