I fantasmi d'Ismael: Arnaud Desplechin ci racconta il suo viaggio metacinematografico e letterario

In occasione della presentazione romana del film del regista francese che lo scorso anno ha aperto la 70. edizione del Festival di Cannes, abbiamo incontrato Desplechin, accompagnato da una delle illustri interpreti del film, Alba Rohrwacher.

Aveva aperto i lavori dell'edizione 2017 del Festival di Cannes I fantasmi d'Ismael, un film in cui Arnaud Desplechin abbandona l'essenzialità narrativa delle sue opere precedenti per creare un racconto complesso, ricco di riferimenti letterari e cinematografici, da James Joyce ad Alfred Hitchcock, con al centro un enigmatico ed inquieto alter ego che ha il volto di uno dei più talentuosi e popolari attori francesi del momento, Mathieu Amalric.

Les fantômes d'Ismaël: Mathieu Amalric al pianoforte
Les fantômes d'Ismaël: Mathieu Amalric al pianoforte

Amalric non ha accompagnato Desplechin a Roma per la presentazione del film, in uscita il 25 aprile, e non ci sono con lui nemmeno le prime donne Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard, ma c'è una diva di casa nostra, Alba Rohrwacher, che ne I fantasmi di Ismael è protagonista di un segmento surreale e particolarmente divertente in compagnia di Louis Garrel.

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Due itinerari per un viaggio

Questa uscita italiana de I fantasmi di Ismael ha una particolarità distributiva: oltre alla versione doppiata del montaggio visto a Cannes, ci sono due copie di una versione più lunga, di circa due ore e venti, su Roma e Milano. Che differenza c'è tra la versione breve e questa nuova director's cut?

Arnaud Desplechin: Anche in Francia in realtà usciranno due versioni del film, nella più breve ha maggiore spazio e peso il triangolo amoroso, la versione più lunga, che sarà proiettata al Nuovo Sacher a Roma, è più "cerebrale" e uscirà anche in DVD.

Il film ha un'impostazione parzialmente autobiografica; in quali elementi del film si rispecchia come autore?

Les fantômes d'Ismaël: Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard in spiaggia
Les fantômes d'Ismaël: Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard in spiaggia

Avevo raccolto un bel po' di appunti negli anni, e ho pensato che fosse arrivato il momento giusto per fare un film con protagonista un regista, che però in realtà non mi assomiglia molto, è un personaggio molto eccessivo che non fa altro che bere e fumare. Volevo fare qualcosa che fosse ispirato a La rosa purpurea del Cairo di Woody Allen, con elementi onirici e metacinematografici. Non avevo ancora una storia, però, fino a che non mi è venuto in mente questo dialogo tra due donne sulla spiaggia, in cui una delle due chiede all'altra "Ma a Ismael ancora non piace nuotare?".

Nella sua bulimia di citazioni e riferimenti riesce ad essere equilibrato, da Joyce a Beato Angelico, da Jackson Pollock a Van Eyck. Ma quanto è stato importante La donna che visse due volte come riferimento?

Les fantômes d'Ismaël: Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard in una scena
Les fantômes d'Ismaël: Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard in una scena

Il mio approccio è abbastanza complesso, da una parte amo il cinema d'autore, dall'altra amo portare l'arte popolare al cinema e utilizzare elementi elevati, artistici per fare storie alla portata di tutti, e persino divertenti. Di fronte a un uomo che ha perso la moglie non si può non pensare a James Stewart e Kim Novak, diciamo che quando mi allontanavo da Hitchcock finivo tra le braccia di Ingmar Bergman e allora tornavo indietro da Hitchcock.

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Les fantômes d'Ismaël: Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard in spiaggia
Les fantômes d'Ismaël: Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard in spiaggia

Alba irreale

Il personaggio interpretato da Alba ha più spazio nella versione lunga ma riesce a lasciare il segno anche in quella più snella. Cosa ci può raccontare di questo personaggio romantico, trasognato, quasi da favola?

Les Fantômes d’Ismaël - Alba Rohrwacher al photocall di Cannes 2017
Les Fantômes d’Ismaël - Alba Rohrwacher al photocall di Cannes 2017

Alba Rohrwacher: Innanzitutto vorrei dire che l'incontro con Arnaud Desplechin è stato davvero emozionante, e un'emozione profonda ha rappresentato per me il lavoro in questo film, al fianco di un autore che ha il coraggio di creare opere imprevedibili, un cinema libero e indipendente. Quando ci incontrammo a Parigi dovetti dirgli che non conoscevo il francese, ma lui mi disse "lo imparerai". Poi mi parlò del personaggio e lo leggemmo insieme. Mi disse che già nel nome, Ariel, c'era la sua essenza, uno spirito dell'aria, senza drammi al suo interno. In seguito abbiamo fatto molte prove, e piano piano è arrivato anche il francese. Desplechin è un regista molto preciso, attento, anche se di fronte ai suoi film si può pensare a un approccio molto più intuitivo ed estemporaneo, non c'è nulla di casuale.

Cosa ci dice della scena che ha girato con Mathieu Amalric?

Si tratta della prima scena che ho girato per il film, si mette in scena l'incontro tra un regista e la sua attrice e la trovo davvero ben scritta, molto profonda. In un certo senso Ariel è la terza donna che gli appare nel suo percorso, ci si può divertire a perdersi dentro quel testo.