Dal profondo: fascino e mistero del mare sul grande schermo

Da Abyss a Battleship: come il cinema si appropria del mare per farne teatro di storie fantastiche e spettacolari, quanto complesse nella messa in scena.

In periodo estivo, anche in un'annata meno calda del solito, il mare è la meta più ambita, il rifugio primario dall'afa e dalle fatiche di un anno di lavoro. E' un'attrazione che va oltre la mera necessità di rinfrescarsi, che sfocia nel fascino misterioso che l'immensa distesa d'acqua del nostro pianeta suscita, legato alle intriganti supposizioni su cosa si cela al di sotto della superficie dell'acqua, in quelle profondità oscure ed inesplorate. Basti pensare a classici come Ventimila leghe sotto i mari o a miti senza tempo come quello di Lochness.

Taylor Kitsch in una delle prime immagini di Battleship
Taylor Kitsch in una delle prime immagini di Battleship

Una fascinazione alla quale, al di là degli spunti offerti, il cinema ha sempre attinto solo in parte, complici le incredibili difficoltà di girare in mare aperto o addirittura sott'acqua.
Una fascinazione che è più che mai attuale, come dimostrano le prime immagini di Battleship, il film di Peter Berg ispirato all'omonimo gioco Hasbro ed in uscita il prossimo anno con un cast di tutto rispetto che comprende Taylor Kitsch, Alexander Skarsgård, Brooklyn Decker, Rihanna, Liam Neeson e, soprattutto, la vastità dell'oceano ed una minacciosa razza aliena contro cui combattere. Prime sequenze in cui le potenzialità spettacolari del mare e degli effetti visivi si sposano nella costruzione di immagine potenti e ricche, anche grazie al ricco budget stimato in 200 milioni di dollari.
Si tratta della classica battaglia navale che tutti noi conosciamo, giocata tra una razza aliena giunta sulla Terra per costruire una fonte d'energia nel nostro oceano e ritrovatasi faccia a faccia con una flotta nostrana. Un incontro/scontro che Berg mette in scena mostrando i due lati della storia, i due punti di vista, e che, a giudicare dalle prime immagini, non disdgegna inquandrature a volo d'uccello per rievocare le griglie del gioco a cui si ispira.

L'abisso misterioso di Cameron

Ma Battleship non è certo il primo film a fondere mare e fantascienza, in un connubio che in passato ha trovato più di un'occasione di crearsi. Basta citare oceano, alieni ed effetti speciali per evocare il ricordo dell'Abyss di James Cameron, progetto ambizioso come solo i film del regista di Avatar sanno essere, pensato in gioventù dopo una lezione sui fondali oceanici alle superiori e poi cresciuto insieme all'autore fino a diventare qualcosa di potenzialmente mai visto prima, tanto da essere tra i primi progetti ad introdurre l'effetto di morphing, perfezionato poi in Terminator 2 - il giorno del giudizio.
Il film prende le mosse dal contatto tra un sottomarino statunitense ed un misterioso oggetto che si muove nella profondità dell'oceano e che l'equipaggio decide di indagare prima che sia identificato da navi sovietiche. Ma nel contatto il sottomarino finisce nella scia dell'oggetto ed affonda al largo delle Isole Cayman e sono costretti a collaborare con il personale di una piattaforma petrolifera privata sperimentale. Sono solo le premesse di un intreccio articolato che porta al contatto con creature fluttuanti ed emananti luce, affascinanti nell'ideazione ed avveniristiche nella realizzazione, tra le più originali tra quelle che il cinema ha scovato in fondo al mare. Ma Abyss ha anche la particolarità di avere una delle lavorazioni più travagliate della storia del cinema, in linea con quanto accennato inizialmente sulla difficoltà di girare in acqua. Tra la progettazione di un sistema che permettesse al regista di comunicare con la sua troupe che si trovava sott'acqua, lo sfruttamento di due grossi serbatoi della centrale abbandonata Cherokee Nuclear Power Station, ed i rivoluzionari effetti speciali, facile immaginare che qualcosa potesse andare storto ed i primi problemi si ebbero già al primo giorno di riprese con una grossa crepa in uno dei serbatoi, protraendosi per tutte le riprese.

L'esempio di Cameron

L'impatto di Abyss è comunque notevole. E traspare guardando i film dello stesso anno che comprendono altre due storie incentrate su interazioni con creature nelle profondità marine: Creatura degli abissi e Leviathan. Si tratta in questi ultimi casi di creature meno disponibili all'interazione rispetto a quelle di Cameron, al servizio di film costruiti sulla tensione. Il primo è ambientato in un laboratorio sottomarino impegnato nell'analisi del fondale in vista di una possibile colonizzazione per scopi militari; un lavoro durante il quale il personale finisce per infastidire un minaccioso mostro che reagisce con violenza. In Leviathan è invece il rinvenimento del relitto di una nave russa a diffondere un esperimento genetico andato male che trasforma l'equipaggio di una base sottomarina in altrettante creature mostruose.
Si tratta di film che non hanno lo spessore e gli intenti del colossal sommerso di Cameron, ma che rappresentano la punta dell'iceberg di quanto negli anni successivi avremmo visto grazie al diffodersi dei mezzi, anche in televisione. Basta guardare la filmografia di un canale tematico come l'americano SyFy per notare il profilerare di mostri di ogni genere, tanti dei quali di stampo marino e spesso geneticamente modificati. Pellicole (e mostri) che talvolta riescono a lasciare i fondali televisivi americani per giungere ai nostri, grazie a canali che danno spazio al genere come Sky Cinema Max. Tra questi anche produzioni televisive di più ampio respiro, come la serie Surface di qualche anno fa che in un'unica stagione raccontava il rinvenimento di creature nel fondale dell'oceano ed il contatto tra un bambino ed un cucciolo di esse.
Sono solo alcuni dei tanti esempi di creature mostruose, che talvolta dal mare e dall'acqua provengono, ma non ci si limitano. Creature mutate anche a causa dell'uomo, come il coreano protagonista di The Host o il giapponese Godzilla, che dal 1954 continua ad emergere film dopo film emigrando anche in USA per un adattamento firmato Roland Emmerich che tradisce lo spirito e le tematiche dell'originale.

Non solo mostri

Ma la fantascienza marina non è rimasta circoscritta ai mostri.
Ci sono state minacce più astratte, come quella descritta in Sfera di Barry Levinson, adattato dall'omonimo romanzo di Michael Crichton. Qui un'astronave ed una tecnologia aliene vengono ispezionate da scienziati che si ritrovano sì attaccati da esseri marini scatenati contro di loro, ma soprattutto dotati di poteri mentali che finiscono per usare gli uni contro gli altri; e ci sono stati casi in cui il mare è solo un unico imponente background per il mondo della fantascienza, come nel Waterworld di Kevin Reynolds, ambientato in un 2168 in cui il mondo è quasi totalmente sommerso dalle acque, fortemente voluto da Kevin Costner ed al pari di Abyss tra gli esempi più caratteristici delle difficoltà della lavorazione in mare aperto. Due esempi di progetti poco riusciti: se Sfera non riesce a rendere il fascino e lo spessore del lavoro del compianto Crichton, il secondo è addirittura tra i maggiori fallimenti di Hollywood, per difficoltà e costi di produzione uniti ad una resa mediocre al botteghino capace di mettere in discussione la carriera di un Costner lanciatissimo in quel periodo.

Dalla fiction alla realtà

Sono proprio queste difficoltà ad aver attenuato l'attrazione per il mare in termini fantascientifici, spostandola su progetti a sfondo documentaristico, capaci di sfruttare il fascino intrinseco delle profondità marine senza rischi aggiuntivi dovuti alla portata (e i rischi) di produzioni ad alto budget (lo stesso Titanic, campione assoluto d'incassi, non è stato esente da problemi, ritardi ed aumenti dei costi in fase di produzione). Film come Under the Sea 3D, Wild Ocean 3D, Dolphins and Whales 3D: Tribes of the Ocean, che come i titoli stessi suggeriscono aggiungono la terza dimensione per accrescere l'immedesimazione e la cifra spettacolare, talvolta trovando spazio nelle sale IMAX sparse in tutto il mondo per offrire un'esperienza diversa.
Ma gli ultimi anni ci stanno mostrando un'inversione di tendenza, grazie all'esplosione degli effetti speciali, ad un più agevole, ed economico, accesso alle tecnologie digitali che arginano la complessità ed imprevedibilità delle riprese in mare e permettono di aggiungere nuovamente quell'ulteriore livello di spettacolarità che una storia di fantascienza può fornire. Battleship ne è un esempio, ma siamo sicuri che il futuro ci porterà altri progetti con caratteristiche simili.

Dite la vostra: quali sono i vostri film preferiti tra quelli di questo genere?