Dario Bandiera presenta il suo vigile (non) baciato dalla fortuna

Dario Bandiera ci parla del suo personaggio in Baciato dalla fortuna, quello di un vigile un po' superficiale ma, in fondo, di buon cuore, e di come vorrebbe vedere evolvere il proprio futuro professionale, così come quello del cinema italiano.

In Baciato dalla fortuna di Paolo Costella, Dario Bandiera interpreta Nicola, un giovane vigile sposato con la bellissima Elena Santarelli che sogna per se stessa (e per la nonna che vive con loro) un salto di qualità sul versante socio-economico. Un figlio, magari, senz'altro un appartamento un po' più grande. E quando il collega Gaetano, impenitente giocatore al Superenalotto, si convince di aver giocato la sestina vincente, anche per Nicola si aprono prospettive nuove, prefigurate da un corroborante giro in Ferrari, che male non fa. Ma Nicola, nonostante un certo pressappochismo morale, che vede come vittime incolpevoli vecchietti ed extracomunitari senza distinzioni di sorta, sa anche dimostrarsi un buon amico quando la dura verità viene a galla: non c'è nessuna vincita, e ognuno dovrà continuare a vivere secondo i propri mezzi, per quanto scarsi. Dopo averci confidato di essere un frequentatore abituale di Movieplayer.it, Dario ci ha raccontato la nascita di questo personaggio, in cui ha potuto trovare sfogo la sua verve di improvvisatore, così come le sue speranze per il futuro, che comprendono anche un avvicinamento a ruoli più tipicamente drammatici.

Come è stata la tua esperienza con questo cast così eterogeneo e con la tua fidanzata cinematografica? Dario Bandiera: Devo dire che mi sono divertito tantissimo. Io il film ancora non sono riuscito a vederlo intero, l'ho girato un anno e mezzo fa e i ricordi sono un po' lontani, avendo girato altri film nel frattempo. Quello che mi ricordo davvero bene è il caldo di Parma, però la città ci ha accolti benissimo, ci siamo divertiti e tutto il cast è stato favoloso, dal primo all'ultimo. Elena è simpaticissima, Vincenzo è stato un grande: capita che i grandi attori comici vogliano sempre far ridere più degli altri, invece lui no, è stato generoso, si è messo a disposizione in ogni momento delle riprese, è nata una vera e propria amicizia, tanto che siamo rimasti sempre in contatto dopo il film. Alessandro è fantastico, con Nicole dico solo che quest'anno ho fatto altri tre film e Asia Argento è favolosa: è uno dei film in cui mi sono divertito di più. Magari in altri film non è che stai male, ma nemmeno dici 'quanto mi sono divertito'... Qui invece sì.

Il tuo ruolo ti ha permesso anche di improvvisare?
Dario Bandiera: Ho improvvisato quasi tutto, anche perché sono entrato nel cast per ultimo, quando la sceneggiatura era ormai già scritta. Poi mi è stato proposto il personaggio per offrire una spalla comica a Vincenzo. In totale nel film avevo circa venticinque pose, che non sono per niente poche, e con il copione scritto così al volo non è che avessi queste grandi gag comiche già preparate. Improvvisare però è il mio pezzo forte e nel corso delle riprese avevo creato anche tanti tormentoni, che purtroppo nel montaggio sono stati quasi tutti tagliati. Anche con Baz e Giacobazzi avevamo fatto tante cose belle: la cosa che mi dispiace è che per esigenze di lunghezza siano state tolte, ma, dovendo eliminare più di un'ora di film, è normale dover scendere a compromessi. Da quel che ho visto, però, alcune cose sono rimaste, anche se mi sarebbe piaciuto riuscire a tenere qualcosa di più.

Quanto ti assomiglia questo personaggio?
Dario Bandiera: Non molto in realtà, Nicola è un po' cinico, un po' prevenuto, per esempio quando ferma gli extracomunitari senza motivo. Ho dovuto calcare la mano sulla figura del vigile un po' arrogantello: volevo farne una caricatura, anche con il rischio che le cose venissero fraintese per colpa della vicenda che ha coinvolto il corpo dei Vigili di Parma, ma ho cercato di mantenere uno sguardo comico sulla cosa.

Pensi che il cinema comico italiano si affidi troppo agli stereotipi e al caricaturale o non lo vedi come un limite?
Dario Bandiera: Io cerco di non farlo tantissimo, provo ad adattare i miei personaggi al mio modo di essere e di fare comicità. Comunque è vero: si tende sempre, specialmente nella commedia, a percorrere strade già battute, perché alla fine tutti si rifanno a qualcuno, chi a Sordi, chi a Benigni, chi a Troisi. Io, invece, cerco di avere il mio modo di parlare, sperando in questo di essere originale.

E i tuoi modelli quali sono?
Dario Bandiera: Non ne ho. Io sono il mio modello. No, a parte tutto, è la Sicilia il mio modello, mi rifaccio un po' alla mia terra e alla sua comicità.

Quest'anno sei stato protagonista di molti film, quindi puoi parlare a ragion veduta del futuro del cinema italiano. E' in crisi, non c'è mai stato, oppure ne sta uscendo?
Dario Bandiera: Secondo me la crisi c'è dappertutto, anche al cinema. Tutte le produzioni tendono sempre a stringere i cordoni della borsa: mentre prima non facevano problemi a darti una certa disponibilità, ora sono diventati più tiratelli. Ma questo dovunque, un po' tutto è in crisi; speriamo però che il cinema si risollevi e incassi, specialmente le commedie, anche perché questo è un buon periodo per le commedie, dato che la gente vuole ridere.

Quali ruoli ti piacerebbe interpretare in futuro?
Dario Bandiera: Mi piacerebbe fare anche film drammatici, del tutto drammatici. Vorrei poter fare un po' di tutto, poter cambiare. Il cinema è bello per questo: fai una cosa, poi ne fai un'altra, ti cimenti con un personaggio ma poi passi avanti. Per questo vorrei fare anche del cinema drammatico, anche se sembra che, dato che sei un attore comico, allora non puoi fare altro. Specialmente in Italia si tende a questo, non si riesce a far sì che la gente spazi mentalmente: spesso si rimane inquadrati sempre nello stesso ruolo. Speriamo bene!