Il ritorno della mafia

A differenza degli ultimi prodotti del genere che erano andati a ricostruire fatti reali legati proprio ai clamorosi arresti dei vertici dell'organizzazione mafiosa, Squadra Antimafia - Palermo oggi tratta stavolta di vicende puramente fittizie, che puntano molto sulla presa che un argomento simile riesce sempre a fare sui telespettatori e si avvalgono delle sue potenzialità sul lato action e thriller.

Dai tempi de La piovra sono stati tanti i prodotti televisivi che hanno cercato di raccontare la mafia e i suoi protagonisti, i criminali e gli eroi che hanno lottato per combatterla, per sradicare quel cancro italiano che si è imposto nell'immaginario internazionale come biglietto da visita poco esaltante di chi proviene dal nostro paese. Prodotta dalla Taodue per RTI, arriva in questi giorni in tv Squadra Antimafia - Palermo oggi, una mini-serie in sei puntate da 100 episodi ciascuna, che va ad indagare la situazione attuale della criminalità organizzata che resiste oggi in Sicilia. Palermo torna a fare da sfondo a una storia destinata a macchiarsi di sangue e fondata sui ritorni: quello di Claudia Mares, Vice Questore che già in passato aveva operato in quei posti, e quello di Rosy Abate, una discendente di una famiglia mafiosa, che dall'America fa ritorno a Palermo per sposarsi. Tra le due un legame di vecchia data. Quand'era piccola, infatti, la vita di Rosy venne salvata grazie all'intervento della poliziotta che col suo coraggio le evitò la morte in un attentato nel quale avevano perso la vita i suoi genitori. Anni dopo le due si ritrovano in un paese dagli equilibri mutati, ma che ancora vive nella morsa del terrore per una mafia che pare impossibile da estirpare del tutto, ma una serie di tragici eventi le coinvolgeranno, allontanandole e tramutando la loro amicizia in accesa rivalità.

Squadra antimafia - Palermo oggi racconta di una mafia disgregata, indebolita dalla cattura dei grandi capi (Riina e Provenzano), ma che non accenna a morire, raccogliendosi attorno ai nuovi boss e alle famiglie mafiose che dopo essere state cacciate negli anni Ottanta, ritornano in Italia per ritrovare il proprio potere. A differenza degli ultimi prodotti del genere che erano andati a ricostruire fatti reali legati proprio ai clamorosi arresti dei vertici dell'organizzazione mafiosa, stavolta si tratta di vicende puramente fittizie, che puntano molto sulla presa che un argomento simile riesce sempre a fare sui telespettatori e si avvalgono delle sue potenzialità sul lato action e thriller. Il regista Pier Belloni tenta perciò di dare un ritmo serrato alla storia, ma sposando il punto di vista delle due donne trova il tempo per fermarsi a riflettere sullo stato delle cose e a mettere in evidenza sentimenti contrastanti e picchi d'eroismo delle forze dell'ordine. In verità, gli intrighi, il sangue e l'onore sono tutte cose già viste, e questo confine sfumato tra bene e male non propone elementi innovativi rispetto a quanto già visto in passato. La carta vincente della serie è però rappresentata dalle sue due protagoniste: Simona Cavallari è finalmente un volto non scontato che si lascia apprezzare per la sua spigolosità, mentre Giulia Michelini dona al suo personaggio tutta la sua freschezza, rendendolo credibile in ogni variazione di tono.