Recensione Piacere, sono un po' incinta (2010)

Parti 'tribali' e attacchi di appetito smodati per J.Lo, che dopo essere diventata mamma nella vita, al cinema è di nuovo in dolce attesa. Una commedia che lascia il sorriso, nonostante l'umorismo di grana grossa.

Due cuori e una provetta

Prima il fidanzamento, poi il matrimonio e i figli. Per decenni il mondo occidentale è andato avanti (più o meno) seguendo questo percorso, ma adesso le cose sono davvero cambiate. All'inizio qualcuno ha scelto di avere figli senza sposarsi, un tabù ampiamente superato, al giorno d'oggi, e da allora lo schema è stato rielaborato più volte adattandolo alle esigenze e alla mentalità delle nuove generazioni che decidevano di mettere su famiglia. In un'epoca in cui una donna può essere ancora affascinante e bella ben oltre i quarant'anni, tanto da potersi permettere di prendersi ancora qualche anno per scovare il principe azzurro, senza accontentarsi del primo che capita, c'è qualcuna che decide di assecondare prima l'orologio biologico e poi il cuore, e di mettere quindi al mondo dei figli, in attesa di incontrare una persona speciale. Anche perchè se è vero che "il cuore non ha età", il resto del corpo è obbligato a scadenze più o meno precise.

La protagonista di Piacere, sono un po' incinta - discutibile titolo italiano di The Back-Up Plan - è Zoe, la bella titolare di un negozio di animali (e proprietaria di un adorabile cagnolino disabile) che decide di mettere da parte la ricerca dell'uomo ideale e di dedicarsi all'imminente gravidanza, fortemente voluta e pianificata grazie all'inseminazione artificiale. Zoe decide anche di unirsi ad un gruppo di sostegno per le "madri single e orgogliose", che si riuniscono periodicamente per condividere le loro esperienze, ma non ha fatto i conti con il destino - o forse con la cicogna, che presa alla sprovvista le ha recapitato un altro dono - e poco dopo l'intervento di inseminazione incontra Stan, che sembra avere tutte le carte in regola per essere Mr. Right.

Dopo aver dato alla luce due gemelli, Jennifer Lopez torna in dolce attesa, ma solo sul grande schermo e per questa commedia che sembra scritta apposta per lei. Le premesse per una commedia romantica poco convenzionale che si sviluppi sui nuovi concetti di famiglia che si stanno facendo strada negli ultimi anni non mancano, peccato che dopo la prima parte il film si riveli nulla di più che una commedia sul tema della dolce attesa. Non mancano quindi le prese in giro al genere maschile, con il protagonista che rischia di svenire ad ogni visita ginecologica, ma anche alle donne in attesa, con una rappresentazione caricaturale della gravidanza tra attacchi furiosi di appetito, nausee e vestiti ormai troppo stretti che deflagrano nei momenti meno opportuni. Le scene più divertenti - in particolare quella del "parto tribale" - sono quelle che vedono protagonista il gruppo di sostegno delle mamme single, una cerchia di signore un po' esagitate apparentemente molto unite in nome della loro scelta comune e dell'istintiva sorellanza, che tuttavia non esitano a escludere chi vive un'esperienza diversa dalla loro. Una divertente frecciatina a tutti quei gruppi di sostegno "all'americana" che nascono per riunire persone che condividono le scelte o le esperienze più disparate, ma non le aiutano a integrarsi davvero con il resto della società.

Per il resto il film è un susseguirsi di scenette pericolosamente in bilico sul trash, che vedono J.Lo fagocitare quattro fette di pane tutte insieme (!) intinte nel sugo e altre cose. Va detto che rispetto al precedente (e insopportabile) Quel mostro di suocera, stavolta siamo di fronte ad una commedia più equilibrata, anche se di grana grossa, e che lascia sicuramente il sorriso, pur non essendo certamente una delle migliori di questa stagione. Accanto alla caliente popstar latina, nel cast del film figurano Alex O'Loughlin, nel ruolo del co-protagonista, aitante fattore e titolare di una bancarella di formaggi che accanto a Zoe avrà la vita completamente rivoluzionata, e due vecchie glorie televisive - Linda Lavin di Alice e Tom Bosley, l'indimenticabile papà Cunningham in Happy Days, e partner della sagace Signora in giallo. A questi ultimi, un ruolo di contorno, quello della nonna di Zoe e del suo fidanzato, che alla fine convinceranno la protagonista a non gettare la spugna di fronte a un'incomprensione perchè l'happy end è dietro l'angolo.

Movieplayer.it

2.0/5