Harry Potter, ecco perché la nuova serie potrebbe essere un'opportunità

Recentemente si è parlato di un prodotto televisivo HBO ispirato alla saga letteraria di Harry Potter della Rowling. Andando oltre le criticità, proviamo a segnalare gli aspetti più interessanti.

Harry Potter, ecco perché la nuova serie potrebbe essere un'opportunità

Harry Potter oramai è un fenomeno di massa fantasy, un mondo magico che è entrato prepotentemente nella vita di milioni e milioni di fan in giro per il globo totalmente rapiti dalle avventure del maghetto occhialuto e affascinati dall'universo, sempre in continua espansione, che la scrittrice inglese J.K. Rowling ha iniziato a costruire a partire da La pietra filosofale. Probabilmente, però, la saga letteraria da sola non sarebbe mai riuscita ad avere un'impronta così capillare ed è proprio grazie alle trasposizioni cinematografiche della Warner Bros., arrivate al cinema tra il 2001 e 2011, che Harry Potter ha assunto la forma attuale, un franchise potente e nostalgico che però negli ultimi anni ha subìto diversi rallentamenti. Il primo grande passo indietro è stata la serie filmica di Animali Fantastici, collaterale rispetto alla saga principale, che non ha incontrato il successo di pubblico e l'apprezzamento della critica. Una delusione cocente che ha lasciato un solco profondo nel cuore degli appassionati e che forse potrebbe essere colmato da un rilancio inaspettato di Harry Potter, stavolta, però, tornando alle origini del mito.

La leggenda non si dimentica

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È notizia recentissima, infatti, che J.K. Rowling stessa è in trattative con Warner Bros. Discovery per la realizzazione di una serie tv, potenzialmente in arrivo su HBO Max, ispirata direttamente ai sette romanzi originali. Ad ora si parla di un adattamento molto fedele al materiale di partenza, con sette stagioni ognuna riferita ad un libro della saga, con l'ambizione di proporre sul piccolo schermo una vera e propria ripartenza del franchise da zero. Un'idea che tra l'altro non giunge nuova visto che da diversi mesi si parlava dell'arrivo di altri prodotti legati al Wizarding World che fossero slegati da Animali Fantastici. Per quanto la reazione dei fan non è stata delle migliori (ma il problema non è tanto l'annuncio in sé, ma il fatto che si supporti economicamente la Rowling, una figura sicuramente molto controversa), è opportuno analizzare quali potrebbero essere le opportunità dietro tale scelta. Lasciando da parte le critiche, che sono assolutamente sacrosante di fronte ad un reboot che sembra fuori tempo massimo, proviamo ad andare oltre.

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Un ritorno a casa

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Per capire come mai tornare indietro potrebbe essere una mossa vincente, basta partire dal presente e comprendere qual è stato l'elemento più disastroso proprio della trilogia di Animali Fantastici. Se il primo capitolo del franchise è sicuramente il più centrato di tutti perché, a conti fatti, è quello che ha proposto con originalità una storia diversa dal solito, gli altri due capitoli non hanno funzionato principalmente a causa di una confusione progettuale alla base. L'idea in sé di coniugare nuove istanze narrative con alcuni elementi chiave della mitologia di Harry Potter non ha retto perché troppo instabile e specialmente perché i lungometraggi si sono forzatamente appoggiati alla storyline di Grindelwald e Albus Silente. Riprendere in mano questa importante linea narrativa ha snaturato totalmente lo spirito innovativo ed inedito di Animali Fantastici, che però ha dimostrato una cosa: il pubblico è ancora affezionato ai punti cardine della saga e quindi, un ritorno alle origini, senza fronzoli, potrebbe avere più fortuna.

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Una maggiore coerenza progettuale

Emma Watson e Daniel Radcliffe cavalcano Fierobecco in una scena di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Emma Watson e Daniel Radcliffe cavalcano Fierobecco in una scena di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

Come abbiamo detto poc'anzi, a mancare, in Animali Fantastici, è stata la coerenza di fondo, che, con una nuova serie televisiva potrebbe essere al contrario perseguita con più attenzione. Anche la stessa saga cinematografica della Warner Bros., però, non ha particolarmente brillato su questo punto. Nel caso della saga filmica, probabilmente per ragioni produttive, non si è mantenuto lo stesso stile registico ed in 8 film abbiamo visto alternarsi su schermo quattro diversi cineasti, in particolare Chris Columbus, Alfonso Cuarón, Mike Newell e David Yates, ognuno con la propria idea differente di Harry Potter. Un'impronta che può essere vista in modo positivo o negativo a seconda del contesto, ma che, inevitabilmente, non ha di certo consolidato un adattamento forte e solido del materiale di riferimento, basta pensare alle varie libertà che tutti i registi si sono presi, così come gli elementi che hanno deciso di lasciare invariati. Una serie televisiva, per quanto possa effettivamente avere più menti dietro, se chiaramente è guidata da uno stesso showrunner per tutte le stagioni ha la possibilità di restituire una coesione narrativa e registica maggiore che, implicitamente, forse denota una fedeltà più salda al canone.

Un universo senza più limiti

'La camera dei segreti è stata aperta, nemici dell'erede... temete!' scritto sul muro del film Harry Potter e la camera dei segreti
'La camera dei segreti è stata aperta, nemici dell'erede... temete!' scritto sul muro del film Harry Potter e la camera dei segreti

È inevitabile che spesso, quando si tenta di adattare un libro, l'ostacolo più gravoso riguarda proprio l'attinenza alla fonte e, con i film di Harry Potter, si è tentato di fare il meglio possibile, in alcuni casi riuscendo bene nell'impresa, in altri meno. L'esempio perfetto sono probabilmente i primi due lungometraggi di Columbus che, occupandosi de La pietra filosofale e La camera dei segreti che sono i romanzi più brevi della saga, hanno restituito perfettamente l'atmosfera sognante e fiabesca contenuta nei libri, lavorando bene con il minutaggio. Il problema temporale, però, è parzialmente risolto con una serie televisiva dove, in generale, si ha molto più spazio per caratterizzare i personaggi e riportare gli eventi in modo più puntuale. È chiaro che, nel caso di Harry Potter, la soluzione più logica sarebbe trasporre le varie puntate delle stagioni a seconda della lunghezza dei libri, perché magari una prima stagione di 7 episodi è forse troppo lunga se riferita al primo libro, ma è perfetta per il sesto, ad esempio.

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Un nuovo punto di vista

La locandina ufficiale del film Harry Potter e la Pietra Filosofale
La locandina ufficiale del film Harry Potter e la Pietra Filosofale

È chiaro che abbiamo ben saldo nella mente l'approccio seguito dalla saga cinematografica di Warner Bros. che ha comportato, ovviamente, una determinata scelta di casting, una precisa filosofia di fondo e una direzione registica e narrativa che è stata sempre più o meno perseguita. Dimenticare tutto questo, improvvisamente, con un battito di ciglia è pressoché impossibile: troppi ricordi sono legati a questi film e quindi, inevitabilmente, pensare ad un reboot risulta difficile, specialmente per quegli appassionati fedeli alla trasposizione filmica. Ma riscrivere tutto questo con una serie, da un lato non cancella quello che è stato fatto precedentemente e dall'altro dà la possibilità ai libri di vivere sotto un'inedita luce. Certo è che ci sono tante problematiche alla base, una su tutte il nuovo casting e anche la gestione produttiva, che chiaramente non potrà protrarsi per troppo tempo per non far crescere troppo i giovani protagonisti. Risolti tali problemi, potremmo trovarci di fronte ad un'interessante scommessa, che non necessariamente deve essere vista con un occhio negativo se fatta con intelligenza e qualità.