Glee - Stagione 2, episodio 18: Born This Way

Lady Gaga è ancora una volta nume tutelare di un episodio particolarmente ispirato della serie di Ryan Murphy: grande ricchezza di temi e performance, un duetto tra arcinemiche, un trionfale ritorno per Kurt, una "ladymacbethiana" Santana, in Born This Way c'è tutto quello che abbiamo sempre amato di Glee e anche di più.

Ci sono poche cose che possono aiutare i New Directions nella loro sfida impossibile con i Vocal Adrenaline alla competizione nazionale di show choir. La principale sarebbe riavere nel gruppo Kurt Hummel; ma, in mancanza di meglio, il professor Schuester si accontenta di lavorare su un altro elemento: i limiti nella danza della maggior parte dei suoi giovani artisti. Peccato che il pedestre ballerino Finn, al primo tentativo di migliorare le sue evoluzioni, finisca per rompere il bel faccino di Rachel. Il medico che la visita ha l'ardire di suggerire che Rachel approfitti dell'occasione per riassestare il proprio setto nasale, e per realizzare un piccolo miglioramento estetico. Se l'arcinemica Quinn decide di supportare la star dei New Directions offrendole addirittura il proprio naso perfetto come modello, Will è invece assolutamente amareggiato dall'idea dell'intervento e decide di proporre ai ragazzi un "compito in classe" dedicato all'accettazione di sé e ispirato alla portentosa Stefani Joanne Angelina Germanotta, meglio nota come Lady Gaga, luminare sull'argomento grazie alla sua hit Born This Way. In questa ricerca Will coinvolge anche la consulente scolastica Emma Pillsbury, che, dopo la rottura con il neosposo, ha avuto una grave ricaduta nella sua sindrome ossessivo-compulsiva e fatica a reagire.

Nel frattempo, sia Lauren che Santana decidono di sfidare l'apparentemente imprendibile Quinn Fabray nella sua corsa al titolo di reginetta del ballo di fine anno. Lauren decide di giocare sporco, e di cercare qualche dettaglio imbarazzante nel passato della bionda ex Cheerio, mentre Santana elabora un piano più complicato, che include la manipolazione di Karofsky (che ha capito essere segretamente gay da uno sguardo al posteriore di Sam) per ottenere il ritorno alla McKinley di Kurt, cosa che farà di lei l'eroina del Glee Club e le procaccerà tutti i voti dei compagni.

Ancora una volta un argomento importante e delicato, soprattutto per gli adolescenti ma anche per gli adulti, quello dell'accettazione di sé: se il pretesto è forse un po' forzato perché non si capisce come Finn riesca a rompere il naso a Rachel durante una normale routine, la gestione è riuscitissima e la teleplay di Brad Falchuk davvero ricca di spunti interessanti su tutte le numerose storyline. Se è abbastanza scontato che Will e il gruppo siano contrari a un'operazione che farà di Rachel una persona diversa, la Barbra-vention che ne emerge, con annessa flash mob, è fonte di grande divertimento; quanto a Emma, l'approccio a una disabilità mentale oscura e difficile da diagnosticare è tutt'altro che banale. Santana che sogna di diventare Prom Queen per strappare Brittany a Artie è tenera e vulnerabile nelle sue diaboliche macchinazioni, e lo stesso può dirsi di Quinn, che scopriamo ex cicciotta e nasona, che ammira Lauren che con le sue "diversità" riesce a convivere e pure con orgoglio.

Se il lavoro sui personaggi è eccellente (grazie anche alla durata di Born This Way, superepisodio da 90 minuti) , quello sulle performance lo è almeno altrettanto: dal duetto delle due ex rivali Quinn e Rachel, che mixano con successo la hit delle TLC Unpretty con la celebre I Feel Pretty di West Side Story, al dolce addio degli Warblers con Somewhere Only We Know dei Keane, dalla bellissima rentrée di Kurt con As If We Never Said Goodbye da un altro musical, Sunset Boulevard, fino alla "title track", la trascinante Born This Way di Gaga, che vede i ragazzi in scena con le magliette in cui proclamano i propri "difetti", siamo di fronte a una collezione piacevolissima che commenta e arricchisce i temi dell'episodio. Episodio che così, nonostante la ricchezza di elementi, non vive nemmeno un istante di confusione o stanchezza, al contrario dell'immediato predecessore A Night of Neglect, che aveva dinamiche narrative molto più essenziali e si giocava la carta Sue Sylvester, che invece non compare in Born This Way (episodio più "introspettivo" e meno volto al divertimento per se).
Anche la regia di Alfonso Gomez-Rejon ritrova la vivacità dei migliori momenti dello show, proponendo anche alcune idee visive piuttosto fresche come la gestione di un dialogo tra Finn e Rachel dall'ìnterno degli armadietti e gestendo con precisione e brio i momenti più movimentati come la flash mob di Barbra Streisand.
Un ottimo viatico per la parte conclusiva della seconda stagione, questo Born This Way, che ci ricorda tutte le ragioni per cui Glee è uno show speciale. Speriamo di non dimenticarle di nuovo prima del gran finale...