Firefly: un viaggio troppo breve

La più sfortunata tra le creature televisive di Joss Whedon, congelata dalla Fox dopo una sola stagione, è comunque riuscita a raggiungere lo status di cult.

Dopo i successi di serie che hanno cambiato lo scenario della televisione stelle e strisce, Buffy l'ammazzavampiri e lo spin-off Angel, Joss Whedon ci riprovò nel 2002 con Firefly, le cui premesse erano semplici ma affascinanti: coniugare una classica ambientazione fantascientifica con il western più avventuroso dando largo spazio a ben nove personaggi principali e all'ironia che ha sempre contraddistinto il lavoro di Whedon.

Ancora prima della messa in onda in USA, tuttavia, era chiaro quanto poco Firefly fosse gradito alla divisione televisiva della Fox; il pilot non fu nemmeno trasmesso, se non dopo la decisione di sospendere definitivamente la serie stessa dopo soli undici episodi, con tre già pronti ma mai mandati in onda.
Nonostante il trattamento non certo esemplare da parte dell'emittente, il pubblico statunitense sembrò apprezzare ed in breve tempo su Internet fiorirono un gran numero di gruppi di appassionati, che, attraverso varie petizioni, dimostrarono che il loro interesse non era destinato a scemare così facilmente. Lo stesso Whedon non sembrava voler demordere e ben presto annunciò di voler portare Firefly al cinema, progetto appoggiato dall'Universal (convinta probabilmente anche dalle vendite strabilianti ottenuti dal cofanetto dvd della serie), e che è arrivato anche nelle nostre sale, in uscita limitata, con il titolo Serenity. Il film in America è stato un flop al botteghino: non sono bastati né l'entusiamo dei fan né le recensioni decisamente positive ricevute dalla pellicola a innalzare gli incassi al di sopra dei venticinque milioni di dollari casalinghi.

Chiusa anche l'avventura cinematografica, Joss Whedon confessa che Firefly gli manca, gli mancherà sempre, ma è il momento di andare avanti. Ma i fan non si sono arresi, anzi, sul web è attivo un gruppo di browncoats (il nickname dei fan della serie, dal colore indossato dai soldati della Ribellione) che cerca di raccogliere i fondi per rilevare dalla Fox i diritti di Firefly per poi produrre una seconda serie di episodi on demand. Nel frattempo, la prima e per ora unica serie di Firefly sta per essere trasmessa in Italia, su Italia 1 e su Jimmy. Vediamo dunque cosa dobbiamo aspettarci.

Abbiamo accennato all'ambientazione tra sci-fi e delle atmosfere western, ma naturalmente, come in qualsiasi prodotto che porti la firma di Joss Whedon, sono i personaggi che contano a dispetto di idee apprentemente improbabili. Così come Buffy Summers era a capo degli Scoobies e il vampiro con l'anima Angel era il boss dell'agenzia investigativa losangelina al centro delle vicende dello spin-off, alla guida del'equipaggio della nave cargo Serenity c'è il capitano Malcom Reynolds, che dei due precedenti eroi whedoniani eredita molte caratteristiche: ha l'ironia e la sfrontatezza della piccola Cacciatrice, ma anche la malinconia e i turbamenti dell'aitante vampiro. A differenza però di Buffy e Angel, che erano tosti, Mal le prende costantemente da tutti, e questo non può che renderlo ancora più simpatico.
Come nelle precedenti occasioni, e con maggiore dovizia, Whedon circonda il suo eroe di comprimari che riflettono, completano, contrastano la personalità del protagonista: abbiamo l'indomabile e determinata Zoe, secondo ufficiale di Serenity, suo marito Wash, pilota e comico di bordo, il possente e non troppo sveglio Jayne, la dolce Kaylee, genio della meccanica, il saggio e buffo sacerdote Padre Book, e ancora la splendida Inara, una sorta di etèra che costruirà un legame particolarmente intenso con Mal. E poi, ci sono i due "clandestini", che Mal prenderà a bordo di Serenity per salvarli dall'onnipresente e malevola Alleanza: il timido medico Simom Tam e la sorella diciassettenne River, che ha subito misteriosi e traumatici abusi dallo staff scientifico dell'Alleanza.
E poi c'è naturalmente Serenity, cargo vecchiotto ma che ha ancora molto da dire, intima e accogliente dimora e agile, potente, fidata astronave. Ci sono i traffici ai margini dei legalità cui i nostri devono industriarsi nella loro perenne fuga dall'Alleanza. Ci sono pianeti ospitali, mondi minacciosi, complici, vittime, arcinemici, amori e separazioni, gioie e dispiaceri. Un universo con cui, ci piace pensare, Joss Whedeon avrebbe potuto fare grandi cose se avesse avuto qualche stagione di tempo. E invece ci sono soltanto tredici, deliziosi episodi di Firefly, serie perdente con un eroe perdente, particolarmente cara al suo (vincente) creatore. E, ci auguriamo, anche al pubblico italiano che sta per scoprirla.