Gossip Girl: la recensione: bentornati nell’Upper East Side

La nostra recensione di Gossip Girl, il teen drama sequel sviluppato da Joshua Safran e ispirato ancora una volta dai libri di Cecily von Ziegesar, dal 27 ottobre su Sky Serie e NOW, che aggiorna la storia dell'élite di Manhattan rendendola multiculturale e gender fluid.

"Buongiorno cari follower. Qui Gossip Girl, la vostra unica e sola fonte per le vite scandalose dell'élite di Manhattan".

Abbiamo un déjà vu nello scrivere questa recensione di Gossip Girl, la nuova serie sequel sviluppata da Joshua Safran e ispirata ancora una volta dai libri di Cecily von Ziegesar, dal 27 ottobre su Sky Serie e NOW (intanto tutte le sei stagioni della serie originale sono arrivate on demand su Sky e in streaming su NOW per chi volesse fare un recap), perché ci sembra di essere catapultati nel 2007, con la prima inquadratura di una ragazza bionda che viaggia in treno verso quello che sarà un inaspettato e importante capitolo della sua vita.

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Gossip Girl: il cast in un'immagine della serie

Omaggi a parte, la bionda in questione non è Serena Van Der Woodsen e nemmeno una sua studentessa "erede" nella nuova serie, bensì Kate (Tavi Gevinson), una professoressa della Constance Billard St. Jude's School, la stessa scuola elitaria dell'Upper East Side frequentata dai vecchi protagonisti, dove vanno i rampolli della NY bene e dove sono questi ultimi a comandare coi loro facoltosi genitori e non i professori. Il punto di vista stavolta è di un occhio esterno, e persino doppio. Non solo la suddetta insegnante, che decide quasi con un colpo di stato insieme ad altri professori di riportare in auge Gossip Girl, facendolo diventare da blog a profilo Instagram, per "vendicarsi" dei propri studenti e soprattutto rimetterli in riga. Ma anche Zoya (Whitney Peak), la ragazza che da Buffalo si trasferisce nella Grande Mela grazie ad una borsa di studio - non essendo di famiglia abbiente - per poter conoscere la sorellastra da tempo estraniata e odiata in famiglia, Julien (Jordan Alexander).

Specchio riflesso

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Gossip Girl: una scena della serie

È un gioco di specchi quello di questo sequel, ambientato fin da subito chiaramente nello stesso universo della serie originale ma nel nostro presente con frecciatine che provvedono ad aggiornarla: "La storia di Chuck e Blair è proprio pre-cancel culture, oggi non sarebbe potuta esistere" dice un personaggio, che è ciò che potremmo pensare anche noi della serie madre oggi, mentre questo reboot riesce a rimescolare le carte in tavola aggiornando il discorso alla contemporaneità, una generazione Z più multiculturale e gender fluid. Con tanto di riferimenti alla pandemia e al tornare finalmente tra i banchi di scuola dopo il lockdown e la DAD, saltando così furbescamente a pie pari quel periodo. I nuovi personaggi hanno l'eco dei precedenti ma non troppo e non sono tutti immediatamente iscrivibili ai loro predecessori ma sono piuttosto un mix di varie caratteristiche pregresse. Le due nuove amiche-nemiche Serena/Blair sono in realtà le due sorellastre al centro della storia, accomunate dalla madre non più in vita: Julien è un influencer che ha perso se stessa nei propri follower, Zoya è una ragazza semplice arrivata dalla periferia nella big city per eccellenza in un posto a cui sente di non appartenere, proprio come Dan Humphrey.

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Gossip Girl: il cast in una scena della serie

Accanto a loro gli amici della prima: Audrey (Emily Alyn Lind) la classica ragazza bionda di buona famiglia con fidanzato storico dai capelli rosa, Akeno (Evan Mock), anche se entrambi stanno vivendo un periodo di stanca nel rapporto, anche perché sono entrambi intrigati dallo stesso ragazzo, Max (Thomas Doherty), il Chuck Bass bello e dannato della situazione. È soprattutto il triangolo a portare avanti la storia gender fluid della generazione di ora, meno etichette e più consapevolezza nello scoprire se stessi, perché tutto arriva prima e subito a questi adolescenti iper connessi e iper stimolati. E poi c'è Obie (Eli Brown), il fidanzato di Julian principe dell'Upper East Side (nel senso di rampollo n. 1) ma con un'anima caritatevole e interessata più al prossimo che a se stesso, che cattura l'attenzione di Zoya. Un po' Nate Archibald se vogliamo.

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Last teen drama

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Gossip Girl: una scena

Se Gossip Girl aveva rivoluzionato le vite dell'élite di Manhattan mostrando l'ultimo baluardo di teen drama alla The O.C. fatto di scontri di classe e plot twist all'ultimo rumor, la nuova serie non fa eccezione e dimostra che si può riprendere in mano una storia anche adolescenziale per raccontare la generazione Z di adesso, se si aggiorna adeguatamente il contenuto e soprattutto le sue sfumature, e così si parla di bullismo, depressone, attacchi con armi a scuola, ribaltando i cliché da cui partono i personaggi per mostrarci un loro lato inedito, a sorpresa, quasi ogni volta. Proprio come nella serie originale questi ragazzi devono gestire da soli le emozioni come il patrimonio di famiglia, i genitori sono meno protagonisti, spesso assenti o occupati con i propri affari e i propri drammi, e i figli sentono tutto il peso del mondo sulle proprie spalle, com'è normale a quell'età ma qui è una caratteristica accentuata dallo status sociale. L'altra novità è il punto di vista esterno, da un lato quello di Zoya che ricorda quello di Dan Humprey: entrambi criticano ma allo stesso tempo vogliono essere parte di quel mondo (non dimentichiamo che era lui alla fine Gossip Girl).

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Gossip Girl: un'immagine della serie

Dall'altro quello degli insegnanti, resi schiavi e che vogliono ribaltare la situazione in queste scuole private esclusive mettendo allo scacco gli studenti con i loro stessi segreti. I protagonisti sbaglieranno e faranno gli errori tipici di quell'età ma dimostreranno maggior maturità rispetto ai loro illustri predecessori. Questo "esperimento sociale" di riportare in auge Gossip Girl farà scoprire a Kate un'inaspettata ispirazione creativa, un talento forse sopito. Si riflette infatti molto di più rispetto alla serie originale sull'impatto che questo misterioso profilo può avere tanto sugli studenti quanto sulle loro famiglie, sui loro rapporti e relazioni già complicati di per sé. Non solo: l'aver rivelato da subito chi è Gossip Girl porta un interessante ulteriore nuovo punto di vista alla faccenda, ribaltando il concetto di whodunnit come faceva il Tenente Colombo. Tutto è glam, tutto è luccicante e lussuoso in Gossip Girl: queste case in cui ci sembra di perderci, queste cene di gala e eventi di beneficienza a cui sotto sotto anche noi vorremmo essere invitati almeno una volta, queste storie impossibili e surreali di vendette e rivalità, un mondo che non avrebbe senso di esistere a livello seriale se non ci fosse la serie madre come importante precedente ma che allo stesso tempo ha saputo trovare una nuova veste 4.0. Alla fine di tutto, Gossip Girl scova tutti. Con la voce storica di Kristen Bell (e quella di Valentina Mari in italiano) disposta a tornare nei panni di Gossip Girl. XOXO.

Conclusioni

A chiusura di questa recensione di Gossip Girl, dopo aver analizzato parallelismi e differenze, possiamo ritenere quest’esperimento inaspettatamente soddisfacente e compiuto perché riesce ad aggiornare la storia alla Generazione Z e portarla su un nuovo punto di vista. Replica i meccanismi della serie madre non dimenticandone i personaggi iconici ma senza fotocopiarli e scegliendo piuttosto di aggiornali aggiungendo maggior maturità e tematiche importanti, offrendo uno sguardo multiculturale e gender fluid, strizzando l’occhio alla serie originale senza esagerare e portando un nuovo punto di vista esterno, quello degli insegnanti che rivelano da subito chi è Gossip Girl.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Il riproporre le stesse dinamiche ma con nuovo pretesto (che rivela da subito chi è Gossip Girl) e quindi un nuova luce e voce, quella di Kate e parallelamente quella di Zoya
  • L’aggiornare alle tematiche e alla tecnologia odierna la storia e la caratterizzazione dei personaggi, più maturi consapevoli, multiculturali e gender fluid
  • Il riproporre personaggi e luoghi iconici senza fotocopiarli brutalmente

Cosa non va

  • Non è una serie adatta a chi non sopporta i teen drama
  • Non sarà ben vista da chi preferisce le storie di periferia e povertà, qui il glam, il lusso e l’agio sono proprio di casa