Recensione The Big White (2005)

Una irriverente Holly Hunter e vaghi richiami al capolavoro dei fratelli Coen non riescono a salvare dalla mediocrità una dark comedy poco convincente.

Fratelli, dove siete?

L'Alaska possiede senz'altro tante bellezze naturali, ma di certo tra neve, freddo, tempeste ed animali selvatici non deve essere proprio il luogo ideale in cui vivere. O almeno è così che la pensano i protagonisti della dark comedy, The Big White: Paul Barnell, infatti, proprietario di una sfortunata agenzia di viaggi con troppe bollette da pagare, sogna una crociera tropicale per sé stesso e per la moglie Margaret, che che soffre di alcuni disturbi neurologici, dalla sindrome di Tourette ad altri meno identificabili. Ted Watters, giovane ed ambizioso perito delle assicurazioni, sogna invece la promozione che finalmente gli garantirebbe il trasferimento in un luogo più caldo insieme alla fidanzata Tiffany.
Paul ha bisogno di soldi per le cure necessarie alla moglie e per il viaggio tanto bramato che secondo lui potrebbe aiutare la condizione della consorte. Ted ha bisogno di un colpaccio sul lavoro, come per esempio smascherare una grossa frode assicurativa. I sogni e le vite dei due si scontrano quando Paul rinviene un cadavere nei rifiuti dietro al suo negozio e decide di farlo passare per suo fratello Raymond, scomparso senza lasciar traccia da cinque anni, così da incassare una polizza sulla vita che vale la bellezza di un milione di dollari.

La neve, due strani killer alle prese con un ancor più strano rapimento, un truffatore un po' imbranato e un detective poco convenzionale sono solo alcuni degli elementi di questo secondo lungometraggio di Mark Mylod che richiamano alla mente lo splendido Fargo ma che allo stesso tempo ci fanno rimpiangere la straordinaria abilità dei fratelli Coen nel miscelare grottesco e noir, dramma e commedia. Non è infatti nella mancanza di originalità del plot che vanno ricercate le maggiori imperfezioni della pellicola, ma proprio nel cattivo bilanciamento della sceneggiatura tra i simpatici siparietti comici e le difficili scelte, anche morali, che devono affrontare i protagonisti: il personaggio di Paul, interepretato in maniera diligente ma poco incisiva da Robin Williams, che sceglie di truffare l'assicurazione non solo per necessità ma soprattutto per amore di sua moglie, non coinvolge e non emoziona, così come ci lascia freddi la crisi della coppia Ted/Tiffany, anche se interpretata dai pur bravi Giovanni Ribisi e Alison Lohman.
A risollevare un pò le sorti del film, almeno per il lato più scanzonato, ci pensa invece una irriverente Holly Hunter, bravissima come suo solito nell'interpretare intere scene solo con uno sguardo ma anche pronta a travolgere chiunque le capiti sotto tiro con un fiume di parole, parolacce e, nel caso del poco convinto killer/rapitore, oggettistica varia. Se a Williams quindi spettano poche scene divertenti (ma anche qui il politically incorrect non manca, basti vedere le scene in cui prova a far entrare il cadavere congelato in un frigo oppure lo cosparge di bacon e altre cibarie per renderlo più appetibile a lupi ed orsi) e molte in cui viene richiesta invece una recitazione più asciutta e malinconica, la Hunter si lascia andare negli unici momenti davvero indimenticabili della pellicola, quelli che potremmo definire delle "ingiurie".

Se, insomma, cercate una murder story ambientata al freddo e al gelo, dirigetevi senza alcun dubbi verso Fargo oppure, se non potete proprio fare a meno della presenza di Williams, su Insomnia di Christopher Nolan, perchè questo The Big White non ha sicuramente quello che cercate. Se volete un pò di sano, scorretto ma allo stesso tempo innocuo divertimento potreste farci un pensierino, anche se non siamo dalle parti della classica commedia per famiglie alla Robin Williams. Niente Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre, per capirci. Se invece, come noi, amate i Coen e cercate anche solo un vago eco della loro passata brillantezza e genialità, unitevi allo nostra ricerca e pregate per un loro effettivo ritorno, perchè qui in Alaska che li ricordi ci sono solo un paio di attori a loro cari, la stessa Hunter più Tim Blake Nelson nei panni di uno dei rapitori, e puzza di (mancato) plagio.

Movieplayer.it

2.0/5