Gentleman Jack, la recensione: nessuno mi deve giudicare, nemmeno tu

La nostra recensione di Gentleman Jack, la serie con Suranne Jones nei panni di Anne Lister, la prima lesbica moderna e protagonista del primo matrimonio fra due donne nel Regno Unito, disponibile su LaF ogni venerdì dal 26 marzo.

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Gentleman Jack: una scena della serie

Scrivendo la recensione di Gentleman Jack, la co-produzione HBO/BBC che approda in Italia con "soli" due anni di ritardo, non possiamo fare a meno di pensare al sottotitolo italiano scelto "Nessuna mi ha mai detto di no" per lanciare la serie su LaF (Sky canale 135) ogni venerdì dal 26 marzo, e di cui è già stata ordinata una seconda stagione la cui produzione è stata rallentata dal Covid-19.

BIOPIC DRAMA A CHI?

Gentleman Jack - Nessuna mi ha mai detto di no racconta una biografia così singolare da sembrare fittizia. Invece si tratta della storia vera di Anne Lister, nata nel 1791 ad Halifax nel New Yorkshire, culla della prima rivoluzione industriale, e considerata la prima lesbica moderna per la libertà con cui viveva apertamente la propria vita sentimentale, ovviamente uno "scandalo" per l'epoca. Non solo: fu la prima donna a scalare il Monte Perdido e il Vignemale e fu al centro del primo matrimonio fra due donne nel Regno Unito. La serie è scritta da Sally Wainwright (Happy Valley, Last Tango In Halifax, To Walk Invisible), che ha preso ispirazione e adattato i diari della Lister, in parte criptati e decifrati solo di recente, aggiunti nel 2011 al programma dell'UNESCO Memoria del mondo. Wainwright ha anche diretto alcuni episodi insieme alle colleghe Sarah Harding (Queer as Folk) e Jennifer Perrott (Doctor Who), che hanno dato un tocco personale alla storia da raccontare.

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Gentleman Jack: Suranne Jones in una foto della serie

La serie infatti propone un inizio in medias res, con la protagonista intenta a voler rafforzare i suoi affari, rivitalizzare la tenuta storica ereditata dallo zio, Shibden Hall, attraverso la riapertura delle miniere di carbone. La scrittura, la messa in scena e l'interpretazione dell'attrice premio BAFTA Suranne Jones (Unforgiven, Scott & Bailey, Doctor Foster) sono volte a fare di tutto per abbattere qualsiasi tipo di stereotipo nella caratterizzazione dei personaggi: sono complessi, stratificati, contradditori, proprio come si è nella realtà. Anne era ribelle, anticonformista, si vestiva sempre di nero e "da uomo" - come evidenzia la bellissima sigla, senza mai davvero mostrarne il volto, scelta azzeccata perché non è la copertina che definisce il libro. Quante volte la protagonista si sentirà dire, anche dalla sorella (una ritrovata Gemma Whelan in ruolo totalmente opposto a quello di Game of Thrones) "ma quello è un lavoro da uomini" ma non sarà questa chiusura mentale e necessità di etichettare a fermare la protagonista. Anne è vista anche nei momenti di debolezza, quando soffre per le discriminazioni che lei stessa sta combattendo senza dare a vedere quanto le facciano male.

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NESSUNA LE HA MAI DETTO DI NO

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Gentleman Jack: Suranne Jones e Sophie Rundle in una scena della serie

Dato che parliamo di un dramma in costume, dimenticate la pomposa retorica di alcuni biopic d'epoca o l'eccessivo spirito alternativo di prodotti come Dickinson: qui siamo di fronte a un ritratto fresco, accattivante e che cerca di non sottostare a nessuna regola della narrazione biografica. Un esempio? Lo sfondare la quarta parete da parte della protagonista, con un piglio che ricorda molto la protagonista di Fleabag. La cura per costumi e scenografie non appesantisce la narrazione, anzi crea un divertente contrasto fra la personalità indomabile della protagonista, che spesso verrà accusata nel corso della serie di "scappare da qualcosa", e la ristrettezza di vedute dell'epoca. Un ritmo avvincente, una scrittura da dramedy che tende a portare un sapore ironico e dolceamaro alla storia raccontata. In fondo era tutte le donne e nessuna: proprietaria terriera, imprenditrice, viaggiatrice, alpinista, forte, vulnerabile, indipendente, anticonvenzionale. Soprannominata il "Gentleman Jack" del titolo proprio per il modo di vestirsi, con cappello e abito da uomo, e non le ampie gonne "a bomboniera" tipiche dell'epoca. Nonostante ciò che la società imponeva, non aveva alcuna intenzione di trovare marito per sistemarsi, anzi era determinata a chiedere la mano della facoltosa e affascinante ereditiera Ann Walker (una Sophie Rundle delicata ma risoluta rispetto al suo personaggio in Peaky Blinders) l'unica che sarà capace di farle pensare di fermare il proprio giramondo continuo.

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Gentleman Jack: Suranne Jones nella serie

"Nessuna mi ha mai detto di no" non si riferisce solamente alle donne che non riescono a resistere al suo fascino, ma anche al suo fiuto per gli affari che fanno convincere molti a darle credito (il padre, la miniera di carbone, la banca). Il suo essere così "particolare" alimentava quella curiosità morbosa delle famiglie facoltose della campagna inglese, che trovavano in lei sempre una piacevole compagnia per come metteva in discussione le loro abitudini e regole. Così come le avventure all'estero raccontate con affetto attraverso le lettere alla zia malata per permetterle di fuggire almeno con la fantasia (la Gemma Jones mamma di Brigdet Jones). È Anne stessa a riscuotere gli affitti della tenuta, quando nessun altro può farlo, o a mettersi alla guida di una carrozza, piuttosto che stare lì a perdere tempo e aspettare che qualcuno la "salvi" o le risolva le situazioni come fosse una damigella in difficoltà. Lei è Anne Lister, punto, non deve chiedere permesso o perdono per essere se stessa.

Conclusioni

Concludiamo la recensione di Gentleman Jack felici di trovare una serie che vada contro qualsiasi regola del biopic e del period drama mostrando, costruendo un prodotto fresco, accattivante, avvincente che strizza l’occhio allo spettatore anche letteralmente grazie allo sfondamento della quarta parete, che però paradossalmente non è troppo invasivo. Anne Lister è un personaggio stratificato e complesso mostrato in tutte le sue sfaccettature, e Ann Walker è il suo perfetto contraltare romantico e di crescita personale.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • L’interpretazione assolutamente sentita e azzeccata di Suranne Jones nei panni della protagonista e il perfetto contraltare di Sophie Rundle in quelli di Ann Walker
  • L’altro contrasto complementare riuscito fra la cura delle ambientazioni e dei costumi e la personalità indomabile della protagonista
  • Scrittura e regia vanno a braccetto per dare un tocco personale al racconto

Cosa non va

  • La serie potrebbe non piacere a chi non regge le serie in costume, ma vi consigliamo di darle una possibilità perché potrebbe sorprendervi