Recensione Resiklo (2007)

Si strizza l'occhio alle mega-produzioni americane ma senza mai scivolare nella presunzione e nel compiacimento di un certo cinema hollywoodiano e nemmeno rinunciando a momenti più leggeri e siparietti strampalati.

Il riciclaggio salverà il mondo

Ci prova sempre la cinematografia filippina, e tale positivissima sensazione è riconfermata ad ogni proiezione del Far East Film Festival degli ultimi anni: dal fantasy all'horror, fantascienza e commedia, nulla pare poter frenare la volontà creativa di registi come Chito S. Roño, Erik Matti, Joyce E. Bernal, e Mark A. Reyes per questo film. Eppure di limiti ce ne sono, anche questo è un fatto evidente, non parliamo certo di capolavori ma i risultati sono sempre invidiabili ed è questo il vero punto indiscutibile. Se confrontati alla miseria di gran parte della nostra produzione, pur ovviamente escludendo il panorama indipendente e qualche grande nome che fa da respiratore al cinema italiano, c'è poco da fare le voce grossa e considerare quella delle Filippine una realtà cinematografica minore. Come da noi si combatte contro il fagocitante avversario americano e contro una televisione "rimbambente", ma a questo si risponde con un cinema popolare sempre più ambizioso nei mezzi e nelle produzioni, carico di un'energia e un animo che dalle nostre parti latitano.

In questa direzione Resiklo è un coraggioso progetto mainstream di fantascienza che racconta di un futuro in cui degli alieni, detti Balang, hanno conquistato il nostro pianeta devastandolo. La popolazione è stata decimata e molti umani trasformati in Motano, servitori mutanti degli invasori. Ma in luogo delle Filippine chiamato Paradiso un gruppo di sopravvissuti resiste al potente nemico e progetta delle macchine in grado di affrontarlo; tra traditori, rapimenti e una serie di rocamboleschi scontri a base di capoeira si giunge alla battaglia finale che vedrà fronteggiarsi gli alieni da una parte e dall'altra gli umani capitanati dall'eroico Crisval e i loro robot costruiti con rottami e cianfrusaglie di recupero.

Si strizza l'occhio alle mega-produzioni americane ma senza mai scivolare nella presunzione e nel compiacimento di un certo cinema hollywoodiano e nemmeno rinunciando a momenti più leggeri e siparietti strampalati. Quella del riciclaggio quindi non è solo la venatura morale del film ma anche un intento stilistico nei riguardi dei generi di riferimento. Insomma, la spazzatura come filosofia, perchè no? Il risultato è ammirabile e se ciò non bastasse, Resiklo sorprende letteralmente per la qualità degli effetti speciali molto più che dignitosi, e per il disegno dei robottoni di fronte ai quali Michael Bay e compagnia dovrebbero decisamente inchinarsi.
Nulla di più certo, ma si apprezza lo spirito, e onestamente: quanta invidia!