Da It a Il Silmarillion: 15 grandi best-seller che potremmo ritrovare al cinema e in TV

Dopo i capolavori della narrativa contemporanea, torniamo a parlare del rapporto fra cinema e letteratura prendendo in esame alcuni fra i più popolari best-seller dei nostri tempi: dal fantasy all'horror, dall'epica alla fantascienza, quali famosissimi romanzi ancora attendono di essere portati al cinema o in televisione?

Poco tempo fa vi avevamo parlato di quindici capolavori della narrativa dell'ultimo secolo che, per le ragioni più diverse (diritti bloccati dall'autore, difficoltà di trarne una sceneggiatura, progetti messi in cantiere e poi abortiti), non sono mai arrivati al cinema, almeno fino ad oggi. Ora continuiamo ad approfondire il binomio cinema e letteratura, fonte inesauribile di spunti, di dibattiti e di influenze reciproche, spostando però l'attenzione verso un'altra categoria: i grandi best-seller, appartenenti alla cosiddetta "narrativa di genere", che nel corso del tempo hanno appassionato milioni di lettori in tutto il mondo.
L'industria cinematografica, inutile sottolinearlo, ha sempre sfruttato la popolarità di libri e di saghe letterarie, cogliendo quasi ogni occasione per trasformarli in scommesse già vinte in partenza al box office.

Leggi anche: Dalla pagina allo schermo: 15 grandi romanzi ancora in attesa di arrivare al cinema

Una sequenza di Il signore degli anelli - Il ritorno del re
Una sequenza di Il signore degli anelli - Il ritorno del re
John Bradley e Kit Harington nell'episodio Cripples, Bastards, and Broken Things di Game of Thrones
John Bradley e Kit Harington nell'episodio Cripples, Bastards, and Broken Things di Game of Thrones

Il nuovo millennio, del resto, si è aperto al cinema con il trionfale successo di due saghe fantasy quali Harry Potter e Il Signore degli Anelli (quest'ultima ricompensata anche da una pioggia di Oscar). E non avranno riscritto la storia della settima arte, ma in compenso hanno avuto uno strepitoso impatto commerciale gli adattamenti per il grande schermo della serie di Twilight e dei best-seller firmati da Dan Brown; senza dimenticare, proprio nel decennio in corso, un duplice fenomeno editoriale e mediatico quale Il trono di spade, prodotto di culto della TV americana basato sull'amatissima saga fantasy di George R.R. Martin.

Eppure, così come per i classici della letteratura, anche nel campo della narrativa di largo cosumo sembrano essere rimasti degli inspiegabili "buchi neri": romanzi (o cicli di romanzi) che hanno conquistato un numero vastissimo di ammiratori, in alcuni casi hanno ridefinito le coordinate del proprio genere di appartenenza, ma di cui non sono mai state realizzate trasposizioni cinematografiche e/o televisive - oppure, tali trasposizioni non hanno ripagato le aspettative dei fan, lasciando spazio a possibili, futuri cimenti da parte di registi e sceneggiatori.
Di seguito, dunque, abbiamo deciso di parlarvi di quindici best-seller del fantasy, della fantascienza e dell'horror, in ordine alfabetico, che ci auguriamo di vedere presto su uno schermo (grande o piccolo che sia), in una versione possibilmente più che soddisfacente e in grado di rendere il giusto merito alla loro fama...

1. Alle montagne della follia (H.P. Lovecraft)

Un'illustrazione ispirata a H.P. Lovecraft
Un'illustrazione ispirata a H.P. Lovecraft

Il regista messicano Guillermo del Toro, co-produttore della trilogia de Lo Hobbit, ingaggiato all'inizio anche alla regia del primo film della saga tolkeniana, proprio nello stesso periodo aveva tentato di portare sullo schermo un altro classico del genere fantasy: Alle montagne della follia, un romanzo pubblicato nel 1936 da uno dei massimi autori del filone, l'americano H.P. Lovecraft, nume tutelare della narrativa fanta-horror, e creatore di un universo mitico, I miti di Chlulhu, di un terrificante New England alternativo e di un possente Pantheon di divinità spaventose accanto alle quali l'umanità è perfettamente irrilevante.

Cronaca di una disastrosa spedizione al Polo Sud da parte di un gruppo di esploratori che si ritrovano immersi in un mondo ancestrale, popolato da creature mostruose, At the Mountains of Madness sarebbe dovuto diventare un film proprio con del Toro al timone (il regista messicano era al lavoro sul progetto dal 2006, quando scrisse una prima sceneggiatura insieme al suo collaboratore Matthew Robbins), ma nel 2011 la Universal ha ritirato il suo appoggio in seguito a una divergenza su alcuni elementi chiave del progetto; l'autore de Il labirinto del fauno, comunque, non ha del tutto perso le speranze di poter portare al cinema con un altro studio questo cult del genere fantasy-horror, benché, con l'annuncio di un imminente sequel di Pacific Rim, non ci siano certo solide prospettive per quanto riguarda il prossimo futuro.

Leggi anche: Guillermo Del Toro allontana (temporaneamente?) At the Mountains of Madness

2. American Gods (Neil Gaiman)

Neil Gaiman
Neil Gaiman

Saranno Bryan Fuller e Michael Green ad assolvere il compito di showrunner per American Gods, la nuova serie messa in cantiere dal canale Starz Network e confermata ufficialmente nel giugno scorso, per una messa in onda programmata per il 2016. Alla base del progetto vi è American Gods, fortunatissimo e pluripremiato romanzo pubblicato nel 2001 dallo scrittore e fumettista inglese Neil Gaiman: un azzardato amalgama di fantascienza, mitologia norrena ed elementi dell'iconografia religiosa delle più antiche civiltà. American Gods mette in scena infatti una furiosa guerra tra le divinità mitologiche di ogni epoca e i "nuovi dei" dell'epoca moderna, personificazioni di Internet, dei new media e della celebrity culture: un conflitto soprannaturale in cui un ruolo di primo piano sarà giocato da Shadow, un solitario ed introverso ex galeotto che si ritrova a girare gli Stati Uniti in compagnia niente meno che del possente Odino.

A partire da una storia del genere, non possiamo che aspettarci meraviglie da uno sceneggiatore come Fuller, autore del suggestivo e raffinato Hannibal. Per non parlare del parco personaggi, vasto e pittoresco, umano e divino, americano e cosmopolita, che può offrire il destro agli interpreti giusti per regalarci un ensemble da leccarsi i baffi.

Leggi anche: American Gods:Neil Gaiman scriverà alcuni episodi della serie TV

American Gods
American Gods

3. Discworld (Terry Pratchett)

Discworld
Discworld

Passiamo dalla mitopoiesi di Neil Gaiman al fantasy dissacrante del suo grande amico Terry Pratchett, scomparso il 12 marzo del 2015. Discworld, che deve il suo nome al mondo in cui si svolge, un enorme disco posato sul dorso di quattro elefanti che a loro volta sono appoggiati sopra il carapace della tartaruga A'tuin, è una saga che consta di ben quaranta volumi (il quarantunesimo, postumo, dovrebbe uscire tra poche settimane), il primo dei quali fu pubblicato nel 1983. Ma non è la sua vastità la caratteristica che rende unico Discworld, bensì lo spirito parodistico: Pratchett prende spunti da Tolkien, Lovecraft, Howard - ma anche Shakespeare e la tradizione favolistica anglosassone - li mescola con motivi di cultura popolare e il risultato - oltre che postmoderno - è anche divertentissimo.

Maghi imbranati, eroi rimbambiti, streghe industriose, vampiri modernizzati e, dulcis in fundo, la Morte in persona popolano il magnifico e acclamato Mondo-disco, che naturalmente la TV ha già tentato di esplorare; sono stati realizzati infatti adattamenti televisivi basati su singole storyline della saga (oltre a piccoli progetti indipendenti a basso costo): ci sembra giunta l'ora che l'opera vulcanica di Pratchett diventi una serie TV con tutti i crismi.

4. Ciclo della Fondazione (Isaac Asimov)

Isaac Asimov
Isaac Asimov

Se l'industria hollywoodiana, tra fumate nere e continui rinvii, talvolta fatica a mettere in cantiere progetti particolarmente attesi, come spesso accade è la TV a dimostrare più intuito e pragmatismo, anche quando si trova alle prese con dei potenziali "colossi". E giusto a proposito, il 2016 potrebbe portarci un'importantissima novità legata al settore della fantascienza, sottoforma di serie TV: si tratta di Fondazione, titolo chiave nella produzione di uno dei padri della narrativa sci-fi, Isaac Asimov. Pubblicato nel 1951 e primo volume del Ciclo della Fondazione, che arriverà a comprendere ben sette libri, Fondazione è un romanzo in cinque parti che documenta ben due secoli di avvenimenti all'interno del cosiddetto Impero Galattico, in preda ad un irreversibile processo di decadenza. Alla base della storia c'è la figura di Hari Seldon, scienziato e fondatore della psicostoria, una disciplina che unisce matematica, statistica e sociologia e che ambisce a prevedere l'evoluzione della società umana: grazie ad essa, Seldon riesce a prevedere il declino dell'Impero, e per questo viene accusato di tradimento; in seguito crea una colonia spaziale dedicata al pensiero intellettuale e allo sviluppo tecnologico, appunto la Fondazione, e un lungimirante piano per il futuro dell'umanità. Su una convincente impalcatura scientifica, dunque, Asimov sviluppa una storia avvincente e densa di eventi in cui riecheggiano le sue riflessioni sulla tecnologia, il progresso e l'intelligenza, umana e artificiale, e in cui non mancano personaggi a cui il lettore può sentirsi vicino.

Nell'aprile del 2015, Jonathan Nolan ha confermato di essere al lavoro su una serie TV, Foundation, basata proprio sulla saga di Asimov, che lui stesso scriverà e produrrà per la HBO: considerata la ricchezza e la popolarità della materia narrativa di Asimov, le potenzialità di realizzare una valida trasposizione televisiva non mancano... riuscirà il fratello di Christopher a soddisfare le aspettative e a rendere giustizia a un tale cult?

Leggi anche: Jonathan Nolan adatta la Fondazione di Asimov per HBO

5. I canti di Hyperion (Dan Simmons)

Dan Simmons
Dan Simmons

Continuiamo a parlare di fantascienza, ma spostandoci in avanti di qualche decennio, con I canti di Hyperion, serie edita fra il 1989 e il 1997 che consta di quattro volumi (Hyperion, la caduta di Hyperion, Endymion e Il risveglio di Endymion) e che rappresenta il cavallo di battaglia dello scrittore Dan Simmons.
Il ciclo è un ineguagliato esempio di epica fantascientifica dalla struttura polifonica, ambientata in un futuro avanzatissimo in cui l'umanità ha sviluppato sistemi che permettono spostamenti da un punto all'altro della galassia e caratterizzata dalla convivenza di punti di vista e di piani temporali diversi: il primo romanzo ha una struttura a cornice che ricorda i Racconti di Canterbury di Chaucer, con i protagonisti in viaggio verso un luogo sacro che si trova sul pianeta Hyperion, le cosiddette Tombe del Tempo, protette da un essere mostruoso e letale, lo Shrike. I pellegrini si recano alle Tombe con la speranza di avere esaudito un loro desiderio; la leggenda, però, vuole che lo Shrike massacri selvaggiamente ogni gruppo di pellegrini, lasciando in vita soltanto una persona, la cui richiesta però viene accontentata. Attraverso le varie prospettive, dunque, veniamo a conoscenza del background dei vari personaggi e delle ragioni che li hanno indotti a questa impresa disperata, ovvero ad affrontare l'orrore misterioso dello Shrike, e ricostruiamo attraverso mille frammenti un quadro suggestivo e dettagliato di questo mondo immaginario del 28simo secolo dopo Cristo.

La scrittura di Simmons è densa, multiforme, caratterizzata da afflato mitico e da innumerevoli riferimenti letterari. Il titolo stesso de romanzo e dell'intera saga è un riferimento a una delle composizioni più importanti di John Keats, e l'opera e la vita di Keats sono un tema ricorrente nei libri; Simmons, d'altronde, era un insegnante di letteratura inglese e un appassionato educatore prima di sfondare come romanziere. Ma non per questo i romanzi (e il loro possibile adattamento televisivo) sono destinati solo ai "secchioni": quella di Simmons è una visione ammaliante e inquietante, che spazia tra i generi e regala fortissime emozioni.

Finora il ciclo simmonsiano non è mai stato oggetto di alcun adattamento (ma in molti se ne sono interessati in passato, tra cui Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio), ma adesso Hyperion sembrerebbe finalmente in procinto di diventare un evento televisivo grazie a Syfy, con legati al progetto in veste di produttori nomi illustri come Graham King, Bradley Cooper e Todd Phillips.

Leggi anche: Hyperion: il romanzo di Dan Simmons diventa una serie evento

Hyperion di Dan Simmons
Hyperion di Dan Simmons

6. Il Silmarillion (J.R.R. Tolkien)

Il Simarillion: Luthien secondo Alan Lee
Il Simarillion: Luthien secondo Alan Lee

Dopo il successo planetario della trilogia de Il signore degli anelli e quello, seppur inferiore, di quella de Lo hobbit, è naturale che l'interesse per l'opera del padre del fantasy moderno J.R.R. Tolkien, da cui sono tratti i sei film di Peter Jackson, sia tutt'altro che scemato.
Il Silmarillion, una sorta di compendio mitico che raccoglie scritti di varia lunghezza su eventi - dalla cosmogonia di Arda (il mondo nella versione immaginifica del Professore) all'ascesa e alla caduta di Númenor, ispirata al mito di Atlantide - relativi a diverse ere fu completato e dato alle stampe da Christopher Tolkien nel 1977, quattro anni dopo la morte del padre.

La sua natura frammentaria fa sì che si presti senz'altro meno de Il signore degli anelli e Lo hobbit a un tradizionale adattamento per il grande o piccolo schermo, ma gli spunti narrativi sarebbero infiniti: il Silmarillion, tra le altre cose, ci parla delle origini degli Elfi, degli Uomini e dei Nani, del destino della luce sacra dei Valar racchiusa in tre gemme, i Silmarilli, concupiti dal malvagio Melkor e legati a doppio filo al destino di Arda, della sorte degli elfi Noldor, colpiti da una maledizione per aver versato il sangue dei loro simili, e ancora la tragica vicenda di Túrin Turambar, il più valoroso e sfortunato degli eroi. Ma forse, a fare da collante tra varie storyline e a costituire il fulcro di una possibile trasposizione del Silmarillion potrebbe essere la struggente storia d'amore tra l'umano Beren e l'elfa Lúthien, che anche nel Signore degli anelli riecheggia nell'idillio tra Aragorn e Arwen.

Adesso non cominciate a scalpitare, però: al momento la possibilità di un adattamento del Silmarillion è molto remota perché i diritti cinematografici appartengono al Tolkien Estate (quelli di Signore degli anelli e Hobbit erano stati ceduti da Tolkien quando era ancora in vita); Christopher Tolkien e gli altri eredi del Professore non hanno mai fatto mistero del loro scontento nei confronti dei film di Peter Jackson. Se poi volete appellarvi direttamente a loro... diteci dove dobbiamo firmare.

Leggi anche: Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli: le due trilogie a confronto

7. It (Stephen King)

Impossibile non menzionare in questa lista il campione incontrastato del genere horror in letteratura, almeno per quanto riguarda gli ultimi quarant'anni: stiamo parlando di Stephen King. Una produzione sterminata, quella di King, che ha goduto di estrema fortuna anche al cinema: da Carrie - Lo sguardo di Satana fino alla recentissima serie TV Under the Dome, sono quasi duecento i crediti cinematografici e televisivi di Stephen King. Eppure il massimo capolavoro dello scrittore è ancora in attesa di una degna trasposizione al cinema; c'è stata infatti solo una deludente miniserie televisiva trasmessa nel 1990, da ricordare solo per l'eccellente performance di un mefistofelico Tim Curry nel ruolo del terrificante Pennywise il Clown.

It: Tim Curry in un'immagine della serie tv del 1990
It: Tim Curry in un'immagine della serie tv del 1990
Under the Dome: Stephen King sul set della serie
Under the Dome: Stephen King sul set della serie

Da alcuni anni, l'idea di un film per il cinema tratto da It ha preso sempre più piede a Hollywood: e dopo il nome di Guillermo del Toro, nel 2012 la Warner Bros aveva annunciato l'intenzione di realizzare un dittico dall'opera di King, con Cary Fukunaga alla regia. La doccia fredda è piombata su It due mesi fa, quando all'improvviso, subito dopo aver selezionato il giovanissimo Will Poulter nella parte di Pennywise, Fukunaga si è ritirato dal progetto; solo da pochi giorni il progetto è stato 'riesumato' dalla New Line, con Andrés Muschietti in trattative per succedere a Fukunaga al timone dei due film.
Incrociamo le dita collettivamente, immaginando quale potrebbe essere la potenza cinematografica dell'avventura dei Sette Perdenti che si ritrovano, dopo aver sconfitto il mostro It a dodici anni, per tornare ad affrontarlo venticinque anni dopo, nella Derry violenta e inquietante della loro infanzia...

Leggi anche: It di Stephen King: speranze e paure per il nuovo film tratto dal classico horror

8. L'alchimista (Paulo Coelho)

L'alchimista visto da Moebius
L'alchimista visto da Moebius

A prescindere dai gusti letterari di ciascuno di noi, è quasi impossibile entrare in casa di una persona, dare un'occhiata alla sua libreria e non trovare una copia de L'alchimista, il gigantesco best-seller che, a partire dal 1988, ha fatto l'enorme fortuna del suo autore, il brasiliano Paulo Coelho, vendendo qualcosa come 65 milioni di copie in ogni angolo del pianeta e avendo una diffusione che ha travalicato confini linguistici e culturali.
Opera di facile approccio, grazie alla sua veste da fiaba allegorica contornata da elementi magici, nonché in virtù di un messaggio filosofico veicolato con semplicità e chiarezza, L'alchimista mescola influenze importanti (Jorge Luis Borges in primis), misticismo e tendenze new age per raccontare il viaggio iniziatico di Santiago, un giovane pastore di origine andalusa che si lascia guidare da sogni e premonizioni in un'avventura che funziona anche da percorso di formazione.

Racconto suggestivo e ricco di simbolismi, contro ogni logica L'alchimista non è mai approdato al cinema, nonostante i tentativi della Warner Bros oltre dieci anni fa (ma Coelho non era molto disposto a veder stravolto il proprio romanzo). Nel 2008 i diritti sul libro sono stati acquistati da Harvey Weinstein, intenzionato a trarne un film in collaborazione con l'attore Laurence Fishburne, che si riproponeva di dirigere lui stesso l'adattamento; per il cast si è fatto addirittura il nome dell'affascinante Idris Elba.
Peccato che non ci sia ancora una data per l'inizio delle riprese... insomma, pare che il cammino di Santiago verso il grande schermo sia un viaggio ancora tutto da intraprendere.

9. La ruota del tempo (Robert Jordan)

images/2015/07/31/b5347c6d17f4b0c8f2171cb01888fd31.jpg

Dopo J.R.R. Tolkien, torniamo a parlare di high fantasy con La ruota del tempo, una delle saghe più lette ed apprezzate degli ultimi decenni nell'ambito del genere di appartenenza. Frutto del lavoro dello scrittore americano Robert Jordan (nome d'arte di James Oliver Rigney Jr), La ruota del tempo è comparsa per la prima volta in libreria nel 1990, con il volume L'occhio del mondo, per proseguire poi con ben altri tredici romanzi; gli ultimi tre sono stati completati dopo la morte di Jordan, avvenuta nel 2007, sulla base dei suoi appunti, e pubblicati postumi.
La saga - tanto popolare da aver generato videogame, giochi di ruolo e album musicali, ma non ancora una trasposizione televisiva o cinematografica - attinge alle antiche mitologie europee ed asiatiche, amalgamandole in un grandioso racconto corale imperniato (come da tradizione) sull'eterna sfida fra la Luce e la Tenebra, ovvero fra il bene e il male, ed è in parte ispirata anche a Guerra e pace di Lev Tolstoy.

La sua vastità e la prominenza di eventi soprannaturali e spettacolari, inclusa la distruzione quasi totale del mondo ad opera dei poteri magici dei seguaci del Signore Oscuro della situazione e una guerra civile che dura un secolo, ne fanno certamente un'impresa proibitiva.

Nel 2008 la Universal aveva opzionato i diritti sui romanzi, ma la presunta trasposizione cinematografica del primo libro si era ben presto arenata. Poi, nel febbraio scorso, incredibilmente e senza alcun preavviso, un pilot "pirata" ispirato al prologo de L'occhio del mondo è stato mandato in onda da un canale TV americano, la FXX, dietro pagamento di privati, benché i diritti sul romanzo non fossero a libera disposizione. La vedova di Jordan, che ebbe l'ardire di protestare, è stata persino querelata per diffamazione dalla FXX.
Ma abbiate pazienza, la ruota gira...

10. La torre nera (Stephen King)

images/2015/07/31/darktower.jpg

E dopo aver parlato di It, chiamiamo in causa nuovamente Mr. Stephen King per parlare di un'altra delle sue opere più amate dai Fedeli Lettori, la serie di The Dark Tower consta di ben otto volumi pubblicati nell'arco di trent'anni (il primo, L'ultimo cavaliere, è uscito nel 1982, mentre l'ultimo, La leggenda del vento, è stato pubblicato nel 2012), ed è ispirata al famoso poema di Robert Browning Childe Roland to the Dark Tower came. Dopo anni di annunci, proclami, passi indietro e cessioni di diritti, sembra finalmente che la mastodontica saga stia per approdare sul grande schermo: la Sony, infatti, ha appena annunciato anche una data di uscita.
Alla regia del progetto, che potrebbe, se tutto va bene, diventare un ampio franchise (oltre ai romanzi, infatti, c'è anche un ciclo di fumetti dedicato a imprese dei protagonisti non narrate nei romanzi), è stato chiamato il regista danese Nikolaj Arcel, già apprezzato timoniere di A Royal Affair (ossia il film che ha lanciato Alicia Vikander).

Il presupposto della storia è l'idea di una serie di universi paralleli che convergono in un luogo leggendario, appunto la Torre Nera, che rappresenta il legame tra tutti i mondi. Ma una serie di fenomeni, legati anche all'attività di un'entità oscura, il Re Rosso, rivelano che la Torre è in pericolo, e con essa tutto ciò che esiste, in ogni luogo e in ogni tempo.
Il compito del pistolero Roland Deschain è raggiungere in tempo la Torre e salvare tutti gli universi - incluso il nostro, ovviamente. Lo aiuteranno i membri del suo ka-tet, il giovane ex-tossico Eddie Dean, la fiera Susannah, l'undicenne Jake e il tenero Oy, un "bimbolo" (billy-bumbler in orginale, una sorta di incrocio tra un procione e un cagnolino). Al loro fianco, passiamo dal fantasy al western al l'horror, e attraversiamo scenari postapocalittici, futuristici, soprannaturali e familiari, andiamo da un universo all'altro fino ad incontrare persino Stephen King in persona. Un bel po' di carne al fuoco quindi, e un progetto che sembra nascere in una congiunzione non proprio positiva; ma per ora lasciateci sognare, lasciateci credere che la Sony saprà rendere giustizia a quest'opera così sentita e personale per il suo autore e così amata dai suoi lettori.
L'uscita americana di The Dark Tower è prevista per il 13 gennaio 2017.

Leggi anche: Stephen King: 10 adattamenti che vorremmo vedere al cinema o in TV

11. L'ombra dello scorpione (Stephen King)

La copertina di The Stand
La copertina di The Stand

E dopo It e La torre nera, chiudiamo il discorso su Stephen King parlandovi dell'altro indiscusso must read nella bibliografia dello scrittore, l'imponente, corale L'ombra dello scorpione - anch'esso già portato in TV nel 1994 con una miniserie non particolarmente apprezzata, dopo quasi un decennio di tentativi da parte di George A. Romero di trarne un film.
Il tenebroso romanzo post-apocalittico, incentrato su un'epidemia planetaria e sulla successiva, furiosa lotta fra il Bene e il Male combattuta dai vari gruppi di superstiti, è tornato al centro dell'attenzione nel 2011, con un piano per una trilogia prodotta dalla Warner Bros, per la cui regia sono stati chiamati in causa David Yates, Ben Affleck e Scott Cooper. Nel febbraio dello scorso anno è stata annunciata la scelta di Josh Boone come nuovo regista, ma da diversi mesi non è più trapelata alcuna novità sul progetto... che L'ombra dello scorpione sia rimasto ingabbiato, ahinoi, nell'ennesimo limbo produttivo?

Qui, se ci fosse bisogno di dirlo, speriamo non sia così. Nonostante lo scenario vasto e ambizioso, la storia di The Stand è in realtà assolutamente semplice, classica e formulaica: la sua forza sono i personaggi, un ampio e variegato novero di caratteri che si dividono su due fronti opposti, con alcune delle creature più accattivanti e amate mai uscite dalla prolifica penna kinghiana. Il silenzioso e virile Stu Redman, la volitiva Frannie Goldsmith, il rocker Larry Underwood, l'adorabile Nick Andros... e naturalmente lui, Randall Flagg (che appare, tra l'altro, anche nella saga della Torre Nera). Per il ruolo di questo formidabile villain si era reso disponibile, pare, un attore texano - un certo Matthew McConaughey.

Leggi anche: The Stand di Stephen King al cinema: immaginiamo il cast dei sogni

12. MaddAddam (Margaret Atwood)

MaddAddam
MaddAddam

Lei, Margaret Atwood, canadese, classe 1939, non è soltanto una delle regine indiscusse della fantascienza contemporanea, ma anche e soprattutto una delle scrittrici più stimate e apprezzate della narrativa anglosassone, ricompensata con alcuni dei più prestigiosi premi del suo settore. In una produzione vastissima che comprende romanzi quali Il racconto dell'ancella, Occhio di gatto e L'assassino cieco (presente nell'altro articolo che abbiamo dedicato alle fonti letterarie di possibili nuovi progetti, cosa che fa della Atwood l'unica penna presente sia per i romanzi d'autore sia per i bestseller) , tre fra i suoi più recenti successi sono i volumi che compongono la trilogia di MaddAddam, pubblicati fra il 2003 e il 2013: L'ultimo degli uomini, L'anno del diluvio e L'altro inizio.

Leggi anche: Dalla pagina allo schermo, 15 grandi romanzi ancora in attesa di arrivare al cinema

Ancora una volta, la superba immaginazione della scrittrice canadese ci rappresenta uno scenario post-apocalittico, con una terribile epidemia che ha sterminato la popolazione mondiale in una società in cui l'ingegneria genetica era sfuggita al controllo degli scienziati, provocando mostruose trasformazioni e dando origine a una specie di mutanti, i Craker. In questo scenario si muovo alcuni sopravvissuti che cercano di andare aventi aiutandosi l'uno con l'altro, mentre, attraverso le diverse prospettive, ci si aprono squarci sul passato dei protagonisti e del mondo ormai sconvolto.
Sulla base della trilogia di MaddAddam è attualmente in lavorazione una serie TV per la HBO, che dovrebbe avere l'acclamato cineasta Darren Aronofsky nelle vesti di showrunner e probabilmente di regista di alcuni episodi.

Leggi anche: Darren Aronofsky sviluppa MaddAddam per HBO

Margaret Atwood
Margaret Atwood

13. Neuromante (William Gibson)

Neuromancer di William Gibson
Neuromancer di William Gibson

Sempre a proposito di fantascienza contemporanea, Neuromante, il clamoroso romanzo d'esordio pubblicato nel 1984 da William Gibson, è considerato una pietra miliare del filone cyberpunk. Primo capitolo della cosiddetta Trilogia dello Sprawl, Neuromante racconta la missione di Case, un ex hacker in disgrazia e che accetta, per salvarsi, di partecipare ad una misteriosa missione spionistica in una società del futuro completamente dominata dalla tecnologia, per poi scrpire di essere stato manipolato da un ex colonnello senza scrupoli.

Dopo diversi tentativi naufragati tra gli anni '90 e gli Zero, nel 2010 il regista Vincenzo Natali, già autore dei chiacchieratissimi, claustrofobici e ipertecnologici Cube - Il cubo e Splice, prese in mano il progetto, per poi dichiare, un paio di anni dopo, di avere riscritto completamente la sceneggiatura con l'aiuto di William Gibson. Da allora, il silenzio; si tratta d'altronde di un progetto non facile da concretizzare senza farne un "fratello povero" di Blade Runner o di Matrix, visti i temi e il ruolo della realtà virtuale, ma che secondo noi varrebbe la pena proporre ad un pubblico ampio vista l'attualità del soggetto e la fama di cult intramontabile del romanzo.

14. The Sandman (Neil Gaiman)

Sandman: Endless Nights
Sandman: Endless Nights

Se la serie tratta da American Gods dovrebbe essere in dirittura d'arrivo già entro un anno, un altro titolo di culto nella vastissima produzione di Neil Gaiman potrebbe approdare fra non molto sullo schermo - ma in questo caso, con tutta probabilità, il grande schermo. Ci riferiamo a The Sandman, una delle serie a fumetti più acclamata degli ultimi decenni. che consta di ben settantacinque albi pubblicati fra il 1989 e il 1996.
Nel 2013, infatti, la Warner Bros ha annunciato di aver messo in cantiere un progetto per un film basato sulle graphic novel realizzate da Gaiman, con l'attore Joseph Gordon-Levitt sviluppatore principale nonché proiettato verso la regia (Levitt ha già debuttato come regista con Don Jon, e ha coperto il ruolo di produttore esecutivo per Looper).

Tutto fa pensare che Levitt voglia tenere per sé anche il ruolo principale di questo complesso adattamento, quello di Sogno, conosciuto anche come Morfeo, una sorta di divinità ambigua e tenebrosa che popola con le sue creature i sonni dell'umanità, e che ha un ruolo importantissimo nella storia della letteratura e della creatività - uno degli albi più acclamati e premiati di The Sandman è quello che racconta del "patto" tra Sogno e William Shakespeare.
Sogno è solo uno degli Eterni, che personificano gli umani aneliti e sventure; ha un legame molto forte con la sorella maggiore, Morte, che ha l'aspetto di una ragazza molto carina, pallida e magra ma solare e piuttosto divertente. Poi c'è l'ermafrodita e insidioso Desiderio, che complotta contro Sogno con la sua gemella Disperazione; la minore della famiglia, Delirio (che un tempo era Delizia), è particolarmente affezionata invece a suo fratello Distruzione, che si è allontanato dagli altri Eterni e, come ben sappiamo, gira per il mondo. Distante dagli altri, distaccato dalle loro passioni, è il maggiore degli Eterni, il misterioso Destino.

Ma non sono solo loro i protagonisti di questa incredibile saga, che propone infiniti, diversificati e affascinanti subplot, scenari onirici, e tanti personaggi umanissimi toccati dalla magia di Sogno. Una base formidabile per un cinecomic ambizioso e dal grande impatto visivo, e questo è proprio quanto ha promesso Gordon-Levitt due mesi fa, parlando del suo adattamento di The Sandman: il pubblico può aspettarsi un film spettacolare, nonostante le difficoltà di articolare una storia indipendente partendo da un universo tanto vasto e complesso.

The Snadman: una rappresentazione di Dream
The Snadman: una rappresentazione di Dream

15. Ubik (Philip K. Dick)

Ubik di Philip K. Dick
Ubik di Philip K. Dick

A proposito di fantascienza in campo cinematografico, l'incontestabile nume tutelare del genere rimane senz'altro Philip K. Dick: autore estremamente prolifico, scomparso nel 1982 a cinquantratré anni, grazie al suo approccio rivoluzionario alla narrativa sci-fi Dick ha offerto - e continua a offrire - materiale narrativo in abbondanza a numerosi cineasti. Basti pensare che sono stati suoi romanzi e racconti a costituire la base di alcuni fra i maggiori classici della fantascienza cinematografica: da un capolavoro assoluto come Blade Runner di Ridley Scott, uscito nelle sale subito dopo la scomparsa di Dick, ad Atto di forza di Paul Verhoeven, dallo spielberghiano Minority Report fino al più sperimentale A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare di Richard Linklater; ed è imminente l'arrivo di una serie TV, intitolata The Man in the High Castle e prodotta da Amazon studios, tratta dal suo celebre La svastica sul sole.

Può suscitare un certo stupore, quindi, che uno dei libri più acclamati nella produzione di Philip K. Dick non sia mai approdato al cinema o in TV: ci riferiamo a Ubik, pubblicato nel 1969 e selezionato da Time nella classifica dei cento capolavori letterari dell'ultimo secolo. Opera visionaria e allucinata, in cui i canoni della fantascienza sconfinano nel postmodernismo, Ubik è ambientato in una società futuristica in un immaginario 1992, in cui la spietata lotta fra le multinazionali viene consumata mediante l'utilizzo di poteri paranormali; e in questa guerra commerciale, il tecnico Joe Chip si ritroverà trascinato suo malgrado in una spirale di orrore e di morte.
Dick stesso venne ingaggiato negli anni Settanta per scrivere una sceneggiatura dal suo romanzo, rimasta però inutilizzata. Nel 2011 il progetto di un film tratto da Ubik pareva finalmente destinato ad andare in porto, con il regista di Se mi lasci ti cancello Michel Gondry al timone, ma dopo anni di indiscrezioni il regista francese ha annunciato di aver rinunciato a un'impresa ritenuta troppo complessa: Ubik non avrebbe, infatti, la struttura drammatica adatta a farne un film. E se lo dice Gondry... noi non ci crediamo lo stesso.
Finché c'è libro, c'è speranza.

Leggi anche: Michel Gondry abbandona Ubik