Fringe - Stagione 1, episodio 16: Unleashed

In attesa del gran finale di stagione, un classico episodio riempitivo che però sviluppa alcuni aspetti psicologici dei personaggi principali.

Ci basta gettare un'occhiata alle trame dei prossimi episodi che conducono al finale della prima stagione di Fringe per renderci conto che stiamo per tornare in grande stile sulla storyline principale della serie, quindi possiamo accettare di buon grado un episodio a sè, il più classico dei monster of the week, letteralmente, in attesa di conoscere di più del misterioso potere di Olivia e della sua infanzia.
E' proprio un mostro il fulcro dell'episodio Unleashed (in italiano Bestia in libertà), una creatura geneticamente prodotta in laboratorio con corpo di leone, fauci di serpente, artigli d'aquila e pelle di rinoceronte, con una spruzzata di pipistrello come ingrediente segreto, quello che, per la natura stessa dell'animale, consente al tutto di stare insieme e crescere senza che le varie parti vengano rigettate. L'ingrediente segreto che trenta anni prima era mancato a Walter per portare a compimento questo stesso esperimento genetico, cosa riuscita invece alla Swift Research, che ha sviluppato la ricerca di un certo Cameron Deglmann, lo stesso pioniere di questo tipo di studi a cui anche Walter si era ispirato in passato.
Ma il sapere di non essere direttamente responsabile delle vittime causate dal mostro (sette soltanto nella notte della sua fuga dal laboratorio, in seguito ad una incursione di un gruppo di militanti animalisti contrari alle attività della Swift Reaserch), non tranquillizza il dottor Bishop, seriamente colpito dall'accadato, molto più di quanto aveva dimostrato in passato rispetto ad altre evoluzioni dei suoi studi. Un particolare, questo, che ci fornisce un'analisi più approfondita della psicologia del geniale scienziato e ci dimostra come la sua consapevolezza del mondo che lo circonda si stia consolidando nel corso della serie e che differenzia l'episodio Unleashed dagli altri simili di inizio stagione.

Questo tormento interiore di Walter si concretizza nel suo sacrificarsi in prima persona e fungere da esca per la creatura quando diventa necessario catturarla in breve tempo per ottenere un campione del suo sangue da usare per bloccare la crescita delle larve del mostro iniettate nel corpo dell'agente Francis, ferito ed infettato nel corso delle indagini, prima che sia troppo tardi.
La corsa contro il tempo per salvare il collega di Olivia è l'occasione per mostrarci qualche dettaglio della sua vita privata, per farci conoscere la sua compagna e così permetterci di empatizzare maggiormente con il pericolo che sta correndo, ma sarebbe stato molto più efficace se avessimo avuto modo già in precedenza, nel corso della stagione e degli episodi precedenti, di conoscere più aspetti dei personaggi secondari. E' soprattutto in questi dettagli che Fringe deve crescere come serie, nel riuscire a dare maggior spessore alle figure di contorno, sia per rendere più ricco il mondo in cui i protagonisti si muovono, sia per accrescere la nostra partecipazione emotiva quando questi vengono chiamati in prima linea per alcuni episodi. Sarebbe servito ora per l'agente Francis, pensiamo che servirà presto per Astrid.
Un piccolo sforzo in questo senso è visibile proprio nel riuscito incipit di questa settimana, nella breve sequenza familiare a casa Dunham che, con poche battute ben scritte, mette in risalto due diversi tipi di gelosia, riuscendo ad approfondire il rapporto tra Olivia, la sorella e Peter: mentre Rachel si dimostra gelosa del rapporto di Olivia mentre legge una favola alla nipote, sentendosi minacciata nel ruolo di madre amorevole, una telefonata di Peter proprio alla sorella di Olivia suscita in quest'ultima un altro genere di gelosia, forse facendola riflettere per la prima volta sul rapporto tra lei ed il giovane figlio del dottor Bishop, un rapporto che gli autori hanno in mente di sviluppare lentamente nel prosieguo della serie.
Questi spunti sulla psicologia dei personaggi, una serie di momenti particolarmente divertenti tra i due Bishop e la solita bravura di John Noble nel descrivere le diverse sfumature dello scienziato, muovendosi con disinvoltura dall'abituale svagatezza ed ironia al tormento per le implicazioni etiche dei suoi studi, rendono interessante anche un episodio di passaggio, convenzionale nella sua impostazione, in cui la storyline della serie non viene, apparentemente, tirata in ballo.
Il tutto in attesa degli ultimi quattro episodi e del sempre più vicino gran finale di stagione che ci permetterà di fare la conoscenza dell'ex collega di Bishop, William Bell, per impersonare il quale è stata chiamata una guest star d'eccezione: Leonard Nimoy.