Fringe - Stagione 3, episodi 1 e 2: Olivia e The Box

Avvio di stagione 3 in USA nel segno dell'alternanza narrativa per la serie creata da J.J. Abrams, che affronta le conseguenze dell'intenso cliffhanger dello scorso maggio.

Senza mai avere totale consenso da parte di pubblico e critica, Fringe è andata avanti per due stagioni tra alti e bassi e lo spettro quasi costante della cancellazione da parte di una Fox che spesso si è dimostrata molto meno tollerante nei confronti delle sue serie non del tutto convincenti. Qualcosa però, almeno a livello narrativo, è cambiato a metà del suo secondo anno, aggiungendo quella continuity, quel filo ininterrotto tra un episodio e l'altro, che noi stessi avevamo invocato per tutto il suo primo anno e mezzo di vita. Da Jacksonville in poi, il cammino della serie si è dimostrato ben più solido, le sue storie di più ampio respiro e l'evoluzione dei suoi personaggi molto più sicura e coinvolgente.
E' su questa falsariga che riprende la terza stagione, riagganciandosi al cliffhanger che aveva chiuso la precedente ed aggiungendo un nuovo elemento a movimentare il racconto, quello dell'alternanza.

Olivia e The Box, i primi due episodi della stagione 3, ci fanno capire che, almeno in questa prima manciata di episodi, la storia seguirà due binari paralleli, concentrandosi sulle due versioni del personaggio di Anna Torv, una in ognuno dei due mondi che Fringe ci ha fatto conoscere. Si parte nell'universo parallelo al nostro, con l'Olivia originale impegnata a liberarsi dalla priogionia e trovare un modo per tornare indietro; si prosegue nel nostro mondo, nel quale la falsa Olivia sta cercando di integrarsi per portare avanti il suo incarico. Due episodi dal sapore diverso, incentrati su due diversi approcci: da una parte la frenesia del primo nel seguire gli spostamenti della Dunham, dall'altro la tensione costruita abilmente dal secondo.

Entrambe le agenti hanno le loro difficoltà: l'originale accompagnata dall'Andre Royo di The Wire in veste da tassista, ma condizionata da un siero iniettatole dallo staff di Walternate per condizionarla con il DNA della sua sosia. Il perchè il Segretario della Difesa voglia far riemergere i ricordi della sua Olivia in quella che ha imprigionato è ancora poco chiaro, ma il vero spunto interessante ai fini della trama della stagione è la sua intenzione di mettere insieme la macchina che gli permetterà distruggere il mondo parallelo al suo, la guerra che intende combattere per salvare il proprio, sempre più danneggiato nella collisione tra i due universi.

Rispetto alla sua prima fugace apparizione nel finale della stagione 1, il mondo parallelo al nostro ha acquisito maggior spessore e profondità, i suoi abitanti iniziano ad essere caratterizzati (e che gioia rivedere Kirk Acevedo nel cast della serie) in tutte le differenze dalle loro controparti nostrane, e soprattutto la serie si adatta a seguirne le gesta, a partire dalla conferma della sigla alternativa per gli episodi, come Olivia, ambientati per la maggior parte dall'altra parte.
La falsa Dunham (già ribattezzata di modi diversi dai fan online, tra cui Bolivia, da Bad Olivia) è invece centrale in The Box, che la vede alle prese con una misteriosa quanto letale scatola dissepellita nel nostro mondo, ma importante per gli abitanti dell'altro.

Ma è soprattutto interessante vedere i suoi sforzi di integrazione, i suoi tentativi di conoscere la donna che sta impersonando e le differenze rispetto a sè stessa, ed il modo diverso in cui si relaziona con Peter, proprio nel momento più delicato del loro rapporto.
Anna Torv si dimostra abile nel dipingere le due varianti del suo personaggio, ma lo sono altrettanto i suoi colleghi nella stessa situazione, da Acevedo nel rappresentare un altro Charlie a Reddick e soprattutto John Noble, che danno vita a varianti più o meno distanti da quelli che eravamo abituati a seguire.

Un ulteriore spunto per costruire una stagione interessante viene dalla dipartita di William Bell, con l'addio alle scene di quella che era stata la guest star d'eccezione di Fringe, Leonard Nimoy: lo scienziato ha ovviamente lasciato qualcosa ai suoi collaboratori più fidati, la Sharp e Bishop senior. Il lascito per l'ex socio Walter è un messaggio ed una chiave per una cassetta di sicurezza (un'ulteriore box), che contiene la proprietà della Massive Dynamic. Sarà in grado il personaggio interpretato da John Noble di gestire questa responsabilità e con che intenzioni?
Con due buoni episodi, Fringe ha gettato le basi del suo terzo anno di vita, dando l'impressione di aver finalmente trovato un equilibrio tra le sue diverse anime e di poter finalmente dar vita ad una storia di più ampio respiro che possa coinvolgere gli spettatori e ripagare l'inusuale fiducia del network che la ospita.

Movieplayer.it

4.0/5