I due volti di gennaio: Viggo Mortensen a Berlino

La popolare star accompagna Hosseini Amini, ospite del festival tedesco dove presenta il suo atteso esordio alla regia.

Berlinale Special annovera tra le sue anteprime mondiali I due volti di gennaio, adattamento dell'omonimo romanzo di culto di Patricia Highsmith, pubblicato nel 1964. L'elegante thriller letterario diventa un film che segna il debutto alla regia di Hossein Amini, sceneggiatore iraniano che ha firmato l'hit Drive. Stavolta Amini si tuffa nella Grecia aspra e soleggiata per raccontare la disavventura di una coppia formata da Chester (Viggo Mortensen), truffatore di lusso, e dalla bionda e giovane moglie Colette (Kirsten Dunst). I due, coinvolti in un caso di omicidio, si danno alla macchia con l'aiuto di una guida turistica americana (Oscar Isaac) la quale si invaghisce di Colette. Un intreccio complicato e ricco di suspence per il bravissimo Viggo Mortensen, protagonista della giornata di oggi.

Hossein, quali problemi ti sei posto nell'adattare il romanzo di Patricia Highsmith?
Hossein Amini: Non è facile dare una risposta perché è stato un processo molto lungo e complesso, ma alla fine sono soddisfatto del risultato perché sono riuscito a realizzare un adattamento molto in stile Highsmith.

Viggo, come hai vissuto l'esperienza sul set di I due volti di gennaio?
Viggo Mortensen: Non è un film semplice da fare bene. Abbiamo dovuto immergerci in un'atmosfera che non ci appartiene, creata da Patricia Highsmith anni fa, e riprodurre la sua sensibilità infondendola nei nostri personaggi. Abbiamo lavorato sull'ambientazione, sul genere, sul contatto coi luoghi e con la mitologia della Grecia. La crew del film ha fatto un lavoro incredibile.

Hossein, è stato complicato trovare le location e riprodurre in modo credibile gli anni '60 in cui è ambientata la storia originale?
Hossein Amini: Ricreare un'atmosfera, un ambiente e un'epoca precisa può creare dei problemi, ma io adoro i film storici quindi mi è piaciuto molto curare i dettagli. Io adoro la Grecia, ci sono stato spesso in vacanza ed è stato fantastico poterci risiedere per tutto il tempo della lavorazione.

Viggo, cosa puoi dirci di Chester, il tuo personaggio?
Viggo Mortensen: Chester, come molti altri personaggi tratteggiati da Patricia Highsmith, nasconde ombre e segreti. E' è bello per un attore avere a disposizione un personaggio di questo tipo perché mette alla prova la propria capacità di risultare ambiguo. Chester mente e perde tutto, nasconde segreti a coloro che ama, si comporta in modo violento. All'inizio della storia sembra una persona felice, si trova un luogo meraviglioso, pieno di sole, ma alla fine del film è perduto. Io ho cercato di rendere questa sua parabola discendente nel modo più convincente possibile.

Hossein, quali sono gli aspetti di questo lavoro che ti hanno maggiormente entusiasmato?
Hossein Amini: La cosa che più ho amato dell'adattamento è avere a disposizione un personaggio così bello, così forte, che calamita su di se l'attenzione. Come sceneggiatore amo i silenzi, mi piacciono le storie che permettano di utilizzare i silenzi per raccontare qualcosa, ma ci vogliono gli attori giusti, capaci di sostenere con l'espressione del volto le pause. Viggo è uno di loro.

Le musiche del film sono molto suggestive.
Hossein Amini: Siamo stati fortunati ad avere a disposizione le musiche di Alberto Iglesias. La scrittura deve scandagliare gli aspetti positivi e negativi dei personaggi, non deve innamorarsi di loro. La musica sì, deve essere evocativa e Alberto riesce a comporre score incredibili.

Quale tra i romanzi di Patricia Highsmith amate di più? E quale è il vostro adattamento preferito, escluso naturalmente quest'ultimo?
Viggo Mortensen: Io amo molto i racconti brevi di Patricia Highsmith, contenuti nelle sue raccolte, sopratutto in Piccoli racconti di misoginia. Per quanto riguarda gli adattamenti, mi è piaciuto molto Il talento di Mr. Ripley. Un ottimo film che però è più sensazionalistico rispetto al nostro. In I due volti di gennaio c'è una grazia, una maggiore attenzione ai dettagli e soprattutto ai personaggi. E' un film più intimista.
Hossein Amini: E' una domanda che intimidisce perché ci sono tanti bellissimi romanzi di Patricia Highsmith. Quanto ai film non posso non citare l'adattamento di Sconosciuti in treno di Alfred Hitchcock. Lui e la Highsmith lavoravano nello stesso periodo, sono entrambi maestri del giallo. Hanno perfezionato generi e forme letterarie e cinematografiche.

I personaggi femminili presenti in I due volti di gennaio sono molto tipici, quasi iconici. Oggi il personaggio interpretato da Kirsten Dunst si comporterebbe in modo diverso e non verrebbe trascinata nel disastro causato da un marito di cui non sa quasi niente.
Hossein Amini: Ovviamente oggi i personaggi sarebbero differenti, ma io non ho mutato il loro comportamento perché volevo catturare il sapore di un'epoca.

Hossein, come mai non hai mai sentito il bisogno di raccontare storie legate al tuo paese d'origine, l'Iran?
Hossein Amini: Io sono cresicuto in Inghilterra, ho lasciato il mio paese molto presto e penso che si debba raccontare la cultura e il mondo che conosciamo a fondo.