Federico Cesari e un pubblico conquistato con umanità e attenzione ai temi

La nostra intervista a Federico Cesari, premiato come attore emergente alle ultime Giornate Professionali di Sorrento, a certificazione di un rapporto consolidato col pubblico, da Skam Italia a Tutto chiede salvezza, passando per il cinema a L'ultima volta che siamo stati bambini.

Federico Cesari e un pubblico conquistato con umanità e attenzione ai temi

È uno dei giovani fenomeni di casa nostra, Federico Cesari. Giovane, ma già amatissimo, e ancora più giovane quando ha debuttato con piccole comparsate dal 2007 in poi, passando per i primi ruoli in tv nel 2010 tra I Cesaroni e Tutti pazzi per amore 2, fino ad approdate al grande successo di Skam Italia (l'iconica serie che tornerà su Netflix a breve con una sesta stagione, in catalogo dal 18 gennaio) e Tutto chiede salvezza, passando per il cinema, non per ultimo nel riuscito esordio alla regia di Claudio Bisio, L'ultima volta che siamo stati bambini. Un cammino di successo certificato alle ultime Giornate professionali di Sorrento, dove ha ricevuto il premio come attore emergente proprio per questi progetti che ne hanno consolidato la posizione nel panorama dell'intrattenimento italiano.

L'affetto del pubblico e il dialogo sui temi

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Tutto chiede salvezza: Federico Cesari e Fotinì Peluso in una scena della serie Netflix

Un successo che si riflette nell'ottimo rapporto con il proprio pubblico, che lo segue con passione e interesse. "Sono contentissimo dell'affetto che ricevo da parte loro" ci ha detto in quel di Sorrento, dimostrandosi felice di un aspetto in particolare: "della voglia di confrontarsi che vedo, che penso sia determinata dalle tematiche così sensibile che alcuni progetti a cui ho preso parte hanno trattato. Questo ha creato una voglia di dialogare su questi temi così importanti, di mettersi in discussione e confrontarsi su quella che è la propria esperienza umana nell'ambito di queste dinamiche e tematiche."

Affetto ricevuto, ma anche scambiato. "Quando si crea un confronto così bello, così limpido, puoi solo ricevere un arricchimento personale" e questo non può far altro che rendere felice Federico Cesari perché, soprattutto lato cinema, accade in "un periodo non semplice per un settore che ha avuto delle difficoltà evidenti." Difficoltà che possono essere affrontate e superate, come gli ultimi mesi sembrano dimostrare e come proprio a Sorrento abbiamo potuto commentare con gli addetti ai lavori, sollevati per il successo di Paola Cortellesi e la crescita generale del settore.

L'umanità che comunica

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L'ultima volta che siamo stati bambini: Vincenzo Sebastiani, Federico Cesari e Claudio Bisio in una una scena del film

Ma c'è una chiave per spiegare il successo di Federico Cesari? Qual è la via per raggiungere il cuore degli spettatori? Noi l'abbiamo identificata proprio nell'umanità che infonde nel lavoro e nei personaggi e l'attore sembra confermare la nostra sensazione: "Penso che sia importantissimo metterci tutta l'umanità che uno ha a disposizione, tutta la professionalità e la voglia di credere nei progetti che sceglie di interpretare." Crederci, sicuramente, perché il pubblico capisce subito quando questa onestà viene a mancare, tuttavia è importante anche mettersi in discussione: "Il giocare nel fare qualcosa di nuovo, nel mettere da parte il proprio ego e il proprio senso di protezione. Farlo cadere per cercare di scoprire delle nuove parti di noi stessi."

Tutto chiede salvezza, Federico Cesari: "è importante raccontare la persona e non esclusivamente la malattia"

Il lavoro di Federico Cesari, tra cinema e televisione

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L'ultima volta che siamo stati bambini: Marianna Fontana e Federico Cesari in una scena del film

E si è messo in discussione Federico Cesari, muovendosi tra ambiti diversi, tra cinema e televisione, che comportano modalità di lavoro molto differenti. "Ovviamente su una serie hai più tempo per sviluppare il personaggio, mentre nel cinema il lavoro è più mirato, più concentrato su quella storia. La serialità ti permette molto spesso di raccontare un personaggio più a 360 gradi, mentre in un film è necessario essere più precisi e incisivi per voler trasmettere qualcosa, perché si ha meno tempo per farlo." Cambiano i tempi, quindi, più che l'approccio generale al personaggio: "sono due tipi di lavoro simili, ma che hanno questa piccola differenza su cui bisogna stare attenti." E fin qui Federico Cesari ha dimostrato di saperla gestire molto bene.