Clooney a Berlino per Syriana

Bagno di folla e di domande per il divo Hollywoodiano, che si conferma tra i più amati dal pubblico internazionale e una delle star più attese di questa edizione del festival.

Il primo evento speciale fuori concorso di questa 56° edizione del Festival di Berlino è Syriana, già accolto con giustificato entusiasmo (e diverse nomination e premi) negli Stati Uniti e atteso nelle sale italiane a partire dal 24 febbraio.
Presenti alla conferenza stampa del film anche gli interpreti Jeffrey Wright e Alexander Sidding e il regista e sceneggiatore Stephen Gaghan, ma le domande (spesso seguite da vere e proprie dichiarazioni d'amore) sono tutte per lui, George Clooney il divo che in pochi mesi si è conquistato il titolo di coscienza di Hollywood. Clooney con grande simpatia ed (auto)ironia
risponde con gentilezza a tutti, perfino ad un giornalista che, per motivi non meglio precisati, ancora richiede chiarimenti su una specifica scena di Ocean's Twelve (Certo che Julia Roberts sapeva della presenza di Bruce Willis nel film, la sopresa che vedete sul suo volto è recitazione, Julia è un attrice ed è fondamentalmente per quello che si trova nel film).

Definisce Syriana come un classico american spy thriller dalla gestazione molto difficile e che ha richiesto grandi sacrifici (lo stesso attore è ingrassato 15 chili in 30 giorni, persi poi non con altrettanta facilità Il segreto di perdere velocemente il peso di troppo? Cocaina, anfetamine, droghe di tutti i generi ovviamente... lo consiglio a tutti, mi raccomandolo fatelo anche voi a casa) ma di grande importanza perchè si tratta di un film scomodo, un film che ricorda il cinema americano di denuncia sociale degli anni '70 solo che "allora erano tantissime le pellicole sul Vietnam e sullo scandalo Watergate, adesso ci sono film con temi diversi ma lo scopo sempre è lo stesso, permettere alla gente di porsi delle domande e di non accontentarsi semplicemente di quello che viene raccontato loro dal governo o dai media. Forse l'unico aspetto positivo della nostra situazione attuale è proprio che si sta tornando a parlare di politica anche al cinema".
Sulle nomination Oscar dice invece di non nutrire alcuna speranza
("è l'anno di I segreti di Brokeback Mountain, forse avremmo dovuto anche noi intepretare dei cowboy") ma d'altronde ammette con traquillità che "l'importanza di queste nomination non è certo il poter vincere ma il conferire una maggiore visibilità a film piccoli come Syriana o il mio film precedente Good Night, and Good Luck".

Stephen Gaghan invece un Oscar l'ha già vinto per la sceneggiatura di Traffic ma è anch'egli convinto che per quanto riguarda Syriana la più grande vittoria sia già avvenuta : "Provate a proporre ad uno studios un film girato in cinque lingue e su quattro continenti che abbia come tema la crisi petrolifera e politica estera e vedrete la loro reazione. Certo poter avere nel cast Clooney, Damon o Wright ha aiutato e speriamo che anche la risposta del pubblico sia positiva.