Hostages: commento alla premiere

Le prime impressioni sul nuovo show della CBS, un adrenalinico dramma che vede Toni Collette nei panni di un medico che un gruppo di terroristi cerca di costringere a uccidere nientemeno che il Presidente degli Stati Uniti.

Il plot:
Il Presidente degli Stati Uniti d'America ha una piccola massa non maligna nel polmone e deve essere sottoposto ad una semplice, ma ovviamente delicata, procedura chirurgica. A sorpresa il Presidente decide di non affidarsi al suo solito staff medico, ma sceglie Ellen Sanders, uno dei migliori chirurghi della capitale, allo scopo di ingraziarsi il voto femminile.
Nel giorno che precede l'intervento, Ellen torna a casa presto per stare con la famiglia e rilassarsi, ma un gruppo di quattro uomini e donne incappucciati e armati s'introduce in casa e prende in ostaggio lei, il marito e i due figli adolescenti. Cosa vogliono? Ovviamente che la dottoressa provochi la morte del Presidente durante l'operazione, iniettando un veleno irrintracciabile che quindi non possa in alcun modo far pensare ad un coinvoligimento di terze parti. Ellen ovviamente non ha alcuna intenzione di collaborare e nonostante la famiglia sia in grave pericolo sembra decisa a contattare i servizi segreti; almeno fino a quando terroristi non minacciano segretamente il marito di rivelare informazioni scottanti sulla sua vita privata e sul suo lavoro, ottenendo la sua collaborazione. Se Ellen dà l'idea di fin da subito di essere un osso duro, i sequestratori non sono certo da meno: il loro leader è addirittura un agente FBI di nome Duncan Carlisle, un uomo con motivazioni misteriose e alleati potenti.

Cosa ci è piaciuto di questo episodio:

- Non può non colpire il cast di primissimo livello, con tanti volti noti provenienti da serie TV di grande successo e rilevanza, quali United States of Tara, American Horror Story, Damages, 24, Sons of Anarchy e House of Cards. In particolare Toni Collette e Dylan McDermott sono una garanzia e questo loro "duello" si preannuncia particolarmente interessante.
- Il pilot di questo Hostages è fin dalla prima scena carico di tensione, non è un caso che a sia scritto e diretto da Jeffrey Nachmanoff, già regista di due episodi della prima stagione di Homeland e futuro regista per il grande schermo con American Assassin, action/thriller con protagonista Bruce Willis.
- Il mistero dietro le azioni di questo agente FBI che sembra davvero essere convinto di fare la cosa giusta, nonostante questa richieda l'uccisione del suo Commander in Chief. Cosa lega la moglie malata di Duncan ad una cospirazione di questa portata?
- La promessa da parte degli showrunner di riuscire a dare risposte in pochi episodi, d'altronde questo è un tentativo (ormai diffuso presso tutti i network) di tentare una serie un po' più breve del solito, 15 episodi soltanto.

Cosa non ci è piaciuto di questo episodio:

- Il setting Washington/Casa Bianca, che in realtà ci piace moltissimo ma che adesso sta davvero rischiando di diventare iperinflazionato.
- L'idea di base della serie non è esattamente plausibile e richiede fin da subito una bella dose di sospensione dell'incredulità da parte degli spettatori: va bene pensare che il Presidente USA possa davvero decidere di farsi operare da un chirurgo "civile", ma l'annuncio in conferenza stampa con tanto di presentazione ufficiale? E questa persona a cui viene affidata la vita dell'uomo più potente del mondo non viene protetta o sorvegliata in nessun modo?
- I due personaggi principali, ci riferiamo ad Ellen e Duncan, sono sufficientemente interessanti per portarci avanti nella visione, ma quelli secondari per il momento (e ci riferiamo soprattutto ai figli e al marito della dottoressa) non ci danno grande fiducia, nonostante il tentativo un po' affrettato di donare a tutti loro dei segreti fin da subito ben noti agli spettatori, quasi a voler mettere le mani avanti e dire, non vi preoccupate avremo degli sviluppi interessanti anche per loro!

Note a margine:

  • Prodotto dal veterano degli action Jerry Bruckheimer, in realtà Hostages prosegue quella che sta diventando una sorta di tradizione per i serial americani, ovvero quella di sfruttare i concept di serie straniere, e in particolare israeliane, come già successo con due cult quali In Treatment e Homeland. La particolarità in questo caso risiede nel fatto che questa serie inizialmente pensata per l'israeliano Channel 10 da Alon Aranya, Omri Givon e Rotem Shamir in realtà non è poi stata sviluppata, almeno fino ad ora: con il successo della serie USA potrebbe eventualmente fare il percorso inverso.

What's Next:

La frase "abbiamo pensato a tutto" lascia presupporre una vera e propria partita a scacchi tra il leader dei sequestratori e la coraggiosa dottoressa che non sembra aver alcuna intenzione di cedere così facilmente. La prima mossa l'ha appunto fatta lei guadagnandosi altre due settimane di tempo prima dell'operazione (i 14 episodi rimasti fanno pensare che ogni episodio ci mostrerà una giornata) e due settimane sono un tempo enorme per mantenere in ostaggio un'intera famiglia, soprattutto perché è facile presupporre che influenze esterne - quali il giovanotto che ha messo incinta la figlia, lo spacciatore a cui il figlio deve un bel gruzzolo e l'amante del padre (davvero una bella famigliola!) - non tarderanno a farsi vive.

Movieplayer.it

3.0/5