Fabio De Luigi ci spiega la ricetta di Tiramisù

Alla conferenza del film che segna il suo esordio da regista, Fabio De Luigi racconta insieme al resto del cast come gestire un affiatato team comico: la spontaneità va conservata. E solo per i lettori di Movieplayer.it una clip esclusiva!

L'esordio alla regia di Fabio De Luigi racconta la storia di Antonio, un goffo rappresentante di materiale sanitario che, grazie al sostegno e allo squisito tiramisù della moglie (Vittoria Puccini), riesce a fare carriera, dimenticando i valori importanti e facendosi talvolta distrarre dall'attraente e opportunista Stefania (Giulia Bevilacqua). Il cognato di Antonio, Franco (Angelo Duro), è invece un trentenne divorziato che impronta direttamente la sua vita su una visione cinica e amorale, mentre Marco (Alberto Farina) è lo squattrinato e depresso gestore dell'enoteca "Vini e Vinili", e completa questo trio di simpatici mediocri.

Tiramisù: Fabio De Luigi e Angelo Duro in un'immagine promozionale del film
Tiramisù: Fabio De Luigi e Angelo Duro in un'immagine promozionale del film

Alla conferenza stampa del film, in uscita il 25 febbraio in circa 400 copie, il cast ci ha raccontato con divertimento i personaggi e gli equilibri sul set. In fondo a questo articolo, invece, potete trovare una clip esclusiva del film.

Categorie di registi e i personaggi del film

Fabio, ci sono due tipi di registi esordienti: quello che a metà del percorso sente di aver scoperto in sé un nuovo artista, e quello che a metà del percorso si chiede: "Chi me l'ha fatto fare?". Tu a quale categoria appartieni?

Fabio De Luigi: Alla categoria c, che si fa la stessa domanda della categoria b, ma fin dal primo giorno di riprese; anzi, direttamente in fase di preparazione.

Visto che la storia è tua, si presume ci fosse qualcosa di personale che volevi raccontare.

Fabio De Luigi: Presumi male. Avere un ruolo da regista vuol dire prima di tutto raccontare bene una storia; se ancora non lo sai fare, non puoi scrivere una storia profonda o tua. Sarebbe un doppio salto, troppo complicato e pericoloso. Se ci sarà di nuovo l'occasione di provare quest'esperienza e dovessi affinare la mia conoscenza del mezzo, probabilmente sarò in grado di raccontare una storia personale.

Ognuno degli attori ci vuole raccontare il suo personaggio e la sua esperienza sul set?

Tiramisù: Vittoria Puccini in una scena del film
Tiramisù: Vittoria Puccini in una scena del film

Vittoria Puccini: Aurora è una donna molto innamorata del marito, e inizialmente lo sostiene e lo aiuta. Poi, quando lui perde la sua freschezza e la sua autenticità, Aurora prende le distanze dal suo atteggiamento e attua una piccola vendetta. Mi sono divertita molto durante le riprese, perché Fabio è esattamente così come lo vedete, e facevano molto ridere anche le mise che utilizzava per il film. Spesso ci chiedevamo come facesse Aurora a rimanergli accanto. Comunque sono molto contenta, perché non ho partecipato a tante commedie, sono più abituata ai ruoli drammatici, e Fabio ha la capacità di far ridere con estrema eleganza. Ha una comicità pulita, a cui per fortuna anche mia figlia potrà assistere: una comicità basata sull'intelligenza e sulla buona recitazione.

Giulia Bevilacqua: Io pago lo scotto di questa fisicità prorompente (ride), e interpreto una donna assetata di successo e di potere. Anche in questo caso ci siamo chiesti perché una così sia attratta da quest'uomo buffo, che fa perfino il prezioso.

Tiramisù: Fabio De Luigi e Vittoria Puccini in una scena del film
Tiramisù: Fabio De Luigi e Vittoria Puccini in una scena del film

Un team comico affiatato

Fabio e Angelo, voi formate una coppia che su youtube funziona moltissimo. Quanto il film deve a youtube da questo punto di vista?

Fabio De Luigi: Ci siamo accorti, dai consensi su youtube, che come coppia funzioniamo; quell'esperienza ha creato un rapporto che sarebbe stato altrimenti difficile costruire sul set. Anche perché Angelo è alla prima esperienza, Alberto pure, e per me è la prima volta da regista: eravamo tre esordienti in ruoli diversi. Quindi è stata un'ottima occasione per cementare un team comico e riproporlo nel film.

Giampaolo Letta: Poi l'origine di quei video è quasi casuale, perché dovevamo presentare il film a Riccione l'estate scorsa, e queste clip sono state l'espediente. Poi sono state pubblicate su youtube e hanno avuto molto successo.

E qualcosa sul titolo del film?

Tiramisù: Fabio De Luigi e Pippo Franco in una scena del film
Tiramisù: Fabio De Luigi e Pippo Franco in una scena del film

Fabio De Luigi: Il titolo ne è proprio il cuore. Il tiramisù fa partire la scalata improbabile di quest'uomo mediocre, e sottolinea anche il ruolo della moglie nell'affiancarlo, pur essendo decisamente migliore di lui. Succede spesso: si dice che dietro un grande uomo c'è una grande donna; in questo caso sarebbe stato meglio se la donna si fosse posta direttamente davanti all'uomo (ride). Inoltre "Tiramisù" suona anche come un augurio per gli spettatori.

Corruzione e spontaneità

Nella media dei film italiani, questo risulta veramente cinico e offre un ritratto dell'Italia devastante. C'era l'idea di una satira di denuncia?

Tiramisù: Fabio De Luigi, Alberto Farina e Angelo Duro in una scena del film
Tiramisù: Fabio De Luigi, Alberto Farina e Angelo Duro in una scena del film

Fabio De Luigi: Non c'era un intento di denuncia. Inoltre io ho raccontato una parte di società che è facilmente corruttibile, a partire dai piccoli gesti (come il dono di un tiramisù), ma ho rappresentato anche una parte più sana, impersonata dal medico illuminato, che per fortuna esiste, e che insieme a mia moglie serve a riportarmi sulla retta via. Quando ho avuto a che fare con strutture ospedaliere, ho assistito a un'attenzione commovente. Però è vero che, se leggiamo la cronaca, emergono di continuo episodi di corruzione.

Si può dire che il personaggio di Angelo prende per il bavero la vita, mentre quello di Alberto viene preso per il bavero. Quanto avete contribuito voi stessi a creare i vostri personaggi?

Alberto Farina: In realtà tutte le battute che elaboravo Fabio me le tagliava; rideva, ma poi le scartava. Mi è servito per capire che non era tutto da conservare. Questo film mi ha insegnato molto: prima le mie uniche esperienze al cinema erano da spettatore. Quindi non smetterò mai di ringraziare Fabio. Mia madre alla fine del film era proprio orgogliosa; mi ha preso sottobraccio, mi ha chiamato due volte "figlio". Quando Fabio mi ha presentato il mio personaggio, mi ha detto che non si lava, che si veste male; i costumi infatti sono i miei. È un personaggio un po' attaccato agli anni Ottanta, ascolta musica che nessuno sente e vede film che nessuno conosce: proprio come me.

Angelo Duro: Io mi associo; è stata la mia prima volta. Speravo fosse con lei (indica Giulia Bevilacqua), invece è stata con Fabio, che poi però mi ha fatto le coccole. Grazie a quei video abbiamo trovato una sintonia, utilissima per il film. E per imparare meglio andavo sul set il più possibile, anche quando non serviva.

Alberto Farina: Anch'io, e una volta ho pure sbagliato film.

Fabio De Luigi: A me è successa la stessa cosa. Poi mi sono accorto che il colore dei mezzi era diverso e che tutti ridevano, e lì ho capito di aver fatto una figuraccia.

Fabio, quali sono state le indicazioni principali che hai dato agli attori?

Fabio De Luigi: Quando si hanno a disposizione attori che hanno una naturale vena comica, si deve cercare di non incasellarli troppo e li si deve lasciare liberi di esprimersi. Poi chiaramente il ruolo esiste e non tutte le idee sono da conservare; ma si deve preservare la loro spontaneità.

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