Giorgia Farina trova tre Amiche da morire

Il nostro incontro con la giovane regista romana che per il suo debutto dietro alla macchina da presa ha scelto Claudia Gerini, Cristiana Capotondi e Sabrina Impacciatore; 'La mia ode alle donne è una commedia diversa dalle altre', ha raccontato la Farina.

Prendete un'isoletta del Sud e metteteci dentro una prostituta, una moglie perfetta e una zitella portasfortuna; aggiungete un omicidio, un Commissario di Polizia dal fiuto quasi infallibile e otterrete Amiche da morire, divertente esordio registico di Giorgia Farina, nelle sale a partire dal prossimo 7 marzo grazie a 01 Distribution (250 le copie). Dopo anni di gavetta nei cortometraggi, la ventisettenne cineasta capitolina ha deciso di fare il grande salto e per portare a termine la missione si è affidata ad un tris di interpreti briose e molto amate dal pubblico. Claudia Gerini è Gilda, la Bocca di rosa del paesello, Cristiana Capotondi è l'invidiata Olivia, consorte fortunata e apparentemente senza pensieri, mentre Sabrina Impacciatore è la povera Crocetta, una donna che respinge i corteggiatori scatenandogli contro, del tutto involontariamente, una dose eccessiva di iatture. Il principe azzurro, se così vogliamo chiamare il poliziotto che cerca in tutti i modi di portare alla luce il mistero che le tre nascondono, è Vinicio Marchioni. Questa mattina a Roma li abbiamo incontrati tutti e cinque, accompagnati anche da Fabio Bonifacci, che ha sceneggiato il film assieme alla Farina, e ci siamo fatti raccontare un po' di più della storia e dei personaggi di questa commedia (quasi) tutta al femminile...

Giorgia, come mai hai scelto una storia del genere, con tre protagoniste così forti, per il debutto in un lungometraggio? Giorgia Farina: Avevo voglia di scrivere un film che fosse completamente incentrato sulle donne, ma non su quelle figure femminili tipiche di certe commedie, dove la bonazza di turno o la bruttina simpatica fanno da spalla ad un protagonista. Mi piaceva l'idea di avere a disposizione tre belle donne, tre grandi attrici e scrivere per loro una commedia con accenni al noir. Il cinema di genere poi è parte del mio background. Sono cresciuta vedendo horror e western e quando abbiamo iniziato a scrivere con Fabio, ci siamo resi subito conto che si trattava di una commedia diversa da tutte le altre. E' stato bravissimo a calarsi in questa realtà femminile, del resto ha due figlie. Fabio è uno che ama le donne.
Fabio Bonifacci: In effetti mi sono eccitato intellettualmente ed emotivamente a scrivere questo film, che è sviluppato su un'idea centrale molto semplice e cioè che tutti gli uomini sembrano forti e si rivelano deboli, mentre le donne sembrano deboli ma sono in realtà molto forti. Questa a parere mio è una chiave che permette di leggere se non tutta, almeno una parte della realtà.

Cristiana, raccontaci un po' del tuo percorso per interpretare Olivia... Cristiana Capotondi: Olivia l'ho creata a partire dallo stereotipo della bionda svenevole, anche se in realtà possiede anche una certa dose di cinismo e di lucida follia assassina. Lei vive in un mondo perfetto, ma appena la campana di vetro si rompe decide di punire la persona che le ha portato via il suo sogno. Non posso proprio dire di avere dei punti di contatto con lei, ma il bello di questo mestiere è che ti invoglia a fare personaggi diversi, distante da te. Il divertimento quindi è stato tutto nell'immaginarsi una come Olivia e devo ringraziare Giorgia e Fabio per aver scritto dei personaggi che fanno tante cose diverse e divertenti.

Claudia, il tuo personaggio è la bomba sexy del film... Claudia Gerini: Già il nome, Gilda, è tutto un programma. Lei è una donna decisa, che ama piacere e sedurre e si diverte da morire. Non ho voluto caricarla troppo di accenti drammatici e mi sono preoccupata di non renderla troppo volgare. Gilda ha una sua dignità e gioca sul suo potere. Mi divertiva l'idea di questa donna che riesce a trascinare due persone diverse in un'avventura del genere. E' Gilda che coglie al volo l'occasione e trasforma in opportunità una casualità. In più è stato bello lavorare con un'amica come Sabrina, che conosco ormai da vent'anni, e con Cristiana che invece ho incontrato sul set la prima volta.

Sabrina, parlando di sensualità ti prendi una bella rivincita anche tu, trasformandoti in una donna sexy... Sabrina Impacciatore: Capite? Una donna sexy che si chiama Crocetta è il massimo. Questo è il primo film in cui, anche se parto come un brutto anatroccolo, ho un momento di riscatto altissimo alla fine. Il problema è che le donne devono aderire ad un canone di bellezza stereotipato, avendo la gobba sul naso e non portando la quarta di reggiseno al cinema, e fortunatamente solo al cinema perché nella vita vera faccio furore (ride) non vengo percepita come sexy. Giorgia mi ha vista con l'occhio di un uomo che ha un gusto non banale. Girare questo film è stato terapeutico, ho dovuto lavorare senza tacchi, con le calze pesanti e con delle mutandone. Ero senza trucco, completamente mortificata e avevo paura ad uscire dalla roulotte. Capirai, i tecnici erano tutti dei veri maschi e io mi presentavo in quella maniera al cospetto di due bellezze del genere (indica Gerini e Capotondi). Claudia in questo film è ipnotica, mentre Cristiana sembra una principessa delle fiabe. Io ero una nana. Dopo un paio di giorni ho scoperto che piacevo anche così, ma quando finalmente è arrivato il giorno in cui mi sarei dovuta truccare e vestire come una donna vera, ho sentito attorno un altro tipo di testosterone.

Vinicio, com'è stato per te essere l'unico uomo in un cast quasi tutto al femminile? Vinicio Marchioni: E' stato meraviglioso, in fondo il mio ruolo è una riflessione autoironica sul maschio. Un uomo in mezzo a tre donne è destinato a soccombere. Sempre.

E poi è il tuo primo vero ruolo comico in carriera...
Così importante e strutturato sì. Del resto sono un attore che cerca di mettersi in discussione e sono contento di avere avuto questa possibilità.