Recensione Duplex - Un appartamento per tre (2003)

Gli ingredienti per una buona opera devitiana ci sono tutti, e il risultato è a dir poco esilarante.

I Rose di nuovo sul piede di guerra

I coniugi Alex (Ben Stiller) e Nancy Rose (Drew Barrymore) sono alla ricerca di una casa in cui andare a vivere. Ed è nella periferia di New York, ad un prezzo ragionevole, che trovano il posto da "sogno" per trascorrere la vita matrimoniale. L'unico neo è che la casa è un "duplex", ovvero una bifamiliare; i due dovranno dividere l'appartamento con una apparentemente docile vecchina, la signora Connelly (Eileen Essel). E la loro vita non sarà più la stessa...

Da anni lo abbiamo creduto sempre e soltanto un bravo attore brillante o addirittura un semplice caratterista di classe, ma Danny DeVito ha una seconda carriera artistica che è quella di regista (e che dire di quella di produttore, che annovera film come Pulp Fiction?). Carriera che ha dato egregiamente i suoi frutti con titoli di culto come Getta la mamma dal treno (1987), grazie ad una personale impronta, decisamente autoriale, basata su humour nero e situazioni bizzarre (basta vedere Matilda 6 mitica del 1997).

Ed anche questo Duplex - Un appartamento per tre non si allontana dai temi che ricorrono nella cinematografia di DeVito, ricordando, nell'idea di partenza, il succitato Getta la mamma dal treno, e, nel cognome dei protagonisti, quello della sconcertante famiglia de La guerra dei Roses (1989), altra sua riuscita prova registica. Forse è per questo che ha accettato senza ripensamenti di dirigere una nuova commedia dai toni farseschi.

Gli ingredienti per una buona opera devitiana ci sono tutti, pur non potendo non notare riferimenti a quel La signora omicidi (1955) che i fratelli Coen hanno appena remakizzato, e il risultato è a dir poco esilarante. Gag a ripetizione che non fanno altro che divertire e situazioni disastrose che finiscono sempre con qualche equivoco, mettendo nei guai la coppia protagonista. Perché alla fine sono loro ad apparire in cattiva luce agli occhi di tutti (ma soprattutto a quelli di un rude poliziotto affezionato a Mrs Connelly).

A coinvolgere DeVito nell'operazione sono stati Ben Stiller e Drew Barrymore stessi, che fanno parte anche della produzione del film, inviandogli la sceneggiatura con tanto di proposta per dirigerlo. La storia è tratta da un fatto realmente accaduto in Francia nel 1965: un avvocato ha acquistato un appartamento, per soli 500 dollari, da dividere con un'anziana signora di novant'anni, fino alla morte di quest'ultima. Il destino ha voluto che la signora morisse alla tarda età di 122 anni, un anno dopo rispetto all'uomo, deceduto settantasettenne, che non potè mai riscattare la proprietà.

Il cast, a parte Stiller, coinvolto come al solito in ridicole situazioni che sarebbe giusto definire "fantozziane" (questo attore fa pensare spesso a Paolo Villaggio), spalleggiato dall'altrettanto brillante Barrymore, annovera nomi di rilievo dell'attuale panorama cinematografico americano, quali Harvey Fierstein (Independence day, Eliminate Smoochy), Wallace Shawn (in una parte che sarebbe andata benissimo per lo stesso DeVito) e James Remar (è il killer), ottimo caratterista, ricordato soprattutto per I guerrieri della notte e 48 ore, ma visto anche in diversi horror quali I delitti del gatto nero e Hellraiser V: Inferno.

Una nota di merito infine va ad Eileen Essel, nella parte della insopportabile signora Connelly, sempre affiancata da un odioso Macao di nome Riccardino (come si può non ridere?).