Frank Miller ci regala un assaggio di The Spirit

Il leggendario Miller approda a Roma per presentare alcune scene del suo nuovo film, in arrivo nelle sale di tutto il mondo a Natale.

Il tour promozionale che sta portando il leggendario Frank Miller da un angolo all'altro del mondo fa tappa a Roma, ed è in una cornice sontuosa e promettente che i cronisti della capitale hanno la possibilità di "assaggiare" qualche scena di The Spirit - in uscita in tutto il mondo il prossimo 25 dicembre - commentata dal suo autore in persona. Dopo aver regalato a Zack Snyder il suo graphic novel 300 per un successo straordinario e dopo aver co-diretto con Robert Rodriguez il cult Sin City, tratto dalla serie a due dimensioni che l'ha reso celebre le anssieme ad altri storici albi, per il suo debutto alla regia in solitaria Miller sceglie uno dei suoi maestri, Will Eisner, autore, con The Spirit, pubblicato tra il 1940 e il 1952, di uno dei primi fumetti rivolti prevalentemente a lettori adulti.

The Spirit narra la storia di Denny Colt, un giovane e promettente poliziotto ucciso in servizio, che torna dall'oltretomba con una missione e con l'immancabile acerrimo nemico. Nel fumetto di Eisner, il perfido Octopus, uno scienziato pazzo afflitto da deliri di onnipotenza e brame d'immortalità, appariva soltanto come un paio di guanti fluttuanti nell'aria. Miller però aveva bisogno di un cattivo cinematografico che riempisse lo schermo in ben altra maniera, e così ha chiamato un attore del carisma di Samuel L. Jackson: e il supervillain è senz'altro il personaggio che più lascia il segno tra quelli visti queste pillole di Spirit. "Avete notato i tatuaggi sul volto?", chiede Miller. "Normalmente ci si tatua una lacrima sul viso quando si finisce una volta in carcere. Lui ne ha otto. E' davvero uno tosto." Ma più che di Jackson, o di Gabriel Macht, l'attore che veste panni, cappello e cravatta rosso brillante di Spirit, Miller sembra orgoglioso delle sue interpreti femminili: "Credo che la mia opera non lasci spazio a equivoci, le donne mi piacciono tutte". Almeno in questa sede, però, Miller tradisce una certa preferenza per Eva Mendes e Scarlett Johansson, protagoniste di diverse scene tra quelle presentate in anteprima durante l'incontro. La Mendes in The Spirit interpreta una sexy e letale ladra di gioielli che condivide un legame radicato nel passato con Denny. La Johansson, invece, con chignon, occhialini e rossetto hot, è l'astuta assistente di Octopus.
La cura formale ed estetica del Miller cinematografico, che deriva da quella del

Miller fumettista ("Da quando la mia disegnatrice Lynn Varley mi ha abbandonato per dedicarsi ai suoi quadri, sono passato al bianco e nero", dice l'autore di Batman: The Dark Knight Returns) esalta certamente le grazie delle sue protagoniste e amplifica un concetto di violenza estremamente ludico.
Spirit, nelle scene di lotta, fa scempio con gran gusto e creatività dei cloni ritardati che rappresentano l'esercito personale di Octopus utilizzando tutti gli espedienti che la sua amata Central City gli offre: dalla neve accumulata sul marciapiede ai cavi dell'alta tensione fino ai visori di retromarcia, tutto è al servizio dell'eroe in una città in cui è facile riconoscere la metropoli per eccellenza: "In quanto omaggio ad Eisner", dice Frank Miller, "il mio film è anche un omaggio a New York... e alle donne."

Ancora le donne: la debolezza di Frank Miller è anche la debolezza di Spirit; nelle scene cui abbiamo avuto la fortuna di assistere lo imbarazzano, lo ingannano, lo distraggono, lo deridono, la Mendes lo spinge anche fuori da una finestra... Per fortuna, da quando è tornato dalla morte, il nostro eroe è più o meno invulnerabile: ma alcune parole pronunciate da Octopus fanno pensare che la cosa non sia irreversibile. Intanto, però, i due sono "capaci di prendere una quantità incredibile di botte", come spiega Miller, che lo prova anche con la scena di uno spettacolare ed estremamente divertente corpo a corpo.
Quello della giocosità e del divertimento sembrerebbe essere il registro predominante dell'opera: rispetto a Sin City e a 300, la dimensione drammatica dei personaggi sembra molto ridotta, non c'è la malinconia esistenziale di personaggi come Marv o Hartigan né il superuomismo eroico di un Leonida. The Spirit è il leggero e disimpegnato divertissement con cui un maestro del fumetto ne celebra un altro.

Dinoccolato, con il solito cappello calcato sullo sguardo ironico, Miller sembra uscito da una delle sue storie, e ha l'entusiasmo di un ragazzino alle prese con un mondo fantastico che si è miracolosamente concretizzato tra le sue mani. "Sono innamorato del mondo del cinema, tanto innamorato che non ho nemmeno intenzione di tornare ai fumetti per un po'. Non ho voglia di parlare troppo dei progetti futuri, non ci credo finché non vedo il titolo comparire sul grande schermo, ma per Sin City 2 è quasi tutto pronto, appena possibile io e Robert Rodriguez saremo di nuovo in sella."
E quando arriva la domanda inevitabile sul successo dei comic-movies che starebbero salvando Hollywood dalla crisi, Miller risponde che non è certo il suo intento quello di "salvare qualcosa che non ha nessun bisogno di essere salvata. I produttori hanno scoperto che i fumetti hanno un enorme potenziale di intrattenimento, e adesso la tecnologia concede ai filmaker le stesse possibilità che hanno i cartoonist, e io sono onorato di contribuire a un'industria più vitale che mai."
Un'industria in cui Frank Miller ha una fiducia tale da richiedere ai suoi distributori una release il giorno di Natale, accanto a blockbuster dai contenuti molto più "appropriati". Una mossa rischiosa, considerata l'imprevedibilità del botteghino USA e le dimensioni del budget realizzativo e promozionale di questo film. Ma è impossibile non fare il tifo per The Spirit, come è impossibile non fare il tifo per Frank Miller.