Ghost - Fantasma: le 5 scene che sopravvivono nei nostri ricordi

Ghost - Fantasma compie trent'anni, e alcune scene sono talmente vivide nella nostra memoria che le porteremo sempre con noi, proprio come fa Molly con Sam: ecco le cinque più rappresentative.

"Ha detto che ti ama!" "Sam non l'avrebbe mai detto..." "Idem, dille "idem"!"

Il cast di Ghost - Fantasma
Il cast di Ghost - Fantasma

Siamo onesti con noi stessi: la nostra educazione sentimentale è in debito (o in credito, a seconda dei punti di vista) con Ghost - Fantasma, il film di Jerry Zucker che usciva nelle sale statunitensi il 13 luglio 1990. Esatto, sono passati ben trent'anni da quando lo sceneggiatore Bruce Joel Rubin, e noi con lui, vedevamo realizzata sul grande schermo l'idea geniale di accoppiare il vendicativo Amleto a una vecchia leggenda del folklore americano, dove lo spirito di un defunto cerca di avvertire la persona amata di un pericolo imminente. Se aggiungiamo un cast stellare a questo indovinatissimo spunto, che fonde eros e thanatos, amore e vendetta, dolcezza e catarsi, capiremo perché si avvertiva l'odore di cult già prima di quel 13 luglio, ormai avvolto da luce e nebbia proprio come Sam, quando nel finale si rende visibile a Molly e le dice addio, scomparendo tra nuvole rosate.

Sì, in Ghost - Fantasma c'è una visione della vita e degli uomini alquanto manichea, basata sulla contrapposizione tra buoni e cattivi, paradiso e inferno, demoni e "luce in fondo al tunnel", ispirata quest'ultima a racconti veri di persone che hanno avuto esperienze di pre-morte. Quindi, se oggi guardiamo il film con lo spirito cinico di un ateo granitico, sghignazzeremo e non ci godremo diverse scene memorabili che hanno scolpito l'immaginario di tanti di noi, cresciuti a suon di "Idem!" e di "Nessuno può mettere Baby in un angolo" (Patrick Swayze in entrambi i casi, pensate!). Converrete che non ne vale la pena. Quindi ripercorriamo insieme quelle che secondo noi sono le cinque migliori scene di un film, ancora dopo trent'anni, tutt'altro che evanescente come un fantasma.

1. Unchained Melody e il potere della ceramica

Ghost: una celebre scena con Demi Moore e Patrick Swayze
Ghost: una celebre scena con Demi Moore e Patrick Swayze

Prima abbiamo usato, per morigeratezza, un eufemismo: la nostra educazione sessuale, ancor prima di quella sentimentale, deve una cospicua percentuale dei diritti d'autore per le nostre fantasie pruriginose a Ghost. Non assoceremmo mai al sesso dei castissimi corsi professionali di ceramica al tornio: eppure Demi Moore li ha frequentati per rendere credibile una delle scene più erotiche del cinema contemporaneo. Molly, il suo personaggio, quella notte non riesce a dormire: altri per prendere sonno contano le pecore, mentre lei, che è un'artista, modella un vaso al tornio affondando le mani nell'argilla e ascoltando vecchi dischi. Il vinile pescato dal Caso sornione fa sì che la colonna sonora per la sua prolifica insonnia sia Unchained Melody, nella versione dei Righteous Brothers: un brano più romantico, pur sforzandosi, non verrebbe in mente a nessuno.

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Patrick Swayze e Demi Moore in una sensuale scena di Ghost
Patrick Swayze e Demi Moore in una sensuale scena di Ghost

La raggiunge Sam (Patrick Swayze) a torso nudo e, dopo averle rovinato il vaso a cui stava lavorando, le propone di aiutarla; ma evidentemente di vasi e ceramica a lui interessa il giusto e i suoi piani sembrano altri. Molly, appurato che quella notte sarà fruttuosa più per lei che per le sue opere, accetta l'aiuto, e insieme lavorano l'argilla, lasciando che la pelle si sporchi, le dita si intreccino e baci via via più sensuali soppiantino una volta per tutte la creazione di un vaso a cui entrambi non hanno mai realmente creduto. Una scena che faceva fremere gli adolescenti di ieri e che probabilmente farebbe ridere gli adolescenti di oggi, nonostante la sua parodia più famosa facesse sbellicare dalle risate anche gli adolescenti di ieri. Ci riferiamo alla mitica scena di Una pallottola spuntata 2 e 1/2: l'odore della paura , cult di tutt'altra cifra diretto da David Zucker, fratello del regista di Ghost, Jerry. Era passato solo un anno da quando Molly e Sam infuocavano le sale, e già l'(auto)ironico Jerry ‒ anche co-regista e co-sceneggiatore de L'aereo più pazzo del mondo ‒ figurava come produttore esecutivo della demenziale commedia sul tenente Drebin. Il vaso al tornio si era trasformato in una fallica mitragliatrice di argilla, mentre il tonico Sam (che Dio l'abbia in gloria!) era diventato un indimenticabile Leslie Nielsen col fisico da culturista: inverosimili muscoli oliati, che duravano giusto il tempo di una delle scene di sesso più esilaranti di sempre.

2. Oda Mae Brown, in arte Rita Miller

Whoopi Goldberg in una scena di Ghost - Fantasma
Whoopi Goldberg in una scena di Ghost - Fantasma

Se Patrick Swayze ha avuto l'imperdonabile colpa di forgiare le nostre aspettative adolescenziali (immancabilmente deluse) su come dovrebbe essere un uomo, gli va anche riconosciuta una notevole lungimiranza, quando ha convinto i produttori a far fare un provino a Whoopi Goldberg per la parte della sensitiva Oda Mae Brown. Swayze era un grande ammiratore della Goldberg, e dopo questo film, che le valse un meritatissimo Oscar come miglior attrice non protagonista, anche i più riluttanti non potevano non diventarlo. Perché Ghost ha due anime: una più sentimentale e drammatica, dove in più l'elemento fantastico si tinge a tratti di sfumature horror, e l'altra irresistibilmente comica. E la traccia comica si poggia interamente sulle spalle di Whoopi Goldberg, che colora il film di scene scoppiettanti che sdrammatizzano perfettamente il pathos con cui l'aldilà, tra spiriti infernali e scie luminose, viene tratteggiato. Anche Oda Mae ha a che fare con l'aldilà, perché è una sedicente medium che scopre con grande shock di esserlo veramente. Sam, dopo essere stato ucciso, vuole comunicare a Molly che lei è in pericolo, e per farlo gli occorre un tramite con il mondo dei vivi. Così a Brooklyn entra in questo negozietto fatiscente, la cui insegna riporta la scritta "Spiritual Advisor ‒ Contact the dearly departed". La sua diffidenza si rafforza quando vede per la prima volta Oda Mae, che con la sua meravigliosa mimica facciale spara dati a casaccio per spillar soldi alla credulona di turno, che vuole mettersi in contatto col marito defunto. Proprio bisbigliando fra sé e sé tra l'indignato e il divertito, Sam scopre piano piano che Oda Mae lo sente davvero; allora le dà il tormento, mentre lei cerca di scacciar via la sua voce correndo intorno al tavolo terrorizzata. Da questo momento Sam non le darà tregua pur di farsi aiutare. Bizzosa, disonesta, ma in fondo altruista come Sam non avrebbe mai sperato, per essere lasciata in pace Oda Mae accetta prima di contattare Molly, e più avanti di andare in banca per sventare il piano dell'ex collega (nonché pseudo-migliore amico) di Sam, Carl, colpevole della sua morte.

Whoopi Goldberg e l'Oscar vinto per Ghost - Fantasma
Whoopi Goldberg e l'Oscar vinto per Ghost - Fantasma

E se proprio dobbiamo piluccare la sequenza più spassosa che coinvolge Oda Mae, quella in banca vince a mani basse. In un eccentrico completo fucsia, e consigliata passo dopo passo da Sam, dovrà convincere un bancario poco sveglio di averla conosciuta anni prima a una festa, in modo da poter prelevare con meno domande possibili la bellezza di quattro milioni di dollari. Per far questo, si presenta con il nome di Rita Miller, personaggio inesistente creato dagli stessi malfattori con cui Carl ha a che fare. Ma essendo una pasticciona, prima sbaglia la firma, poi esagera con l'inventare ricordi in comune col bancario, sempre più spaesato, e di continuo si stizzisce con Sam, nel disorientamento generale di chi non può vederlo. La ciliegina arriva alla scoperta euforica della cifra prelevata, cui seguono i progetti strampalati di Oda Mae sulla propria vita, stroncati da Sam, che le dice di consegnare l'assegno a due suore proprio davanti alla banca: quei soldi macchiati di sangue andranno in beneficenza. Oda Mae però, più che dalla prospettiva fumosa del paradiso, è attratta dall'idea di andare in banca "a incassare questo dannato assegno!". Da qui un altro siparietto formidabile con le suore, a cui gira scorbutica l'assegno che allo stesso tempo cerca di trattenere, tra pianti e risa isteriche. "Ma vedi un po' se uno deve dar tutto a San Giuseppe...". Solo applausi per Whoopi Goldberg, e anche per Bruce Joel Rubin a cui è andato il secondo Oscar del film, per la migliore sceneggiatura originale.

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3. Idem!

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Una scena di Ghost - Fantasma

Le scene di Ghost che negli anni ci sono rimaste addosso come sogni sono tante, alcune sotto forma più che altro di incubi. La cruda uccisione di Sam ne è un esempio: Molly e Sam passeggiano dopo uno spettacolo serale, finché non vengono minacciati da un individuo che li seguiva, e Sam non rimane ucciso da un colpo di pistola. Il momento in cui Sam, già trasformatosi in fantasma, vede Molly disperarsi sul suo corpo straziato, è sicuramente la più sconvolgente del film. La morte dell'omicida e poi quella di Carl sono forse ancora più violente e spaventose, con quelle ombre maligne che sbucano dai pavimenti e portano via i loro fantasmi terrorizzati, ma in entrambi i casi sentiamo appagato il nostro animo vendicativo da giustizieri della notte.
Gli spettatori più teneri hanno comunque ampio materiale con cui consolarsi. Per esempio quando il fantasma di Sam, per convincere Molly a fidarsi di Oda Mae, suggerisce alla medium una serie di dettagli sulla loro vita sentimentale: Molly emotivamente vorrebbe crederle, ma razionalmente decide di andar via, e Sam dice a Oda Mae di riferirle che la ama. E qui occorre un piccolo recap. Come molti uomini, Sam piuttosto che pronunciare le paroline "ti amo" si sarebbe fatto ammazzare, e in effetti, analizzando con sguardo cinico gli eventi, subito prima che Sam venisse ucciso lui e Molly discutevano proprio di questo: che lei gli diceva sempre "ti amo", mentre lui se la cavava ogni volta con un algido "idem". Quindi, alle parole di Oda Mae, Molly consolida il suo scetticismo: Sam non avrebbe mai detto "ti amo". Allora Sam ordina a Oda Mae di dirle "idem"; Oda Mae, senza capire che razza di formula sia, esegue, e Molly, che stava per imboccare la porta del bar, si ferma e si volta con sguardo commosso. E qui dobbiamo omaggiare anche la magnifica interpretazione di Demi Moore che, nonostante la concorrenza di Nicole Kidman, convinse subito regista e produttori. Pare infatti che l'attrice non solo fosse bravissima a piangere a comando, ma che addirittura fosse in grado di scegliere quale occhio far lacrimare di più. Del resto Swayze conquistò Bruce Joel Rubin quando, parlando del padre, improvvisamente scoppiò in lacrime: il ruolo di "fantasma innamorato", offerto a molti altri prima di lui (tra cui Johnny Depp, Harrison Ford, Mel Gibson, Kevin Costner) e rifiutato da tutti perché troppo melenso, aveva già in nuce un attore perfetto per interpretarlo, nella sua miscela di sensualità e tenerezza che rimpiangeremo sempre.

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4. Il penny porta(s)fortuna

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Una scena di Ghost - Fantasma

La scena di quell'"idem" risolutore è una delle più emozionanti di Ghost, e non può che rientrare tra le nostre predilette. Quella che più ci ha fatto sciogliere, però, deve ancora arrivare; ma subito prima c'è un'altra scena, quasi altrettanto commovente: una sorta di anticamera preparatoria al momento in assoluto più poetico del film.
Molly è appena venuta a sapere del prelievo in banca da parte di Oda Mae sotto la falsa identità di Rita Miller, e non si fida più di lei. Così la povera Oda Mae sta ancora una volta fuori dalla porta di Molly insieme al fantasma di Sam, e adesso cerca di convincerla che Carl è pericoloso. Ma Sam via via ha imparato che essere un ectoplasma ha i suoi pro: per esempio può trapassare le pareti; per questo effetto speciale, dove il fantasma sembra assorbire parte del materiale che attraversa, Jerry Zucker aveva illustrato l'idea ai tecnici immergendo un tovagliolo nel caffè. Sam quindi entra nell'appartamento di Molly, e resta in piedi accanto a lei suggerendo a Oda Mae, dall'altra parte della porta, cosa dire per convincere la sua amata a farla entrare. In questo caso però le parole non bastano a persuaderla, e Sam si fa passare da Oda Mae un penny sotto la porta, per poi farlo scorrere lungo la parete e consegnarlo direttamente nelle mani di Molly, che sorride tra le lacrime. "Dille che è un portafortuna", suggerisce a Oda Mae, facendo riferimento a un vecchio penny che lui e Molly avevano trovato prima di abitare quell'appartamento, e che tutto sommato, dal nostro punto di vista, non si è rivelato un portafortuna così efficace. Comunque a questo punto Molly è riuscita a vincere ogni dubbio (non sappiamo davvero cos'altro si sarebbe dovuto inventare Sam dopo il penny volante!), e lascia entrare nel suo appartamento Oda Mae.

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5. Molly e Sam, stretti insieme ancora una volta

Ghost: una bacio commovente tra Demi Moore e Patrick Swayze
Ghost: una bacio commovente tra Demi Moore e Patrick Swayze

Molly, Oda Mae e Sam aspettano l'arrivo della polizia, e tra le due donne sembra insinuarsi quel leggero imbarazzo che a volte si avverte tra sconosciuti in una sala d'attesa. Molly rompe il ghiaccio chiedendo a Oda Mae se Sam sia lì con loro, e scopre che è seduto proprio accanto a lei. Allora chiede a Oda Mae se lui riesca a sentire quello che lei sente, e Sam, stringendole la mano senza poter essere percepito, risponde: "Con tutto il mio cuore". Le nostre lacrime, se ancora non si sono affacciate, cominciano forse a fare capolino; in questo senso Ghost può venir visto anche come un test di sensibilità, per capire a quale livello di pathos siamo costretti a cedere. Sam dice che sarebbe disposto a dare qualsiasi cosa pur di poterla toccare ancora una volta, e Molly è d'accordo con lui. Oda Mae guarda fuori dalla finestra con un'espressione combattuta; visto che, pur coi suoi tanti difetti, è una generosa, alla fine vince le proprie remore e propone a Sam di usare il suo corpo affinché lui possa sfiorare ancora una volta la sua amata. Capito il piano di Oda Mae, Sam non se lo fa ripetere: lo vediamo fondersi con la medium, che si avvicina a Molly lentamente, per poi stringerle le mani. Inizialmente infatti vediamo Oda Mae compiere questi gesti; ma ecco che Molly chiude gli occhi e si abbandona, e allora anche noi ci abbandoniamo con lei ed è in quel momento che vediamo Sam, estasiato e commosso, accarezzare il volto di Molly, che gli trattiene la mano piangendo. In sottofondo Unchained Melody ci ricorda di quando Molly e Sam si scambiavano baci appassionati, inconsapevoli della triste svolta che li attendeva. Per qualche minuto, durante quell'abbraccio surreale per interposta persona, la morte non è più un problema tra loro e viene sublimata. È il momento più lirico del film. Finché non bussa quel criminale guastafeste di Carl, spezzando l'idillio (non ci stupisce che l'attore che vestì i suoi panni, Tony Goldwyn, per lungo tempo dopo questo ruolo fosse stato spesso maltrattato in pubblico da spettatori un po' troppo empatici).
Anche il finale di Ghost, dove Molly saluta Sam e riesce finalmente a vederlo prima che lui si allontani e si dissolva nel blu, è molto toccante. E noi penseremo sempre a Patrick Swayze come al commosso fantasma a cui diciamo "addio" e, subito dopo, "ciao". Ma nessuna scena pareggia per la sua perfetta dolcezza quella dell'ultimo contatto tra Molly e Sam: perché quando la morte ci separa dalla persona amata, ancora più che vederla o sentirla, ci manca toccarla.