Recensione Il topolino Marty e la fabbrica di perle (2006)

E' l'avvincente favola in 3D del topolino dei dentini da latte, che fino a oggi non era conosciuta se non attraverso il racconto dei nostri genitori. Avvincente e geniale l'animazione e ottima la colonna sonora.

Il topolino dei denti che diventano... perle

Il topolino Marty e la fabbrica di perle si basa su una delle storie più popolari che popolano la fantasia dei bambini di tutto il mondo: la visita del topolino che viene a prendersi il dente da latte appena caduto, lasciando al suo posto un soldino e una sorpresa. La storia vede protagonista la piccola Lucia (Delfina Varni) che, dopo aver perso uno dei suoi dentini, viene rassicurata dai genitori (Ana María Orozco e Fabian Mazzei), che le raccontano la favola del topolino Marty: il piccolo roditore sarebbe arrivato fino in camera sua quella notte a prendere il suo dente da latte e lasciarle in dono una moneta d'oro. Nessuno però immagina che quella notte accadrà qualcosa di strano e incredibile: grazie a un passaparola tra amici e collaboratori, Marty viene a sapere di Lucia e nonostante l'ora tarda decide lo stesso di compiere la sua missione. Il topolino parte dalla sua base, una barca che divide con centinaia di topolini che ricevono i dentini, li puliscono e li lavorano fino a trasformarli in brillanti e preziose perle. Queste vengono portate al gioielliere Dante (Joe Rigoli), che dà loro il corrispettivo in oro del peso delle perle. Sarebbe l'ennesimo viaggio per Marty, se non fosse che quella sera il piccolo topo viene rapito da Zack (Diego Gentile), il nipote del gioielliere che intende appropriarsi della sua barca e del suo tesoro. L'indomani mattina Lucia si sveglia con un'amara sorpresa, poiché sotto il suo cuscino non c'è né il dente, né la moneta del topolino. Insospettita e incredula, Lucia si convince che qualcosa di terribile sia accaduto a Marty e parte con il cugino Oliver (Nicolas Torcanowsky) alla ricerca di Marty, disobbedendo ai genitori e senza pensare alle conseguenze dei suoi gesti apparentemente avventati e senza senso.

La pellicola in 3D, che mette al centro della storia topi parlanti e una bambina comune, può sembrare la solita favola, ricca di allegria e buone azioni. In parte lo è, ma è altrettanto vero che il lungometraggio diretto dal regista Juan Pablo Buscarini (tra i fondatori dell'Academy Of Cinematographic Arts and Science argentina e membro della commissione di Animazione ed Effetti Digitali) contiene un messaggio molto semplice, e forse un po' ignorato dalla società odierna: lasciare sognare i bambini, permettere loro di credere a qualcosa di magico, qualcosa di fantastico, che li faccia stare bene, e soprattutto non ignorarli. Ben curata l'animazione, ad opera dell'argentina Patagonik Film Group, già produttrice di Cenizas del Paradiso, Nove regine e Il figlio della luna, e la spagnola Filmax, a cui fa capo Julio Fernandez, tra i produttori più importanti della Spagna. Simpatica e sicuramente adatta a un pubblico di piccoli intenditori la colonna sonora di Daniel Goldberg.