Recensione Scary Movie 3 (2003)

David Zucker, veterano del genere parodistico demenziale, prende in mano le redini della serie Scary Movie: basterà la sua esperienza a dare una svolta positiva all'evoluzione del filone?

Gli artigli spuntati della parodia

Contrariamente ai due precedenti Scary Movie, David Zucker subentra al regista Keenen Ivory Wayans. Per molti una buona notizia: gli appassionati del genere, e non solo loro, lo ricorderanno per un classico del calibro di L'aereo più pazzo del mondo, per Top Secret, per i primi Una pallottola spuntata.
Un carnet di tutto rispetto che lasciava ben sperare per una svolta positiva di questa novella serie parodistico/demenziale che negli anni passati si è presa gioco di film quali Scream, I soliti sospetti, Il sesto senso, Le verità nascoste.
Lasciava sperare, e in un certo senso il miglioramento c'è stato, soprattutto rispetto al secondo episodio della serie, ma alcuni buoni spunti, alcune sequenze ispirate ed effettivamente molto divertenti, non possono bastare a fare un buon film, seppur strettamente di genere.
Dopo una buona sequenza iniziale, il film va avanti alternando pura, brillante parodia a molte, troppe scenette comiche relativamente banali e già viste, a tratti ai limiti del buon gusto, a tratti estremamente infantili. Il tutto risulta nel complesso poco compatto, con alcune sequenze che faticano a inserirsi nel plot di base.

I film qui oggetto di satira sono i grossi successi horror delle scorse stagioni, con The Ring, Signs e The Others in prima fila, ma non mancano gustose prese in giro di film non di genere, come nel caso di 8 Mile e di Matrix con il suo Oracolo.
Sono proprio le trovate comiche più propriamente di stampo parodistico quelle che sollevano il livello del prodotto e gli danno quella marcia in più, ma hanno l'aspetto negativo di poter essere capite e apprezzate pienamente solo da chi conosce i film presi di mira.
In particolare gli sfottò più efficaci ed ispirati sono quelli a The Ring e Signs e viene da pensare che forse sarebbe stato meglio rivolgere maggior attenzione a questi titoli, senza mettere troppa carne al fuoco. Infatti si ha l'impressione che la base di partenza di questo terzo episodio, le idee originali e fresche su cui il lavoro è stato impostato, non ammontassero a più di una quindicina di minuti e la rimanente ora scarsa sia un forzato e faticoso tentativo di diluire, ripetere e reimpastare quelle poche idee, cercando di arricchierle con materiale poco adatto ad esservi integrato.

Tutto il cast svolge il suo compito nella media, senza nessuna interpretazione degna di menzione speciale, ma nemmeno cadute di tono particolari. Va giusto citata la presenza di Charlie Sheen e Leslie Nielsen, già rodati nel genere e a loro agio con l'atmosfera surreale di questo tipo di film, e la simpatica apparizione di Queen Latifah nel ruolo dell'oracolo derivato da Matrix, e la coppia Pamela Anderson/Jenny McCarthy nei panni succinti delle due ragazzine della sequenza d'apertura.

Dal punto di vista tecnico e produttivo il film risulta efficace: Zucker conosce il genere e si vede, sa cosa cerca il pubblico e sa come accontentarlo, muovendosi con sicurezza e ritmo.
Infatti, nonostante i numerosi difetti, non si può dire che il film non arrivi al suo scopo di divertire ed intrattenere, soprattutto un certo tipo di pubblico, quello cui il film principalmente si rivolge.

Movieplayer.it

3.0/5