Recensione Houdini - L'ultimo mago (2007)

La regista Gillian Armstrong dedica molti sforzi alla messa in scena, dai costumi alla ricostruzione storica ed alla messa in scena elegante dalla fotografia curata, rendendo 'Houdini - L'ultimo mago' un buon dramma storico, la cui sceneggiatura, però, dà troppo spazio al suo aspetto più debole: la storia d'amore tra Mary ed il mago ungherese.

Il lato umano della magia

Negli ultimi anni la magia è tornata protagonista al cinema in film come The Prestige o The Illusionist e non ci sorprende veder arrivare nelle sale altri film che seguono questo filone, seppur con intenti, feeling e risultati diversi.
La storia raccontata in Houdini - L'ultimo mago, ambientata nel 1926 ad Edimburgo, negli anni quindi dell'apice della carriera del popolare mago ungherese, racconta il rapporto di quest'ultimo con la scozzese Mary McGarvie, una fantomatica sensitiva abile nel mettere in scena elaborati show che, tra musica e rivelazioni dall'oltretomba, intrattenevano un pubblico ingenuo. Fondamentale in tal senso il lavoro della figlia Benji per procurare le informazioni e gli oggetti necessari a fingere il contatto di Mary con l'aldilà ed ingannare il malcapitato di turno. Un aiuto che la finta sensitiva conta di avere anche nell'accettare la sfida lanciata dal popolare mago Houdini, in città per il suo atteso spettacolo: 10.000 dollari in palio per chiunque riesca ad incanalare le energie psichiche della madre dell'illusionista per ripetergli le ultime parole pronunciate dalla donna sul letto di morte tredici anni prima, parole che solo il figlio conosce.
Houdini è subito colpito da Mary al loro primo incontro e l'attrazione tra i due si rafforza nel corso delle loro frequentazioni in vista della prova, facendo nascere nella donna molti dubbi sul portare avanti il suo inganno per ottenere la somma di denaro che tirerebbe fuori lei e la figlia dalla misera vita che stanno conducendo.

La regista Gillian Armstrong, per questa co-produzione divisa tra Inghilterra ed Australia, dedica molti sforzi alla messa in scena, dai costumi alla ricostruzione storica ed alla messa in scena elegante dalla fotografia curata, creando, anche con riferimenti a fatti noti della vita del personaggio Houdini e con un discreto accompagnamento musicale che alterna sonorità scozzesi e dell'est europeo, momenti di buon livello ed accattivanti per lo spettatore. Da questo punto di vista Houdini - L'ultimo mago è un buon dramma storico, la cui sceneggiatura scritta da Tony Grisoni e Brian Ward però dedica troppo spazio al suo aspetto più debole: la storia d'amore tra Mary ed il mago ungherese, che soprattutto nella seconda parte del film fa da spina dorsale del racconto.
Nonostante gli sforzi e la prova di due attori di spessore come Guy Pearce e Catherine Zeta-Jones nei panni del mago e della sensitiva, infatti, la relazione tra i due risulta a tratti stucchevole e poco realistica, non riuscendo a motivare e rendere credibile l'attrazione di due personaggi che non sembrano fatti l'uno per l'altra. Il risultato, nel bene e nel male, richiama le atmosfere di molte fiction nostrane che almeno una parte del pubblico del nostro paese ha dimostrato di apprezzare e seguire con interesse.
Se però la storia d'amore si sviluppa senza particolari slanci, il film torna in carreggiata nel finale con la soluzione della porzione di storia relativa alle ultime parole della madre di Houdini e del destino dello stesso mago, aggiungendo quel pizzico di ambiguità sul tema della magia e dell'esoterismo che non guasta in un film che tratta questo argomento.
Da segnalare le prove di due dei personaggi di contorno, quella di Timothy Spall nel ruolo del signor Sugarman, il manager di Houdini, e della giovanissima Saoirse Ronan nei trascurati panni della piccola Benji, attrice che abbiamo già avuto modo di apprezzare in Espiazione e che presto sarà la Susie di The Lovely Bones nell'adattamento per il grande schermo di Peter Jackson.

Movieplayer.it

3.0/5