FlashForward - Stagione 1, episodio 13 e 14: Blowback e Better Angels

Va avanti tra alti e bassi il viaggio verso la rivelazione dell'intrigo alla base dei FlashForward, mentre in USA il calo di spettatori continua e potrebbe diventare preoccupante.

Al rientro dopo la lunghissima pausa invernale, Revelation Zero ci aveva convinti e sembrava che gli autori di FlashForward avessero dato una svolta alla piattezza degli ultimi episodi autunnali, ripensando alcuni aspetti che stavano funzionando poco, aggiungendo ritmo e soprattutto iniziando a dare risposte concrete su alcuni dei misteri introdotti nella prima parte della stagione.
Due settimane e due episodi dopo, non ci sentiamo altrettanto ottimisti e ci sembra di comprandere queli spettatori americani che poco a poco stanno abbandonando la serie, facendo toccare agli ascolti la punta minima della stagione con 5,04 milioni. Blowback e Better Angels, infatti, entrambi diretti da Constantine Makris, sono per molti aspetti episodi di transizione, che portano avanti la storia, introducendo nuovi aspetti e facendo luce su una parte di plot mai approfondita come quella che fa capo alle torri in Somalia, ma sembrano di preparazione a qualcosa di grosso che, a questo punto, speriamo ci venga svelato al più presto.

Blowback in particolare aggiunge poco dal punto di vista delle indagini e funge da preparazione per il viaggio in Somalia dell'episodio successivo. E' però l'occasione per un confronto tra Mark e Lloyd per far luce sulle rispettive visioni, raccontandosele a vicenda nella stanza da letto dell'agente, il luogo in cui il tradimento della moglie con lo scienziato sembrerebbe verificarsi di lì a qualche mese. Parallelamente, c'è chi non si accontenta di quanto fatto dagli agenti finora: Zoey infatti non ci sta a subire passivamente il potenziale futuro di Demetri, chiedendo ed ottenendo - dietro minaccia al capo Wedeck - di poter riesaminare i file relativi a Mosaic. Poco importa che il povero Demetri non apprezzi il suo coinvolgimento, Zoey comprensibilmente preferisce cercare di salvare la vita all'uomo che ama.

La storyline che convince meno, e per ora annoia più delle altre, è quella relativa ad Aaron e Tracy. Annoia perchè apparentemente slegata dal filone principale che conduce ai responsabili del blackout, visto che il coinvolgimento del gruppo Jericho, causa dei guai del personaggio interpretato da Genevieve Cortese, è ancora poco chiaro; ma soprattutto non convince per l'ingenuità di Aaron nel rivelare il ritorno della figlia, nascosta a casa sua, all'ex commilitone Mike. Una confidenza che porta al rapimento di Tracy ed alla trasformazione del padre in uomo d'azione in lotta contro il gruppo militare Jericho ed in particolare il suo comandante, a cui dà il volto James Remar. Per Aaron, rotta quindi verso Kandahar per recuperare la figlia rapita e far avverare il flashforward in cui si vedeva al suo fianco, sperando che si riesca a rendere la loro storia più coinvolgente ed integrata nel plot principale.

Un viaggio è anche alla base di Better Angels, con la spedizione in Somalia organizzata dall'agente Vogel per indagare sulla torre rilevata dalle riprese satallitari. Orfano di Mark, lasciato alla base perchè troppo importante ai fini delle indagini principali, il gruppo raggiunge la destinazione ed è costretto ad affrontare pericoli ulteriori rispetto a quelle preventivati e dovuti al trovarsi in un territorio ostile: la torre, ed il villaggio somalo accanto al quale sorge, sono presidiati da un gruppo di guerriglieri che fa capo ad Abdi (Owiso Odera), sopravvissuto al blackout del 1991 perchè assente dal paese.

La torre non è avara di sorprese e risposte: al suo interno le registrazioni di quanto fatto venti anni prima fanno luce su una versione in scala minore del blackout che funge da punto di partenza della serie, con le coscienze degli abitanti del posto mandate in avanti di due settimane. Cavie da eliminare per chi si è occupato dell'esperimento, come provano i cadaveri di tutti loro rinchiusi all'interno dell'edificio. Dalle registrazioni arriva anche la conferma della responsabilità di D Gibbons/ Dyson Frost, presente nelle registrazioni a condurre gli esperimenti e protagonista del momento più debole dell'episodio, ovvero la caduta di stile del minuto finale, il tentativo di mettere in piedi un altro cliffhanger ad effetto, che però appare forzato: la VHS con le registrazioni dei test che, lasciata in esecuzione oltre la conclusione della parte registrata, ci mostra un ulteriore frammento video in cui Frost lascia un messaggio diretto per Demetri.

Il viaggio in Somalia ancora una volta conferma la possibilità di cambiare il destino che appare nelle visioni di ognuno dei protagonisti, in questo caso di Abdi che viene ucciso nello scontro nella torre contrariamente al suo flashforward che lo raffigurava mentre lanciava un discorso di pace al suo popolo. In questo caso, un cambiamento che sembrerebbe negativo non solo per il personaggio, ma per tutta la sua terra.

Mark ed Olivia nel frattempo sono riusciti a far luce sulla visione della piccola Charlie e sul suo "D Gibbons è un uomo cattivo", che viene dalla conversazione telefonica tra Lloyd e Mark, incrociata con quanto detto dal figlio dello scienziato, Dylan. Ma quello che più conta della visione della bambina, quello che più l'ha terrorizzata, è l'arrivo di due agenti fuori casa (uno dei quali, veniamo a sapere in seguito, è Vogel), che nel parlare tra loro annunciavano la morte di Mark Benford.
Il personaggio interpretato da Joseph Fiennes resta quindi centrale anche dopo questi ulteriori sviluppi, così come il dramma familiare che sta vivendo, affrontando la potenziale fine del suo matrimonio con Olivia. La donna mostra infatti il desiderio di lottare perchè questo non avvenga, proponendo anche il trasferimento in un'altra città, per far sì che anche le loro visioni non si possano avverare al pari di altre, ma lui è ancora troppo legato all'indagine che da lui prende le mosse per lasciare. Cambierà idea?