E poi c'è... il talk show di Alessandro Cattelan

E poi c'è Cattelan è il nuovo show di Sky Uno in partenza il 27 marzo in seconda serata. Mattatore assoluto, ovviamente, il presentatore di X-Factor Alessandro Cattelan.

E ora... qualcosa di completamente diverso. E poi c'è Cattelan è lo show in partenza giovedì 27 marzo alle 23 su Sky Uno che sperimenta una forma di intrattenimento diversa, quasi sperimentale. Sette puntate per altrettante settimane - ma se il format funziona gli appuntamenti potrebbero diventare più frequenti - per un talk show dove il Cattelan del titolo fa da mattatore, presenta, intervista gli ospiti e dà il meglio di sé in quello che è il programma dei suoi sogni, un talk che non rientra nelle tipologie principali di spettacolo all'italiana ma che elabora varie contaminazioni. La conferenza stampa milanese di E poi c'è Cattelan è stata movimentata dagli interventi musicali live degli Street Clerks, il quartetto fiorentino di X Factor che allieterà ciascun episodio con canzoni dal vivo e accompagnerà Alessandro nelle sue esibizioni: non solo interviste e gag, ma anche parodie, rubriche, filmati, servizi esterni e due ospiti a serata. Già confermate le partecipazioni di Ambra Angiolini, Edoardo Leo, Sergio Castellitto (che dal set di In Treatment 2 si presta a fornire una controproducente assistenza psicologica al povero presentatore in una divertente parodia della serie), Javier Zanetti (che "subirà" la dichiarazione d'amore di quell'interista sfegatato che è Alessandro), e poi Emma Marrone e Federica Pellegrino. Uno show che - come ha dichiarato durante la presentazione del programma il vicepresidente per l'Intrattenimento di Sky Andrea Scrosati - non si sarebbe mai potuto fare senza una figura eclettica come il protagonista.

Cos'è E poi c'è Cattelan?
 Nils Hartmann, direttore delle produzioni originali Sky Italia: In tanti sono venuti a proporci programmi simili al Late Show di David Letterman, ma noi abbiamo provato a creare qualcosa di diverso, unico e che coincidesse con l'inizio di un percorso basato sulla contaminazione: il nostro E poi c'è Cattelan è un esperimento, un programma in evoluzione dove schegge di corpi estranei si inseriscono nello show.

Quali sono le premesse?
 Giampiero Solari, supervisore artistico del programma: Siamo partiti dal personaggio, ovvero da Alessandro Cattelan: lo show ha il suo nome perché gira intorno a lui, figura davvero nuova rispetto al panorama televisivo italiano. Poi dovevamo trovare il locale giusto che riflettesse l'atmosfera della vita notturna gioiosa di un late night show. La nostra premessa iniziale comunque non era quella di rifare uno dei talk serali americani o di emulare altre trasmissioni, ma scoprire nuove situazioni.

Sei contento di questa nuova esperienza?
Alessandro Cattelan: È tutta la vita che cerco di convincere le produzioni a farmi fare un programma così. Ho sempre adorato i talk show, li conosco così bene che se ci fosse ancora Mike Bongiorno potrei andare a uno dei suoi quiz in qualità di esperto. Abbiamo girato il primo episodio ieri e ci siamo divertiti moltissimo, e cosa più importante, si sono divertiti soprattutto gli ospiti. In Italia ci sono due tipi di talk show: quelli seri e quelli divertenti, tuttavia i secondi sono sempre irriverenti e io non volevo che E poi c'è Cattelan fosse così. Non volevo che la guest arrivasse con l'idea di doversi aspettare qualche trabocchetto, o di essere messo sotto torchio, non volevo satira e niente del genere. Sono convinto che dopo aver visto qualche puntata saranno molti i vip dello spettacolo che vorranno partecipare perché hanno visto che gli altri si sono trovati i bene.

Non trovi che il titolo sia un po' pretenzioso?

Sono sempre stato arrogante. No, scherzo, non volevamo inventarci il titolo accattivante, ma volevamo essere chiari: il programma è cucito su di me.

Dovendo scegliere tra due modelli di late show, quello di Fallon e quello di Kimmel, verso quale opteresti?
Nessuno in Italia fa il tipo di show alla Jimmy Fallon, preferiscono il format alla Jimmy Kimmel, quindi dall'impronta satirica e irriverente, mentre io ci tenevo decisamente a ispirare le guest a prodursi in performance, dicendo loro subito chiaramente cosa gli aspetta, senza sorprese o tranelli. Più alla Fallon, quindi. Prima di registrare intervistiamo gli ospiti per scoprire i loro gusti e le loro passioni così da trarre spunti per le loro esibizioni.

Come scegliete le guest?

Siamo partiti da persone che mi sono vicine o che mi piacciono, come Zanetti, e abbiamo fatto una lista. Più avanti potrebbe venire chiunque, qualcuno del Milan per esempio, o addirittura della Juventus! Poi cerchiamo di preparare per loro delle cose carine, per esempio per la performance di Emma Marrone stiamo ingaggiando una band di mariachi.

Cosa ne pensi di The Voice?

Ho visto un paio di serate e mi sembra carino, soprattutto mi sembra che la produzione del talent abbia riconosciuto quanto abbia contato X Factor. Io lo riconosco sicuramente: è grazie alla partecipazione a questo show che mi sono guadagnato la fiducia di chi ha messo in piedi E poi c'è Cattelan. Anche gli ospiti accettano di venire perché mi hanno visto lì e hanno apprezzato la mia conduzione. Inoltre, se avessi avuto l'opportunità di fare il talk prima l'avrei sprecata, invece dopo l'esperienza con X-Factor, ovvero adesso, è il momento giusto.

Visto che il modello di riferimento è il late show all'americana, perché non farlo quotidiano piuttosto che settimanale?

Credo che questo sia da considerarsi un tentativo, se va bene proveremo a farlo più spesso - per esempio tre appuntamenti a settimana - ma prima ci vuole la disponibilità dagli ospiti, anche internazionali, e per questo prima dobbiamo far loro conoscere il programma. Poi se funziona io sono d'accordo a impegnarmi ogni giorno, perché uno show del genere è quello che sogno di fare da sempre.