Ghostbusters: com’è nato il blockbuster più controverso del 2016

Passiamo in rassegna le circostanze che hanno portato alla realizzazione del reboot di Ghostbusters, attualmente nelle sale italiane.

Ghostbusters: Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Leslie Jones e Kate McKinnon nella prima foto di scena!
Ghostbusters: Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Leslie Jones e Kate McKinnon nella prima foto di scena!

Dopo quasi due anni dall'annuncio formale, il nuovo Ghostbusters diretto da Paul Feig è arrivato nelle sale, non senza una sana dose di controversie, legate sia al solito scetticismo nei confronti dei remake/reboot che ad opinioni, talvolta misogine, sul nuovo cast principale interamente al femminile (Kristen Wiig, Melissa McCarthy, Kate McKinnon e Leslie Jones). Tralasciando le discussioni sulla qualità del film, è interessante capire come si sia arrivati a questa nuova incarnazione del franchise, che ha effettivamente sostituito il terzo episodio ufficiale, a lungo atteso dai fan e fortemente voluto da quasi tutti i protagonisti dell'originale e dal regista Ivan Reitman. Abbiamo quindi deciso di passare in rassegna gli eventi legati all'evoluzione della saga degli acchiappafantasmi, dal 1989 ad oggi.

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Dan Aykroyd in Ghostbusters 2
Dan Aykroyd in Ghostbusters 2

In origine ci fu Ghostbusters II - Acchiappafantasmi II

Considerato il successo del primo Ghostbusters - Acchiappafantasmi, ma anche della serie animata The real ghostbusters - I veri acchiappafantasmi, era inevitabile che le alte sfere della Columbia (allora non ancora proprietà della Sony) richiedessero la realizzazione di un sequel. Una richiesta che inizialmente non fu ben accolta né da Reitman, né dagli sceneggiatori-interpreti Dan Aykroyd e Harold Ramis, tutti desiderosi di passare ad altro e lasciarsi alle spalle gli acchiappafantasmi. Questa mancanza di entusiasmo può forse spiegare la debolezza del secondo episodio rispetto al capostipite, quello sì nato da una vera passione per la materia (ricordiamo che Aykroyd è realmente interessato ai fenomeni paranormali). Per evitare che una tale situazione si verificasse di nuovo, fu quindi stipulato un accordo in base al quale un terzo capitolo non avrebbe visto la luce senza il consenso unanime del regista e dei tre interpreti principali (venne estromesso il quarto Ghostbuster, Ernie Hudson). Un accordo che si è rivelato fatale per la realizzazione del terzo episodio.

Un problema di nome Bill Murray

GhostBusters: Bill Murray
GhostBusters: Bill Murray

Da sempre legato in modo ambivalente alla saga (in origine accettò la parte di Peter Venkman a patto che la Columbia producesse un altro film nel quale intendeva recitare), Murray non ha mai particolarmente amato il secondo film, uno dei motivi per cui si è dichiarato poco disposto a partecipare ad un terzo Ghostbusters, temendo un altro disastro sul piano artistico. A questo va aggiunto il suo rapporto problematico con Ramis, divenuto separazione artistica e personale dopo le riprese di Ricomincio da capo, dove i loro metodi lavorativi molto diversi portarono a numerose tensioni sul set. Murray si è parzialmente ricreduto sulla sua partecipazione al franchise prestando la voce a Venkman nel videogioco ufficiale, ma ha continuato a dire di no alla versione cinematografica, pur non avendo mai letto, a quel che si dice, nessuna stesura del copione (in una di queste, tenendo conto del scarso entusiasmo dell'attore, Venkman sarebbe morto all'inizio del film e poi riapparso come fantasma).

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Addio, Egon

Ghostbusters: Harold Ramis è Egon
Ghostbusters: Harold Ramis è Egon

Le possibilità di un vero e proprio terzo episodio si sono ulteriormente affievolite nel 2010, quando Ramis perse l'uso delle gambe in seguito ad un'infezione. A questo punto si stava già pensando ad un passaggio di testimone, scritto in parte da Gene Stupnitsky e Lee Eisenberg (collaboratori di Ramis e veterani di The Office), con l'idea di affidare il franchise ad una nuova generazione di acchiappafantasmi (si fece il nome di Seth Rogen come una delle possibili new entries), limitando la partecipazione del cast originale ad apparizioni minori dal valore altamente simbolico, simili al cameo esteso di Leonard Nimoy in Star Trek. Poi, nel febbraio del 2014, il colpo di grazia definitivo: la morte di Ramis, che convince Reitman a rinunciare alla regia. Egli rimane comunque coinvolto come produttore e partecipa attivamente alla ricerca di un nuovo cineasta.

E alla fine arriva Paul Feig

Un'immagine che ritrae Paul Feig
Un'immagine che ritrae Paul Feig

Stando ad un'intervista su Empire, anche Phil Lord e Chris Miller sono tra coloro che hanno proposto alla Sony delle idee per rivitalizzare il franchise (al quale la major tiene particolarmente poiché, a differenza di Spider-Man o James Bond, ne possiede tutti i diritti creativi, senza vincoli contrattuali, dopo l'addio di Reitman e la scomparsa di Ramis). Tra i candidati c'è un certo Paul Feig, al quale viene inizialmente proposta la versione di Stupnitsky e Eisenberg, con qualche modifica per tenere conto dell'assenza di Egon Spengler. Il regista di Spy e Le amiche della sposa rifiuta l'offerta, dicendo di non voler girare un reunion show, ma propone alla Sony l'idea di un reboot al femminile. Ed eccoci quindi al cospetto del nuovo Ghostbusters, che in realtà nelle intenzioni dei produttori è solo una delle varianti possibili: si parla anche di un reboot più tradizionale, con acchiappafantasmi uomini, e di un film animato (non sappiamo ancora se legato all'universo di The Real Ghostbusters e Extreme Ghostbusters). Ci sarà un Ghostbusters Cinematic Universe? Al box office l'ardua sentenza.

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