Recensione Angeli e Demoni (2009)

Il risultato è quello di una storia incalzante e ritmata, scandita - nonostante l'ambientazione nostrana - da momenti di puro intrattenimento all'americana e da intrecci fantasiosi ed affascinanti che permettono allo spettatore medio di addentrarsi all'interno dei misteri della Chiesa e dei suoi inviolabili confini.

Il Papa è morto, viva il Papa!

Dopo esser stato protagonista di un'indagine che lo ha messo contro ogni rappresentanza della Chiesa cattolica e contro duemila anni di storia sacra, il professor Robert Langdon viene convocato a Roma dalle massime cariche ecclesiastiche e convinto a schierarsi dall'altra parte della barricata. Assolutamente incredulo di fronte alle richieste di aiuto che arrivano dal Vaticano, lo studioso di simbologia storica e di rituali religiosi dell'università di Harvard si troverà di fronte un caso a dir poco inaspettato. Il Papa è da poco deceduto e i cardinali stanno per riunirsi nel complesso rituale del Conclave per l'elezione del nuovo Pontefice. Il problema è che i quattro Preferiti, i cardinali che hanno maggiore possibilità di essere eletti, mancano all'appello perché rapiti e minacciati di morte da una setta segreta vecchia di secoli e che tutti credevano ormai scomparsa. Si tratta degli Illuminati, ordine anticlericale del quale inizialmente sembra facessero parte anche Galileo e Bernini, tornato per vendicare eventi accaduti quattrocento anni prima e distruggere il Vaticano utilizzando una potente bomba a orologeria costruita con particelle di antimateria sottratte nei laboratori del CERN di Ginevra. Il destino della Chiesa, dello Stato del Vaticano e della Città Eterna sono ora nelle mani di Robert Langdon, l'unico che può decifrare le complesse simbologie dei messaggi e degli enigmi disseminati dalla misteriosa setta segreta nei meandri della città, l'unico in grado di svelarne l'identità. I quattro elementi presenti in natura Terra, Aria, Fuoco e Acqua, protagonisti di un misterioso scritto di John Milton, sono gli unici indizi a disposizione del professor Langdon e della scienziata italiana Vittoria Vetra, giunta da Ginevra per recuperare le particelle trafugate dall'acceleratore del CERN, per percorrere il cammino dell'Illuminazione sino in fondo e giungere alla verità.

Sconfessato, colpito da anatema, boicottato, bersagliato da scetticismi e come al solito aspramente e preventivamente (aggiungeremmo anche ingiustamente) criticato per i suoi contenuti blasfemi, il nuovo attesissimo film di Ron Howard, Angeli e Demoni, realizzato dopo il noiosissimo Il Codice da Vinci, tratto anch'esso dall'omonimo romanzo best seller di Dan Brown, si appresta a sbarcare nelle sale italiane accompagnato da una spessa coltre di polemiche. Benefiche ai fini del botteghino, ci verrebbe da dire, ma pur sempre polemiche. Infondate, ci verrebbe da osservare, ma pur sempre polemiche. Non foss'altro perché al contrario del suo predecessore, questo film mette in evidenza la maniacale attenzione di Ron Howard nell'evitare colpi bassi nei confronti della Fede ed appare sin dall'inizio considerevolmente più incentrato sull'azione e sulla suspense. E poi, con tutto il rispetto per Parigi, qui siamo di fronte ad uno scenario completamente diverso e straordinario come quello della Capitale del mondo e delle sue infinite bellezze, in parte reali (per quel che riguarda Piazza del Popolo e il Pantheon) e in gran parte abilmente ricostruite negli studios (ovviamente Castel Sant'Angelo, Piazza San Pietro, Piazza Navona passando per la Cappella Sistina).
Come nel libro dello scrittore americano anche nel film di Howard c'è di tutto e di più. I poemi di John Milton, le sculture del Bernini, le teorie eliocentriche di Galileo Galilei (considerato il primo Illuminato della storia) e un gigantesco acceleratore di particelle in cui si sperimenta l'antimateria, che si estende nei laboratori sotterranei del CERN tra Svizzera e Francia. Circostanze talvolta assurde, complotti massonici vecchi di secoli, antichi cerimoniali e giochi di potere fuori e dentro le mura Vaticane, con i nostri eroi all'inseguimento degli indizi, della salvezza e di una verità oltremodo scomoda.
Estetica, filosofia, religione, storia, arte, archeologia, enigmistica e politica vengono abilmente e velocissimamente mescolate da Ron Howard con momenti di intrattenimento che sfiorano il genere fantascientifico, la spy-story e l'horror gotico risparmiandoci per fortuna, forse per mancanza di tempo, inutili e sdolcinati romanticismi. Il risultato è quello di una storia incalzante e ritmata, scandita - nonostante l'ambientazione nostrana - da momenti di puro intrattenimento all'americana e da intrecci fantasiosi ed affascinanti che permettono allo spettatore medio di addentrarsi all'interno dei misteri della Chiesa e dei suoi inviolabili confini.
Tom Hanks appare assai più in forma rispetto al Codice Da Vinci, sia fisica che interpretativa, meno imbambolato e 'dentro' alle scene come un vero eroe action, divertente e divertito nei panni del miscredente ficcanaso dall'intuito infallibile. Al suo fianco un impeccabile Ewan McGregor nei panni del giovane Camerlengo papale, una carica che nella realtà può essere affidata solo ad un cardinale anziano e non un semplice prete come accade per il suo personaggio (una sorta di mix howardiano tra il Camerlengo e il segretario personale del Santo Padre), il nostro Pierfrancesco Favino nel ruolo 'istituzionale' di un ispettore della gendarmeria vaticana, uno scostante Stellan Skarsgård a capo delle Guardie Svizzere e la bella attrice israeliana Ayelet Zurer, affascinante ma poco credibile nel ruolo della scienziata nucleare italiana esperta di micro particelle.
Howard è stato impeccabile, nella regia e nel tentativo di mantener fede al romanzo come alle location originali (che molto spesso gli sono state negate) ma soprattutto ai tempi narrativi, alle veniali inesattezze e alle eccentricità di una storia sì basata su argomenti reali, ma concepita dal suo autore in maniera dichiaratamente fantasiosa. Buoni i dialoghi, straordinari i costumi e le scenografie, e anche se qui e là riscontriamo qualche faciloneria di troppo nelle soluzioni narrative come anche qualche sonoro abbaglio negli effetti speciali e miscugli linguistici che confondono un po' le idee, possiamo dire di essere di fronte ad un onesto ed accattivante kolossal hollywoodiano e, lasciatecelo dire, anche un po' italiano.

Continuerà la collaborazione tra Howard, Hanks e lo scrittore? Forse si, anche se Howard ha detto di volersi concedere una pausa e di volersi dedicare a progetti più leggeri e con pochi patemi d'animo. Nel frattempo vescovi, prelati, cardinali, semplici sacerdoti e suore di clausura dovranno cercarsi un altro bersaglio su cui infliggere le loro filippiche. D'altronde morto un Papa se ne fa un altro.

Movieplayer.it

3.0/5