Recensione Ocean's Twelve (2004)

Il film ha la stessa patina cool del predecessore ma non la medesima compattezza, e cerca l'effetto comico con minore misura e discrezione, incorporando vere e proprie parentesi slapstick.

Comici ma belli

Ocean's Eleven, divertissement lieve e raffinato con cast stellare (ma sottocosto), aveva dato il la al ciclo di collaborazioni tra i due grandi amici George Clooney e Steven Soderbergh, proseguito in seguito con vari lavori che hanno visto i due impegnati alla regia o alla produzione - tanto che qualcuno ha voluto vedere in loro i nuovi fratelli Coen.
Ma Joel Coen e Ethan Coen non hanno mai dato ascolto alle sirene dei sequel - probabilmente anche perché i loro risultati al botteghino non sono mai stati tali da giustificarne - mentre per la banda di Ocean l'idea di ripetere l'esperienza risale già al periodo di promozione dell'originale. Secondo Brad Pitt è stato Soderbergh, sedotto da Roma durante il tour di presentazione europeo di Eleven, a proporre il sequel; e sempre a sentire l'Achille di Troy e soci, il gruppo è pronto per Ocean's Thirteen...

Il secondo episodio di questo nuovo, scintillante franchise, vede la banda di Ocean costretta a rimettersi all'opera per restituire quando sottratto a Terry Benedict (Andy Garcia), che li ha scovati grazie ad una misteriosa soffiata. Naturalmente tutti (tranne l'acuto speculatore Reuben Tishkoff, intepretato deliziosamente dal grande Elliot Gould)
hanno dilapidato la loro parte del bottino, e il piano è di recuperare il malloppo grazie all'inconsapevole generosità di svariati possidenti in diverse capitali europee. Ma i dodici valorosi troveranno sulla loro strada un altro degno avversario, niente meno che il migliore ladro del mondo, che ha visto come un affronto il loro trionfo al casinò di Bellagio: il suadente François Toulour, noto all'Europol come Night Fox - che ha il volto di Vincent Cassel.
Di qui prende le mosse una sceneggiatura caratterizzata dalla totale assenza della minima verosimiglianza poliziesca (ed extra-poliziesca), colpi di scena imprevedibili nella loro lampante assurdità e trovate irresistibili quanto ridicole. A rendere questo pasticcio piacevole c'è una regia di gran classe, infinitamente modulata e capace di regalare ad ognuna delle numerose stelle il giusto splendore: i protagonisti, dal canto loro, ci mettono fascino, eleganza e la chimica autentica che un gruppo affiatato garantisce.

Nel complesso il film ha la stessa patina cool del predecessore ma non la medesima compattezza, e cerca l'effetto comico con minore misura e discrezione, incorporando vere e proprie parentesi slapstick; alcune gag, tuttavia, sono memorabili e originali, e se quel che si cerca è il puro divertimento e non lo spessore cinematografico, due ore dedicate a Ocean's Twelve non saranno due ore da rimpiangere.

Movieplayer.it

3.0/5