Recensione 5 bambini & lui (2004)

'5 bambini & lui' riesce a donare quel senso di stupore e magia tipico delle favole, e quindi possiamo considerare il risultato complessivo sufficiente, e soprattutto divertente per il pubblico giovane.

Il folletto dei desideri

La Gran Bretagna ha una tradizione di letteratura per ragazzi che ha radici profonde nel passato, nelle opere di Lewis Carrol, CS Lewis ed E. Nesbit, e si distende fino ai giorni nostri con il successo mondiale di J.K. Rowling ed il suo Harry Potter.
E' proprio da Nesbit che arriva la storia di 5 bambini & lui, già portata sullo schermo, televisivo in quell'occasione, nel '91.
Questo nuovo adattamento è stato affidato a John Stephenson, che ha scarsa esperienza come regista, ma un consolidato passato di effettista, specializzato nel campo del modellini, per la Jim Henson Creature Workshop.
Esperienza senza dubbio utile nel caso di questa storia, che ha il suo presupposto in un personaggio virtuale, il "lui" del titolo italiano, a cui ha donato la voce in originale Eddie Lizzard, fornendo tra l'altra una discreta prova d'attore, forse la migliore del film.

Cinque fratelli, i cinque bambini del titolo, vengono mandati via da una Londra stravolta dalla guerra, e si stabiliscono a casa dell'eccentrico zio.
A dispetto delle rigide regole che vengono loro imposte, i bambini non si fermano davanti alle zone a loro proibite e trovano un passaggio segreto che li porta ad imbattersi in un folletto sella sabbia, il Psammead, che garantisce loro un desiderio al giorno, che durerà fino al tramonto. Ma questi non ama i bambini e fa in modo che i desideri si ritorcano contro di loro, provocando una serie di disavventure.

Forse il limite principale del film è di avere alla base una storia dall'impianto classico che mal si prestava a questo tipo di trattamento cinematografico, che strizza un po' troppo l'occhio alla ricchezza visiva dei vari Harry Potter, senza però avere gli stessi mezzi economici di quelle produzioni.
A parte il personaggio del folletto in sè, che è realizzato in modo dignitoso, seppur non del tutto perfetto, gran parte degli altri numerosi effetti speciali risentono di una approssimazione eccessiva.
A questo va aggiunta la regia non sempre sicura di Stephenson, che proprio degli effetti abusa notevolmente e non sembra essere padrone della situazione anche nella gestione degli attori, non riuscendo a dare una buona impronta ai giovani, e quindi inesperti, bambini del cast (tra i quali figura quel Freddie Highmore già visto diverse volte su grande schermo negli ultimi anni con risultati migliori, per esempio in Neverland - Un sogno per la vita e La fabbrica di cioccolato), e lasciando fin troppa libertà ai professionisti, tra cui un Kenneth Branagh che ripropone un ruolo simile negli eccessi a quello di Allock in Harry Potter e la camera dei segreti.

Ciononostante, il film riesce a donare quel senso di stupore e magia tipico delle favole, e quindi possiamo considerare il risultato complessivo sufficiente, e soprattutto divertente per il pubblico giovane, con il pregio non da poco di affrontare con rispetto e, soprattutto, onestà la storia da cui è tratto.

Movieplayer.it

3.0/5