Doctor Who, stagione 6: Dottore, aiuto.

Dopo un cliffhanger mozzafiato riprende in UK e US la seconda parte della sesta stagione di Doctor Who, che nel frattempo ha finalmente svelato l'identità di River Song.

Chi è River Song? Nella seconda stagione (la sesta del reboot del 2005 e la 32esima in generale del cult dei cult televisivi Doctor Who) dell'Era Moffat, lo sceneggiatore scozzese e head-writer raccoglie quello che ha seminato: le puntate recenti girano tutte intorno al mistero di River, donna proveniente dal futuro del Dottore di cui conosce dettagli inediti. Gli episodi, divisi in due tranche - "per lasciare sempre sulle spine gli spettatori", ha detto Moffat in conferenza stampa a Londra, per infilarci in mezzo le riprese della seconda stagione di Sherlock, dicono i fatti - culminano nel primo cliffhanger della sesta stagione e svelano l'arcano circa la maliziosa galeotta con il volto - i ricci - di Alex Kingston. La risoluzione del mistero era stata intuita da alcuni (non roviniamo la sorpresa a chi vedrà Doctor Who sulla premiata Rai4, ma per chi ha creduto di rilevare indizi prematuri fin da Le ombre assassine si sbaglia, Moffat ci ha pensato dopo), e i risvolti a essa implicati promettono di intrecciarsi indissolubilmente agli eventi cruciali delle ultime stagioni. Studiati per far arrovellare le piccole menti dei milioni di spettatori britannici e non, il destino di Amy Pond e di Rory, la frattura dell'universo, il Silenzio, River, e soprattutto i personaggi introdotti da Moffat nella doppia season première, The Impossible Astronaut/Day of The Moon, contemporaneamente alla rivelazione sul futuro dell'Ultimo Signore del Tempo.

Come per la stagione precedente, anche questa (o meglio, i primi otto episodi, con l'ultimo andato in onda in UK e USA il 27 agosto dopo quasi tre mesi di pausa) vanta come piccolo capolavoro una puntata "filler"che brilla di grazia e poesia, The Doctor's Wife; questa volta il merito non va all'intramontabile Richard Curtis di Vincent e il Dottore, ma all'affabulatore del Fantastico Neil Gaiman, il cui contributo era atteso da tempo.
"La moglie del Dottore" è la storia di un amore impossibile che è, paradossalmente, l'unico possibile per l'alieno. Malinconico e divertente, immobile, fuori dal tempo e dallo spazio, parabola di abbandono e solitudine che accomuna Dottore e la "Casa" (in originale con la voce di Michael Sheen) nonostante cuori e propositi opposti. Idris, sposa cadavere (Suranne Jones, la quale, chi l'avrebbe detto, viene dalla soap Brit Coronation Street), eterea e precaria figura, è l'unica compagna che non invecchierà mai e non abbandonerà mai il Dottore, l'unica capace di stare sempre accanto a lui per secoli e lenirne gli abissi di solitudine.
Opposto per intenti e missione, il doppio episodio iniziale di Moffat The Impossible Astronaut/Day of the Moon non racconta il passato ma anticipa il futuro, assecondando un rigoroso schema di indizi e misteri che lo scriba scozzese si prende l'incarico di dispiegare personalmente per stabilire la fondamenta della stagione.
Che Moffat sacrifichi il suo estro sotto il giogo del dovere e della responsabilità di showrunner è evidente, nondimeno il risultato è una panoramica narrativa strutturalmente rigorosa su personaggi, temi e plot della stagione: gli alieni votati alla conquista silenziosa del mondo in grado di cancellare repentinamente il ricordo di sé, le visioni di Amy inaccessibili a chiunque altro, la profezia sul destino del Dottore e il mistero della bimba in cerca di aiuto sono un teaser perpetuo che tangenzialmente regala intermezzi deliziosi con personaggi evocati apposta per la trasferta americana: il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon che si ritrova il Tardis in Casa (Bianca) e lo scaltro e longevo personaggio di Canton Everett Delaware (il veterano della fantascienza Mark Sheppard già indelebile dalle memorie degli X-Philes per il ruolo del perverso piromane di Bruciati vivi, Cecil).
Gli episodi delimitati dalla season première e dal cliffhanger di mezza stagione sono filler riusciti affidati alla corte di sceneggiatori e amici dell'influente Moffat: Stephen Thompson, protetto dello scozzese per il quale aveva già prodotto lo script dell'episodio di mezzo di Sherlock (mentre il co-creatore della celebrata miniserie nonché abitué di Doctor Who Mark Gatiss è l'autore di Night Terrors, nona puntata della stagione) ha dato vita alla gustosa storia di pirati The Curse of the Black Spot.
Eleven non è certo il capitano Jack... Sparrow (né il nipote di Dracula Matt Smith è Johnny Depp), ma la puntata - originariamente pianificata per la trasmissione nella seconda tranche di episodi - è un gustoso omaggio al genere picaresco, con tanto di nave maledetta e seducente quanto minacciosa creatura soprannaturale (la sirena Lily Cole, pallida Venere di Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo e secchiona occhialuta di St. Trinians's).
The Rebel Flesh e The Almost People sono figli del Matthew Graham di Life on Mars, tanto che tra le guest figura il minuto Marshall Lancaster (uno degli attori meno fotogenici della Storia della Televisione) che esplora il tema del Doppio in declinazione fantascientifica, Altro, Replicante e Clone pretendente a statuto e diritti umani, fantasma dell'identità rubata.
Claustrofobico e ambiguo, l'episodio in due parti è anche un espediente per approfondire l'animo di Rory, legato empaticamente alle creature clonate allo scopo di sostituire gli operai nelle missioni più rischiose e destinate a venire buttare via come utensili rotti dagli stessi individui da cui sono statti replicati, e in cui instillano timore e disagio.
Il destino di Amy, insospettabilmente legato a quello dei simulacri, è al centro di A Good Man Goes to War: il cliffhanger di mezza stagione è dedicato al fato della Compagna del Dottore e irrompe nelle vite dei viaggiatori del tempo. La filastrocca che scandisce A Good Man Goes to War sembra ideata per insinuarsi nelle menti degli spettatori e condurli sommessamente all'ossessione per la crescente attesa dell'episodio risolutivo. Un'attesa lunga un'estate, solo un po' placata dalla rivelazione a lungo rimandata circa l'identità di River Song. L'episodio riporta sul campo (da guerra) molto specie aliene conosciute - tra cui un Sontaran infermiere! - e ritaglia un piccolo spazio a un personaggio la cui vita è stata brevemente attraversata dalla presenze del folgorante Dottore.
Monumentale, crudele e con dei villain dal fascino oscuro e potente, A Good Man Goes to War prelude a un nuovo minaccioso mistero legato al destino di una neonata che nelle mani di uno sceneggiatore ingegnoso come Moffat si profila imprevedibile, spaventoso e incerto.
La piccola figlia dello spazio che sfida i paradossi del tempo, contesa da personalità oscure e manipolatrici in aperto conflitto con l'Ultimo Signore del Tempo incontra il suo fato in Let's Kill Hitler, seconda parte del cliffhanger che si apre con Amy e Rory impegnati a produrre il loro contributo ai misteriosi "cerchi nel grano". Le conseguenze del rapimento dell'infanta Melody non tardano a manifestare i loro effetti, e se l'incontro con Hitler è meno che un pretesto per prendere un po' in giro lo spettatore, l'epilogo della storyline non tarda ad arrivare. Passato e futuro si inseguono come mai in un groviglio di ricordi, rimandi, ed espedienti narrativi, che per quanto un po' forzati forniscono tutti i tasselli necessari a ricomporre il puzzle. A Moffat piacciono da morire gli psicopatici quasi onnipotenti disposti a gettare alle ortiche le qualità in grado di renderli invincibili... per un'infatuazione: Let's Kill Hitler in questo senso evoca Jekyll, e lo fa infarcendolo di battute sugli scozzesi e di riferimenti a eventi passati e futuri. Con una promessa: presto il Dottore affronterà il destino prospettato nella season première.