Dr. House: Medical Division arriva al finale della stagione 6

La sesta stagione di House: Medical Division chiude i battenti e si congeda dagli spettatori con un finale più convenzionale rispetto ai precedenti, ma come al solito ottimamente scritto e girato.

Con la stagione televisiva invernale che volge al termine arriva anche il momento di salutare Gregory House e tutta l'equipe del Princeton Plainsboro che anche quest'anno ci ha offerto una serie di qualità che non ha timore di affrontare temi complessi, trattandoli sempre con occhio distaccato nel tentativo di lasciare allo spettatore la libertà di trarre conclusioni personali senza fornire un giudizio confezionato a priori, tentativo senza dubbio riuscito e che ci lascia la sensazione di trovarci in presenza di un prodotto curato in ogni dettaglio, sia dal punto di vista tecnico che da quello strettamente recitativo.
Il merito va certamente a tutto lo staff di David Shore e al cast che, ancora una volta con Hugh Laurie in testa, ha contribuito al successo di Dr House: Medical Division e i cambiamenti che verranno, annunciati dal finale di questa sesta stagione, saranno probabilmente determinanti per un'ulteriore evoluzione del personaggio House e non mancheranno di coinvolgere anche il resto dei protagonisti.
Ed è stato proprio il cambiamento, o meglio il tentattivo di cambiare, il tema portante di questa stagione che si era aperta con un Greg assistito nella sua terapia di recupero e disintossicazione da un ottimo Andre Braugher, apparso periodicamente anche nel corso degli episodi successivi e coprotagonista con Laurie del bellissimo Baggage (episodio 20) in cui vengono alla luce tutti i dubbi che avevano accompagnato il processo di analisi a cui si era sottoposto House e che aveva premesse fondamentali in un'altra puntata di grande qualità: la 19, The Choice.

Procedendo con ordine possiamo dire che la questione principale investe proprio la possibilità di cambiare la propria natura e assistiamo al parallelismo presente in The Choice tra il paziente che rifiuta la sua omossessualità e tenta ogni via, anche quella terapeutica, per poter avere quella che lui ritiene essere una vita normale con un matrimonio normale e lo stesso House, sempre più convinto che l'individuo non possa in nessun caso rinnegare quello che è nel profondo. Quindi, riferendosi a se stesso, anche se in presenza della volontà di poter essere diverso, Greg conclude che alla fine la natura del singolo tornerà sempre prepotente a ricollocare l'individuo in una spirale di dolore e autodistruzione senza possibilità di uscita. Questo è il senso della decisione di abbandonare la terapia che ci viene proposta nell'epilogo di Baggage, perchè House, nell'affidarsi alle cure del dottor Nolan, aveva deciso di aver fede nella possibilità di cambiamento, ma tutto ciò era avvenuto sotto la spinta di un'immensa sofferenza.
Invece il prendere coscienza dell'impossibilità di negare le proprie pulsioni e predisposizioni, il vedere che lo stesso team, Taub in particolare nel suo essere quasi "geneticamente" infedele alla propria moglie (episodio 18, Open and Shut), è soggetto alla stessa regola, destabilizza definitivamente House e lo conduce al finale di stagione con la consapevolezza che qualsiasi cosa lui faccia, qualsiasi strada lui intraprenda la conclusione sarà sempre drammatica. Cosa che appunto succede in Help Me, episodio conclusivo di questa stagione, dove, chiamato a soccorrere i feriti in un crollo di un edificio, si trova a dover aiutare Hanna, una giovane donna rimasta intrappolata sotto le macerie.
Ancora una volta nella vicenda della paziente viene riflessa la storia di House perchè la scelta da compiere è quella di dover amputare una delle gambe della donna per poterla liberare, scelta sofferta sia perchè la giovane si rifiuta di acconsentire, sia perchè House ha l'intima necessità di salvare almeno quell'arto, non avendo potuto, in passato, far nulla per il proprio. Ed è un Greg umano, anzi umanissimo, a far compagnia ad Hanna e ad assisterla fino alla fine, anche arrivando a raccontare la propria storia di dolore, per la prima volta senza pudori o reticenze, per convincerla all'amputazione ormai inevitabile. Ma anche in presenza della consapevolezza di aver fatto tutto giusto, senza errori di sorta, l'imprevisto, sempre in agguato in ogni vicenda umana, porta ugualmente ad un tragico epilogo che infligge a Greg il colpo decisivo per riprendere la via della dipendenza al Vicodin.
Ed è qui che si innesta il finale di stagione perchè alla sofferenza che deriva dalla perdita della paziente a cui era ormai legato si intreccia tutto il dolore che pervade ormai la sua vita privata perchè Greg si sente ormai abbandonato dalle uniche due persone che sente maggiormente vicine, Wilson e Lisa Cuddy; il primo ormai è impegnato in una relazione seria con la sua prima ex moglie Sam (Cynthia Watros) ed ha deciso di mandar via di casa House per poter dare una possibilità concreta di riuscita alla sua storia d'amore e Lisa ha appena deciso di andare a vivere insieme a Lucas, anzi proprio durante le fasi più concitate di Help Me, la donna lo avvisa di aver accettato anche di sposarlo perchè decisa a portare avanti la propria vita senza restare prigioniera del suo legame con Greg.
E nel momento di maggior disperazione, dopo la morte di Hanna e il definitivo abbandono
da parte di Lisa, l'unica via che Greg ritiene praticabile è quella dello stordimento da Vicodin, ma ancora una volta l'imprevisto è dietro l'angolo perchè proprio Lisa, questa volta reale e non sotto forma di allucinazione come era accaduto nel finale della stagione scorsa, appare nella casa di House a sollevarlo dalla sua sofferenza dichiarandogli il suo amore. Lieto fine e potere salvifico dei sentimenti che, seppur ampiamente sperati, comunque lasciano perplessi perchè in un certo qual modo banalizzano la tensione drammatica, consapevoli come siamo che nella vita reale con ogni probabilità Greg avrebbe assunto il farmaco e nessuna Cuddy si sarebbe materializzata nella sua casa.
Ma essendo comunque una serie televisiva, possiamo perdonare questo peccato che resta comunque veniale nel suo gettare le basi per una settima stagione che ci mostrerà sicuramente gli sviluppi della relazione tra Lisa e Greg.
Un po' slegati dai quattro episodi conclusivi, invece, abbiamo le puntate 16 e 17, rispettivamente Lockdown e Knight Fall, molto bello il primo che descrive ottimamente le sensazioni di un paziente ormai condannato a morte, caso raro di episodio scadente il secondo con una storia che interessa marginalmente e non scava nelle profondità dell'animo umano come è consuetudine della serie, ma un saltuario abbassamento del livello è consentito anche ad un prodotto di spessore come House.
Concludendo, possiamo solo aspettare la prossima stagione che già sappiamo avrà una minor presenza da parte di Olivia Wilde impegnata sul set di Cowboys & Aliens e per questo costretta ad abbandonare per qualche episodio la serie, ma siamo certi che anche il prossimo autunno House non mancherà di offrirci la qualità a cui ci ha abituati.