Ficarra e Picone presentano Andiamo a Quel paese: “Il futuro dell'Italia? All'estero...”

"... nel senso che prendiamo il Paese e lo portiamo proprio fuori!". Esce il 6 Novembre il quinto di film di Ficarra e Picone Andiamo a quel paese: una commedia all'italiana con contenuti da satira di costume, tra pensioni, preti e raccomandazioni, una riflessione tra acredine e ironia sull'Italia di oggi.

In attesa di rivederli a Febbraio a Striscia la Notizia, tornano al cinema Salvo Ficarra e Valentino Picone con il loro quinto film come registi e attori. Ancora una storia ambientata nella loro Sicilia, una commedia all'italiana con un tono piuttosto acre, che in modo più o meno casuale si ritrova ad affrontare temi attuali e dolorosi con uno sguardo satirico e molto critico sulla società. La storia di due disoccupati che tornano al paese e decidono di campare sulle spalle dei parenti anziani e delle loro pensioni consente una riflessione tanto divertita quanto triste sulle condizioni dell'Italia di oggi, un paese più che mai all'insegna dell'espediente e della raccomandazione.

Tra tutti i comici televisivi che hanno tentato il grande salto al cinema, Ficarra e Picone sono quelli che hanno intrapreso probabilmente un percorso di maggiore coinvolgimento, che li vede sempre impegnati anche come registi, che li ha portati al di là degli incassi a conquistarsi una loro dignità cinematografica oltre che televisiva: sviluppando anche una capacità apprezzabile nel dirigere e valorizzare altri attori oltre che loro stessi, stando anche ai consensi ricevuti dal cast presente in conferenza, tra cui spicca un volto dalla nobile filmografia come Mariano Rigillo, il prete che non ti aspetti. Abbiamo incontrato il duo siciliano durante e dopo la conferenza di presentazione del film che uscirà il 6 Novembre, per una chiacchierata dova abbiamo approfondito alcuni aspetti del film.

Tra commedia e satira di costume

Ficarra e Picone in una foto promozionale di Andiamo a quel paese
Ficarra e Picone in una foto promozionale di Andiamo a quel paese

Sempre la vostra Sicilia ma stavolta forse in veste inedita, dipinta in maniera per certi versi moderna se vogliamo.
Picone: E' la Sicilia reale, quella che abbiamo trovato e che volevamo mostrare, molte delle persone che vedete nel film sono persone del posto, prese dalla strada. Poi nelle rappresentazioni della Sicilia spesso si eccede ed è quello che facciamo anche noi.

Ci sono battute esilaranti scritte molto bene, si ride sulle disgrazie di tutti. Volete forzare la mano al Papa con quel finale così aperto al moderno?
Ficarra: Proponiamo libertà sessuale ai preti e castità ai politici nei monasteri.

Vi aspettate una telefonata da Papa Francesco?
Ficarra: Magari! La verità è che questo Papa ci ha conquistato talmente tutti che ti fa pensare che tutto sia possibile oggi nella Chiesa...

Una commedia più acre delle precedenti, quasi una satira sociale molto tagliente su certi aspetti della nostra società. Era nelle vostre intenzioni sin dall'inizio?
Picone: Noi andiamo sempre di pancia e anche questa volta, volevamo raccontare la storia di questi due disoccupati che tentano di campare alla spalle degli anziani parenti e delle loro pensioni. Era il film che che volevamo fare, ispirandoci a quella che è la situazione che vediamo in giro.

L'altra Sicilia

Andiamo a quel paese: Valentino Picone e Salvatore Ficarra in una scena del film con Lily Tirinnanzi
Andiamo a quel paese: Valentino Picone e Salvatore Ficarra in una scena del film con Lily Tirinnanzi

Raccontateci qualcosa sulla scelta di girare a Rosolini in provincia di Siracusa. Che accoglienza avete trovato?
Picone: Cercavamo un paese che avesse una piazza particolare e a Rosolini abbiamo trovato quella perfetta per noi dove ricreare la nostra Monteforte. Ha un aspetto veramente "cinematografico", tanto che ci siamo chiesti "chissà quanti film avranno girato qui?". La risposta? Nessuno. Ficarra: Abbiamo scoperto che tutti avevano girato in queste zone, da Elio Petri a Pietro Germi fino alla serie di Il Commissario Montalbano, ma nessuno era mai venuto a Rosolini, per cui erano tutti contenti e l'accoglienza ovviamente è stata fantastica, tutti volevano partecipare.

Non solo comici

Andiamo a quel paese: foto promozionale di gruppo
Andiamo a quel paese: foto promozionale di gruppo

La forza del film sta anche nella generosità di dare la parola agli altri per un'esperienza corale. Come è stato per tutti lavorare con Ficarra e Picone?
Mariano Rigillo: Ero molto scettico all'inizio di poter partecipare ad un film di questo genere e contesto, invece mi sono molto divertito. Di loro ho apprezzato la puntigliosità, la precisione e la consapevolezza tecnica: nonostante siano dei comici ho avuto sempre la sensazione di fare una cosa molto seria.
Tiziana Lodato: Non sono solo comici ma anche registi capaci e professionali. É stato come giocare ma con rigore.

Andiamo a quel paese: Valentino Picone (di spalle) in una scena del film con Fatima Trotta
Andiamo a quel paese: Valentino Picone (di spalle) in una scena del film con Fatima Trotta

Fatima Trotta: Siamo abituati a Ficarra e Picone televisivamente brillanti ma con "'a capa sulo per spartere 'e rrecchie" come dicono a Napoli. Invece sul set sono stati sorprendenti per la professionalità come registi e per quello che hanno dato agli attori

Andiamo a quel paese: Nino Frassicanei panni del barbiere in una scena del film
Andiamo a quel paese: Nino Frassicanei panni del barbiere in una scena del film

Nino Frassica: L'accoglienza a Rosolini è stata fantastica. Mi hanno regalato un formaggio, due buoi e due maiali... Loro mi hanno chiesto 'Vuoi fare una comparsata dentro il film?' e ho detto no, poi successivamente mi hanno chiesto 'vuoi fare un cameo nel film?', allora ho detto si. Un cameo suona meglio. Li conosco da quando avevano sette anni e sono veramente in gamba.
Francesco Paolantoni: Quando il prodotto è fatto da persone per bene, qualità rara, alla fine si vede ed è un valore aggiunto. E loro sono delle brave persone, anche se non sembrerebbe.

Tutti parlano bene di voi come registi, qual'è il segreto?
Ficarra: Abbiamo una grande passione per gli attori, cerchiamo di metterli a loro agio, di tirare fuori il meglio. Poi per i complimenti considera che è tutta gente prezzolata.

Salvatore Ficarra e Valentino Picone in una scena di Andiamo a quel paese
Salvatore Ficarra e Valentino Picone in una scena di Andiamo a quel paese

La ricetta per riuscire a funzionare anche al cinema oltre che in televisione?
Picone: Capire da subito che si tratta di una cosa diversa e di circondarti di professionisti che ti insegnino quello che è un altro mestiere.
Ficarra: E poi c'è sempre la componente fondamentale che è il culo... Noi diciamo sempre che 'la fortuna aiuta chi c'ha culo'.

Il film ricorda molto classici come Matrimonio all'italiana per l'ambientazione. Il luogo ha avuto un certo impatto sul racconto?
Ficarra: Il luogo ha influito, dei piccoli interventi sono stati fatti in fase di scrittura, ci siamo concessi il lusso di apportare delle modifiche anche se cerchiamo sempre di attenerci all'idea di partenza.
Picone: Ci fidiamo molto dell'intuito degli attori, dei loro suggerimenti e dei loro consigli. Tutto è stato costruito insieme, abbiamo parlato a lungo insieme di quello che loro vedevano nei rispettivi personaggi.

Il futuro dell'Italia

Andiamo a quel paese: Salvatore Ficarra in un'immagine promozionale
Andiamo a quel paese: Salvatore Ficarra in un'immagine promozionale

La pensione di 1400 euro di qualche anziano nel film é piuttosto alta.
Picone: Sono compresi gli 80 euro di Renzi...

E a proposito di Renzi, risolverà le cose?
Picone: Renzi è uno che parla bene.
Ficarra: Quando lo vedo in televisione sto bene, ti convince, ti dà sicurezza: il problema è quando cambio canale... quando non lo senti più ti accorgi che i problemi ci sono.

E come vedete il futuro dell'Italia?
Ficarra: All'estero. Nel senso che prendiamo tutto il paese e lo portiamo proprio fuori.