Hostel: la nuova frontiera del terrore

Sotto l'egida di un estasiato Quentin Tarantino, il giovane Eli Roth ha presentato alla stampa americana il suo Hostel: ultraviolenta pellicola gore prossimamente in arrivo anche sui nostri schermi.

Sotto l'egida di un estasiato Quentin Tarantino, qui in veste di produttore esecutivo nonché patron del progetto, il giovane regista Eli Roth ha presentato alla stampa americana il suo secondo lavoro: Hostel, ultraviolenta pellicola gore prossimamente in arrivo anche sui nostri schermi. La camicia lorda di sangue indossata da Quentin alla premiere losangelina e il compagno (un attore su una sedia a rotelle martoriato dalle torture) sono già un biglietto da visita sufficiente per introdurci nel mood che il film intende creare. Hostel racconta di due giovani e avventurosi studenti di un college americano che visitano l'Europa, zaino in spalla, in compagnia di Oli, un islandese conosciuto lungo il cammino. Meta del viaggio una fantomatica città della Slovacchia che promette di essere un paradiso sessuale per i giovani viaggiatori, ma l'ostello in cui i tre alloggiano si rivelerà invece una camera delle torture dove, a pagamento, si consumano le più atroci efferatezze sugli esseri umani.

Concepito, ultimato e distribuito nelle sale in un anno esatto (un tempo piuttosto breve per gli standard hollywoodiani), il film è costato meno di cinque milioni di dollari. Il regista Eli Roth ha sottolineato infatti il notevole risparmio dovuto alla scelta di girare a Praga, con gli interni realizzati in un ospedale psichiatrico del 1910, ma soprattutto all'assenza di nomi di grande richiamo nel cast: i due giovani protagonisti, Jay Hernandez e Derek Richardson, sono infatti semisconosciuti, mentre Eythor Gudjonsson, interprete di Oli, è un giornalista islandese che Roth aveva conosciuto due anni prima in un tour promozionale. Ciò non ha minimamente nuociuto alla pellicola visto che un genere come l'horror non necessita di grandi nomi, quanto piuttosto di mantenere alto il tasso di tensione e eventualmente di truculenza. Risparmio di denaro quindi, ma non di sangue visto che sul set ne sono stati versati 600 litri, tre volte di più che nella prima pellicola diretta da Roth, quel Cabin Fever che già lasciava intravedere i gusti del giovane regista. Hostel si preannuncia però privo di quello humor che stemperava il precedente film, puntando tutto sulla brutalità, sul sesso e sul gore estremo e chi l'ha già visto lo ha definito uno degli horror più disturbanti degli ultimi dieci anni. Il trailer, come spesso accade, recita "tratto da una storia vera". In realtà ad ispirare Roth è stato un sito web che sosteneva la possibilità in Thailandia di togliersi lo sfizio di torturare e uccidere una persona pagando 10.000 dollari. Fosse vero o no, la notizia è sembrata sufficientemente inquietante da ispirare il regista a scrivere in due sole settimane la sceneggiatura del film, dopo aver ottenuto l'approvazione di Tarantino che l'ha definita l'idea più fottutamente malata che avesse mai sentito.

Nel presentare il film al pubblico Quentin invoca il potere catartico della violenza nell'arte per esorcizzare il male del mondo. Roth, più modestamente, dichiara il suo debito artistico agli horror giapponesi, notoriamente molto più violenti rispetto alla cinematografia occidentale, ed in particolare al maestro del genere Takashi Miike, che sorprendentemente ha accettato di comparire in un breve cameo, contribuendo ad elevare l'area di cult-movie che Hostel ambisce ad ottenere. Cult o meno, il film ha diviso nettamente la critica che lo accolto in modo assai contrastante. Pochi ma accesi i detrattori che puntano il dito sia sulle scene eccessivamente disturbanti sia sulla debolezza narrativa dello script. Capita quindi di leggere tipiche stroncature da horror come: al di là dell'idea che può essere più o meno interessante, pesano la mancanza di immaginazione e di suspance e il plot è ampiamente prevedibile, o: le scene di tortura sono fantasiosamente disgustose, ma le connessioni tra un omicidio e l'altro sono approssimative a livello narrativo, fino a la pellicola risulta crudele e poco divertente. Solo perché si tratta di Roth non significa che sia qualcosa di buono. Le voci più entusiastiche, invece, hanno definito il film uno dei migliori horror dopo Scream, feroce, malvagio, crudele...e per questo fortemente raccomandato, un'orribile escursione in un mondo raccapricciante capace di sconvolgere anche il pubblico meno sensibile. Per il momento Hostel ha sconvolto soprattutto il botteghino USA schizzando al primo posto con una cifra non sbalorditiva (20 milioni di dollari di incasso) ma di tutto rilievo per il tipo di pellicola e l'assenza di star ad esclusione dell'indiscutibile potere di gatekeeping dei Quentin Tarantino. Intanto, è notizia fresca l'annuncio di un sequel ancora più terrificante, nuovamente firmato dalla coppia d'oro Roth-Tarantino.