Femmine contro maschi, secondo round per Fausto Brizzi

Dopo il successo del primo capitolo, il regista romano torna a raccontare le crisi sentimentali di uomini e donne che si mettono perennemente alla prova; Claudio Bisio, Emilio Solfrizzi e la strepitosa Luciana Littizzetto fanno compagnia alle quattro new entry, il duo siciliano Ficarra e Picone, Francesca Inaudi e Serena Autieri; Brizzi: "Meglio la commedia che il film politico. E' difficile ironizzare su quello che leggiamo. Ci riescono solo i migliori".

Il colpevole torna sempre sul luogo del delitto, così qualche mese di distanza dall'uscita del primo capitolo, Maschi contro Femmine, ritornano in sala i personaggi della tragicomica saga ideata da Fausto Brizzi. Come si evince dal titolo, in Femmine contro Maschi, distribuito da Medusa a partire dal prossimo venerdì 4 febbraio, è l'altra metà del cielo ad essere analizzata (e amorevolmente presa in giro) dal regista capitolino che oggi al cinema Adriano di Roma ha capitanato il ricchissimo cast. Rispetto al precedente film vengono approfonditi i personaggi di Claudio Bisio, alle prese con la malattia della madre, la frizzante Wilma De Angelis, che trama per farlo tornare assieme alla ex moglie, Nancy Brilli, e quelli di Luciana Littizzetto ed Emilio Solfrizzi. La Lucianina nazionale sfrutta l'amnesia del marito per "riformattarlo", trasformandolo nell'uomo ideale che non è mai stato, salvo poi scoprire di essere affezionata anche ai difetti del consorte. Tra le new entry ci sono Salvatore Ficarra e Valentino Picone, due ultratrentenni la cui passione per i The Beatles finisce per mettere duramente alla prova le relazioni cone le rispettive compagne, Francesca Inaudi e Serena Autieri. Confermato in blocco, invece, lo storico gruppo di sceneggiatori che oltre a Brizzi, Massimiliano Bruno e Marco Martani annovera anche la scrittrice-blogger Pulsatilla (pseudonimo di Valeria Di Napoli).

Fausto, già all'epoca della presentazione di Maschi contro Femmine ci avevi raccontato di quanto sia stato complicato girare questi due film...

Fausto Brizzi: In realtà il primo film ad essere finito è stato proprio Femmine contro maschi, ma per motivi di distribuzione doveva uscire prima l'altro. La cosa complicata, lo ripeto, è stata incrociare le agende di tutti gli attori. La prossima volta dirigo un cartoon così uso solo le loro voci. In una giornata doppiamo tutto e ci togliamo il pensiero.

Guardando tutti e due i film si ha l'impressione che siano le donne ad essere più mature, mentre i maschietti soffrono endemicamente della sindrome di Peter Pan...
Fausto Brizzi: E' vero e anche in questo fanno delle figure terribili. Ci ho provato in tutti i modi a mettere in luce le pecche delle femmine, la loro attività manipolatoria, e basta vedere la storia di Luciana Littizzetto ed Emilio Solfrizzi, ma alla fine non c'è stato niente da fare. Nonostante Pulsatilla fosse l'unica donna nel gruppo di sceneggiatori è stata feroce e puntuale nel centrare i difetti dei maschi. Naturalmente, non rivelerò mai quale dei due film mi sia piaciuto di più, quale mi sia riuscito meglio. Li considero come un'unica opera e riesco poco a differenziarli, anche se hanno due vite e due anime completamente differenti. Uno è più comico, l'altro ha un tono da commedia romantica. Che è poi il mio genere preferito, quello che sento più mio. Non riuscirei a fare un film drammatico.

Non hai risposto sulla sindrome di Peter Pan...
Fausto Brizzi: Beh, con questi attori direi che sarebbe perfino superfluo dirlo. Quasi retorico...
Salvatore Ficarra: L'obiettivo delle donne è cambiare gli uomini. Se voi aveste l'uomo perfetto cosa cambiereste?
Luciana Littizzetto: La verità è che noi ci innamoriamo dei difetti, degli stronzi, dei coglioni, dei pirla. Ci affascinano queste cose perché le sentiamo come il "diverso da noi". Poi alla lunga tutto diventa fastidioso. Siamo belle suonate anche noi, dobbiamo ammetterlo. Così come dobbiamo ammettere che gli uomini da questo punto di vista sono più sani. Semplicemente loro se ne fregano. Non vogliono cambiarci, fanno la loro vita, hanno gli amici, il calcetto... Siano noi che dobbiamo tenere tutto insieme, la famiglia, il lavoro e i figli. Così diamo i numeri e diventiamo delle iene. E poi loro vanno al Luna Park. E avanti con il Bunga Bunga. Perché lo fanno tutti eh? Non solo loro.
Claudio Bisio: Nel film, però, le donne sono più reali, più profonde e più vere delle donne che vediamo sulle prime pagine dei giornali.

Già, la realtà. Come si fa a "fare commedia" quando la realtà sembra più assurda della finzione?

Fausto Brizzi: E' per questo che nei miei film parlo più di sentimenti e poco di sociale e di politica. I sentimenti, oltre a divertirmi di più, sono un un tema universale, sono quello che fa sopravvivere a lungo i film. Adesso è difficile ironizzare e alzare il tiro su quello che leggiamo. Ci riescono solo i migliori e lo lascio fare a loro.
Luciana Littizzetto: Ma noi siamo comici! Noi dobbiamo far ridere, non siamo politici, capipopolo o insegnanti. Siamo dei saltimbanchi. Il comico deve ribaltare la realtà, solo che con questa realtà ti tocca fare il doppio salto mortale e non sempre è facile. Diventare offensivi è un rischio che è dietro l'angolo. Al cinema è un'altra cosa, si è attori di una storia ed è molto diverso dalla televisione. Uno non può preparare neanche un pezzo in santa pace che poi arriva il merdone e devi cambiare tutto. Per dire, uno prepara una cosa, poi arriva la telefonata di Masi. Io dico una cosa alla Santanché e lei risponde. E se un politico risponde a un comico... Comunque risponderò anche io.
Claudio Bisio: Nel film siamo stati "costretti" in personaggi che non sono le nostre maschere, anche se il nostro è il mestiere di giullari.
Salvatore Ficarra: A parte che io e Valentino, in qualità di Angelino e Niccolò, stiamo facendo una legge per impedire domande del genere. Poi lasciatemi aggiungere che oggi si rischia di essere battuti dalla realtà. In uno sketch la puoi sparare grossa, tipo "Pronto? Sono Mubarak lo zio di Ruby, mi potete aiutare?" e può essere che accada sul serio.
Valentino Picone: Una volta abbiamo fatto una scenetta in cui ipotizzavamo delle primarie della Mafia per eleggere un nuovo boss. Cosa che poi è realmente successa. Quindi....

Emilio e Luciana, nel film la vostra storia è quella più emblematica. Il personaggio di Luciana fa un vero e proprio lavaggio del cervello del marito per trasformarlo nell'uomo ideale. Cosa "formattereste" del rapporto uomo-donna? Cosa non vi piace proprio...
Luciana Littizzetto: Non mi piace quando per dire che una donna è in gamba si dice che abbia le palle. Ecco quello che vorrei formattare. Le palle non le voglio, mi bastano le tette. Non ho mai avuto invidia del pene. Nostalgia, qualche volta...
Emilio Solfrizzi: Dopo questa battuta non vorrei dire altro, ma la domanda ormai è stata fatta. Penso che le donne abbiano fatto tanta strada e per realizzarsi hanno seguito il modello maschile. In mezzo a tante conquiste qualcosa purtroppo l'hanno persa. Ecco, magari trovo che gli uomini siano più impauriti che degli eterni Peter Pan. In realtà sarebbe meglio ascoltare l'altro e avere più rispetto. Rispetto è una parola che mi piace tanto.

Signora De Angelis, com'è stata questa avventura sul set?
Wilma De Angelis: Mi sono trovata benissimo, mi sembrava di sognare. Quella che mi è stata offerta è stata un'opportunità meravigliosa in una carriera lunghissima. Quando Fausto mi ha contattato via mail ho risposto con la mia solita incoscienza. Sono stata diretta meravigliosamente da Fausto e molto aiutata dai colleghi. Tanto che quando il gioco è finito mi è un po' dispiaciuto. E poi il ruolo di Clara è così bello, furba e tenera allo stesso stempo. Mi ci sono totalmente identificata e sono contenta di essere riuscita a trasmettervi la mia emozione. Certo, ammetto che non è stato facile accettare l'idea che il mio primo personaggio abbia 80 anni e muoia. Per fortuna ho avuto il tempo di realizzare questa cosa, perché la scena della mia morte è stata girata tardi. Quando sono arrivata a Torino ero talmente terrorizzata che credevo di morire davvero. Fausto mi ha anche chiesto di morire sul serio, per fare un bel lancio pubblicitario, ma gli ho risposto che questo favore non glielo avrei proprio fatto.
Fausto Brizzi: La cosa bella è che quando io e Wilma ci siamo incontrati la prima volta, lei credeva che fossimo una troupe di Scherzi a parte. Quindi ha risposto sì ad ogni mia proposta e intanto si guardava intorno. All'uscita credevo di aver avuto a che fare con una pazza. Il momento più imbarazzante, durante le riprese, è stato alla pausa pranzo. Noi ci vergognavamo come ladri del vassoio del catering. Così lei si offriva costantentemente di cucinare. Anche per cento persone. E un giorno ha spadellato. E' vero quello che si vede in tv. Lei sa davvero cucinare

Noemi, anche per te si tratta di un debutto. La tua canzone, Vuoto a perdere, scritta da Vasco Rossi e Gaetano Curreri, è il brano portante della colonna sonora del film...
Noemi: E mi ripeterò anche io parlando di sogno realizzato. La collaborazione con Vasco è nata da una mia dichiarazione d'amore per lui. Un giorno avevo detto che gli avrei lavato i piatti per avere una sua canzone e lui è rimasto colpito dalla mia battuta. Che dire? Si sono allineati i pianeti ed è successo. Mi piace aver accoppiato la canzone ad un film con personaggi femminili molto forti, dalla grande sostanza. E' bello che le donne normali vengano valorizzate.

Dopo i risultati di Benvenuti al Sud, La banda dei Babbi Natale e Che bella giornata si è parlato di rinascita della commedia. Come intende investire Medusa i tanti soldi guadagnati? [
Giampaolo Letta: Siamo contentissimi di questo momento e soprattutto spero che non sia solo un periodo fortunato. Volevamo storie di qualità e con un certo stile e siamo felici che il pubblico risponda in questa maniera. I soldi li abbiamo per la maggior parte investiti sempre nel cinema italiano e lo faremo ancora. Dando la giusta attenzione a giovani attori e registi.

Fausto, stai preparando il prossimo Sex 3D. Non temi che sia un azzardo questo?
Fausto Brizzi: Scommettiamo? Il 3D non è una pasticca migliorativa. Se il film è pessimo, non c'è 3D che tenga. Infatti sono uscite opere terribili. Altre invece hanno avuto ottimi risultati. Io penso che da ora in poi il 3D diventerà la norma e credetemi, l'ho visto girando il videoclip di Noemi, il risultato è fantastico. Il 3D è più bello per l'immagine, ma come sempre a contare sarà soprattutto la sceneggiatura.