Gossip Girl - stagione 3, episodio 6: Enough About Eve

Torna Hilary Duff nei panni di Olivia Burke a scaldare il cuore di Dan, mentre una guerra spietata tra Blair e Vanessa finisce per degenerare in un bel guaio. Serena intanto si dà al gioco d'azzardo per salvare la sua storia d'amore con il bel Carter Baizen.

Inizia con una scena in bianco e nero questo sesto episodio di Gossip Girl, con la nostra Blair calatasi improvvisamente nei panni di Margo Channing (Bette Davis) protagonista del film del 1950 di Joseph L. Mankiewicz, Eva contro Eva (All About Eve il titolo originale, e da qui quello del nostro episodio, Enough About Eve), che ha come co-protagonista Anne Baxter nel ruolo di Eva Harrington appunto, a cui dà il volto, nel sogno, Vanessa.
L'intera puntata verte infatti sulle due ragazze, nemiche nel mondo onirico ma ancor di più in quello reale, e la loro storia evolve proprio come quella delle due attrici del film, dove Eva, assistente della brillante attrice hollywoodiana Margo, finisce per offuscare la celebrità della diva e diventare lei stessa una stella del palcoscenico.
Palcoscenico in questo caso, la NYU, e la pièce teatrale da interpretare è il discorso d'incoraggiamento per le matricole: questo è il terreno dove si battono senza esclusione di colpi Blair e Vanessa, concentrate entrambe ad aggiudicarsi la parte e disposte a calpestare amici e affetti più cari per riuscirci.
E proprio questo accade, nella più classica delle usanze del telefilm: inizia un duello all'ultimo "cerchietto" in questo caso, una feroce rincorsa alla popolarità tra le due primedonne. Blair mira a raggiungere la stessa celebrità che aveva alla Constance e a guadagnarsi quindi il favore delle matricole, mentre Vanessa punta a conquistare la stima e la fiducia della madre, contraria e critica nei confronti università private. Non ci pensano due volte quindi, a servirsi di terze persone per conseguire il proprio obiettivo, e se Blair dal canto suo ferisce i sentimenti di Chuck mettendolo sul "piatto" come merce di scambio, Vanessa si gioca, senza neanche riflettere, la sua amicizia con Dan, rischiando di rovinare la sua nascente storia d'amore con Olivia Burke. E sempre come da copione, tra le due litiganti, la terza gode: proprio Olivia infatti, oggetto del desiderio della NYU per la sua fama internazionale, è alla fine della storia la "prescelta" per tenere il discorso di fronte alle ingenue e confuse matricole.

I segnali della sconfitta, Blair avrebbe dovuto intuirli sin dall'inizio: in diciannove anni, mai le era capitato di sognare di essere un'attrice che non fosse la sua adorata Audrey Hepburn, e il fatto di essersi immaginata nei panni di una "semplice Bette Davis" (come lei stessa la definisce) avrebbe dovuto farle avvertire subito il campanellino d'allarme. A conti fatti, purtroppo, a perdere parecchio è proprio lei: riguadagnare ora la fiducia di Chuck sembra davvero impossibile, soprattutto considerando la maturità acquisita recentemente dal personaggio, in continua crescita. Basta pensare infatti al Chuck Bass sul finire della seconda stagione per avvertire già, dopo soli sei episodi, l'enorme cambiamento subìto dal ragazzo, ora più riflessivo e interessante sotto tutti i punti di vista.

A non crescere quasi mai invece, proprio la nostra Blair, immobile nel suo ruolo di rampolla ricca e viziata, devota più alla superficialità che ad altro, alla costante ricerca di qualcosa che possa colmare il suo senso d'insoddisfazione. Continua a essere "insaziabile" la Waldorf, costantemente intenzionata a essere al centro dell'attenzione e perennemente imbronciata in caso contrario, disposta a calpestare chiunque pur di prevalere. Che questa ferita inflitta a Chuck possa davvero servire anche da toccasana per il suo carattere? Certo è che il suo personaggio, per quanto simpatico e divertente, presto o tardi dovrà subire anche solo un leggero cambiamento, per non risultare ripetitivo e scontato agli occhi dello spettatore.

Antagonista di Blair, Vanessa Adams, che è ora di ammetterlo, è probabilmente uno dei personaggi più antipatici di tutta la serie. Per quanto arrogante e indisponente, però, Vanessa ha subito notevoli cambiamenti da due anni a questa parte, e questo non può essere che un merito dell'inventiva degll'autore.
Della timida e generosa ragazza di Brooklyn, anticonformista e rivoluzionaria, tutta "peace and love" e naturista, rimangono ora solo i capelli (davvero brutti tra l'altro!), e neanche più il look, e il salterellare da un letto all'altro (prima Chuck, poi Nate, poi Scott) ha rivoluzionato completamente il suo carattere, rendendolo, seppur il più delle volte poco gradevole, indubbiamente interessante. È ormai lontana la Vanessa dagli occhi azzurri, il sorriso sempre sul viso, pronta ad aiutare tutti e a lavorare sottopagata nella galleria d'arte di Rufus, e quella che ci troviamo di fronte oggi è una giovane donna agguerrita e sfrontata, disposta a tutto pur di diventare qualcuno, per ottenere una rivalsa sulla sua famiglia, che da tempo ormai l'ha messa da parte. Josh Schwartz e gli sceneggiatori, nel caso della Adams sono stati davvero bravi: hanno saputo gradualmente modificare il suo comportamento e il suo modo di fare, trasformandola piano piano e plasmandole il carattere, fino a renderla indubbiamente poco simpatica ma al contempo affascinante, e ricca di potenzialità se si pensa a quanto ancora il suo personaggio potrebbe crescere.

È proprio sul finire dell'episodio, che vi segnaliamo la scena più bella, quella in cui seduta da sola al tavolino di un bar, Vanessa si ritrova con due cappuccini e nessuno con cui sfogare un po' le sue frustrazioni esistenziali, se non con un'altezzosa studentessa appena entrate nel Caffè, Blair Waldorf. Le due decidono così di sventolare reciprocamente la bandierina colorata della pace, e sedere, anche se solo per poco tempo, sulla stessa riva del fiume, in attesa che un onda le riporti alla realtà. Restano lì, deluse e sconfitte da una giovane star del cinema, ma sicuramente pronte a vendicarsi, magari insieme, dell'ingiustizia subìta. Se questo possa essere l'inizio di una nuova alleanza, per ora non si sa, certo è, che le due ragazze insieme, promettono scintille.

Accanto alla storyline principale, cammina di pari passo la vicenda che ha per protagonisti Nate e Serena, catapultati stavolta nel mondo gioco d'azzardo, e protagonisti di una alquanto surreale partita a carte con un membro dei Buckley per salvare il destino di Carter Baizen. La storia non convince, seppur divertente, e Serena calata nei panni della giocatrice di poker, per quanto bellissima e ammaliante, proprio non regge. Così come risulta ridicolo e poco convincente Nate in quelli del bravo ragazzo ora impegnato nella politica e intento a tradire un'amica per realizzare gli obiettivi poco onesti del potente quanto infimo nonno paterno. I due partecipano a una partita di poker in un losco garage, vestiti con abiti firmati e nel caso di Serena succinti (i maschietti si saranno rifatti gli occhi con i numerosi primi piani del suo fondoschiena girati in questa scena), e risultano davvero poco credibili e convincenti.

A dirigere l'episodio, complessivamente divertente e ben riuscito, seppur su alcune parti privo di inventiva, John Stephens, produttore della serie e alla sua seconda regia in Gossip Girl (la prima fu con Seder Anything della stagione 2), affiancato da Jake Coburn (Dirty Sexy Money) cui è affidata la sceneggiatura.

Tra le guest star, oltre a Hilary Duff nei panni di Olivia Burke (tornata a New York dopo dieci giorni in Giappone, e più attratta che mai dal lonely boy Dan Humphrey), troviamo anche Gina Torres (la perfida Anna Espinosa di Alias, nonché Julia Milliken in 24) che interpreta Gabriela Adams, la madre di Vanessa, se possibile ancora più antipatica della stessa figlia.
Nota dolente in questo Enough About Eve l'improvviso e preoccupante calo di ascolti: solo 1,93 milioni di spettatori, dato che mette inevitabilmente in allarme i numerosi fan del telefilm. Nell'attesa del prossimo episodio, How To Succeed in Bassness, e confidando nell'enorme potenziale della serie, ci auguriamo che l'audience riprenda ad aumentare a dismisura.