Fleming: l'uomo che non era Bond

Dal 2 settembre su Sky Atlantic Fleming - Essere James Bond, la miniserie biopic di BBC America ambientata sullo sfondo della Seconda guerra mondiale e incentrata sulla figura del creatore di James Bond.

Londra, 1939: Ian Fleming - non ancora l'affermato autore dei romanzi di James Bond - ordina al bancone un Vesper (il celebre cocktail descritto nel romanzo Casino Royale e nelle trasposizioni cinematografiche): "tre parti di Gordon gin, una di vodka, la metà di Kina Lillet. Agitato non mescolato". Il ricco e inconcludente socialite riceve uno sguardo di sufficienza dal cameriere che lo liquida allungandogli una bottiglietta di Lillet. I pochi secondi di questo aneddoto, mostrato nei primi dieci minuti di Fleming - Essere James Bond, definiscono l'intera miniserie prodotta BBC America (dal 2 settembre in prima serata su Sky Atlantic*): come la richiesta del protagonista è ridondante, sofisticata, curata nei dettagli e incredibilmente pretenziosa.

Il Fleming raffigurato in questa serie di quattro puntate è quello, rilassato ultraquarantenne, del 1952, che sta per dare alle stampe il suo primo romanzo su 007 Casino Royale, e quello giovane e frustrato del 1939. Ian è la pecora nera della ricca e disfunzionale famiglia Fleming; "il peggior agente bancario di Londra" lo definisce un cliente, mentre per la madre è l'erede di cui vergognarsi. Ian vive all'ombra dell'inappuntabile fratello, dalla carriera d'autore avviata; è un playboy ambizioso ma indolente che si culla sterilmente nel lusso e colleziona opere d'arte licenziose, sognando una vita avventurosa e una forma di affermazione in grado di suscitare l'ammirazione di parenti e società.

Un uomo frustrato

Fleming - Essere James Bond: una scena con Domic Cooper
Fleming - Essere James Bond: una scena con Domic Cooper

Fleming sfoga la propria insoddisfazione in una sessualità famelica e prevaricatrice, e una fantasia fervida che riverserà, molti anni dopo, nella letteratura. Eppure, "tutto quello che ho scritto ha un precedente nella realtà", precisa all'indomani della consegna del manoscritto; il poliglotta amante delle feste e delle donne, infatti, viene arruolato dall'ammiraglio Godfrey nel controspionaggio britannico, che ne considera la conoscenza della lingua tedesca e degli ambienti altolocati materiale da spia. Gli estratti della biografia dell'autore su cui si focalizza la miniserie sono strumentali a una ricerca sistematica e probante delle analogie tra vita personale dello scrittore e le imprese del suo personaggio: Ian incontrerà negli anni a venire i prototipi di M (Godfrey, interpretato dal Samuel West di Carrington), di Miss Moneypenny (il secondo ufficiale Monday, ha le fattezze dell'altera Anna Chancellor di The Hour), e delle Bond Girl, (la femme fatale Muriel Wright, che ha il volto di Annabelle Wallis di I Tudors - Scandali a corte). Dopo numerosi tentativi di eludere la monotonia della scrivania e persuadere i superiori a promuoverlo al servizio attivo, Fleming conquisterà un ruolo sul campo, partecipando in prima linea a missioni di controspionaggio che ne metteranno in evidenza l'ingratitudine e la vigliaccheria poco bondiane. Sarò propria la narrazione relativa agli anni nell'Intelligence a metterne in luce una moralità decisamente subordinata all'auto-preservazione e all'opportunismo.

In amore e in guerra

Gli sceneggiatori Don MacPherson (Absolute Beginners) e John Brownlow, nella selezione della biografia dello scrittore, si concentrano, oltre che sull'esperienza militare, anche sulla vita sentimentale di Fleming: buona parte della narrazione è riservata all'ossessione per Ann O'Neill, donna sposata - ma con già un amante a carico - con la quale intrattiene una relazione discontinua dove la prevaricazione sessuale è il mezzo attraverso il quale sfoga rabbia e avvilimento. Il ritratto del protagonista corrisponde a quello di un uomo dominato dall'insoddisfazione e dall'egoismo; è interpretato da un buon Dominic Cooper (Captain America: il primo vendicatore), cui spetta la greve incombenza di incarnare una figura poco piacevole e sommariamente negativa. Accanto all'attore londinese figura l'irrequieta Lara Pulver di Sherlock e Da Vinci's Demons, con la quale condivide le sequenze meno entusiasmanti e più ripetitive del period che sono costituite, per l'appunto, dall'interazione tra Ian e Ann.

Gli incontri amorosi si risolvono in pruriginose scene abbozzate di sesso cruento e di sottomissione, tuttavia meno risibili dell'involontariamente ridicola scena del bacio galeotto impreziosito da annessa metafora fallica - lo sganciamento di una bomba - degna di Una pallottola spuntata. Anche per il period drama Fleming - Essere James Bond, BBC riserva grande cura alla ricostruzione storica con scenografie opulente immerse in luci calde e morbide di grande suggestione. Tuttavia, l'immagine quasi decadente della capitale britannica è poco più di una cartolina bidimensionale, mentre la feste elitarie sono vacui tableau vivant dove Antonia Tomas di Misfits - nei panni della cantante jazz dal repertorio di languide canzoni che parlano di rivalse sentimentali - è ridotta a fare da luccicante tappezzeria, bella senz'anima e pensieri propri.

Scelte sbagliate

Fleming - Essere James Bond: un'immagine della serie
Fleming - Essere James Bond: un'immagine della serie

Una scrittura asettica e la scelta opinabile degli elementi biografici - soprattutto quando si risolve nell'eccessivo tempo filmico riservato alla relazione tra Ian e Ann - è la causa più rilevante della ridondanza narrativa e della sterilità emotiva di questo biopic: a Fleming - Essere James Bond sembra mancare il cuore, come al suo protagonista che non ha la qualità morali sufficienti ad ammantare di umanità le sue debolezze, né quelle di grandeur e fascino di un intrigante villain in grado di ispirare indulgenza con il proprio charme.
 Il momento del confronto tra Fleming e la madre bigotta e sempre pronta a giudicare, dove lui sbotta riuscendo finalmente a rinfacciarne l'ipocrisia, è emblematica di un protagonista dostoevskjiano, ambizioso ma piccolo e meschino, intellettualmente superiore ma privo della saldezza psicologica necessaria per essere un grande. Lo diventa nella proiezione di un alter ego letterario, lasciando lo spettatore mortificato dallo scarso coinvolgimento.

Conclusioni

La sensazione finale è che Fleming - Essere James Bond mirasse, senza riuscirvi, a raffigurare un personaggio realmente esistito intrigante nella sua ambiguità, e che deviando totalmente dall'intento, fallisca nel sostenere la tesi secondo la quale Bond, privato dell'allure della dimensione immaginifica letteraria, sia l'autore stesso. Il povero Fleming, a differenza della spia al servizio di Sua Maestà, resta un personaggio in cerca di un autore in grado di raccontarlo.

*Il Kina Lillet non esiste più in commercio dal 1986, ma qui trovate le istruzione per ricostruire il cocktail

Movieplayer.it

2.5/5