Claudio Amendola, l'amicizia e lo sport: arriva La mossa del pinguino

A pochi giorni dall'uscita in sala del suo primo film da regista abbiamo fatto una chiacchierata con il simpatico attore romano che ci ha parlato del film, di sé e delle sue passioni non senza tradire un pizzico di emozione per questo debutto lungamente atteso.

Troupe che vince non si cambia. Lo sa bene Claudio Amendola che dopo dieci anni di lavoro intenso sul set de I Cesaroni ha voluto la squadra al suo servizio anche per le riprese de La mossa del pinguino, il film presentato in anteprima lo scorso novembre al Torino Film Festival in uscita il prossimo 6 marzo nelle sale distribuito da Videa, che segna il suo debutto dietro la macchina da presa. Ed ora che il film sta per uscire ci si sdoppia nuovamente e si torna al ruolo di attore sul set de I Cesaroni 6, per una nuova stagione e nuove avventure. La storia de La mossa del pinguino è di quelle un po' pazze, di quelle che non ti aspetti, ma soprattutto prende ispirazione da una storia vera. Edoardo Leo (anche co-sceneggiatore del film), Ricky Memphis, Antonello Fassari e Ennio Fantastichini sono i protagonisti di questa commedia sentimental-sportiva che racconta il sogno olimpico di quattro uomini un po' sgangherati che scoprono per caso l'esistenza del curling e si convincono di poter partecipare alle Olimpiadi Invernali. Siamo nel 2005, alla vigilia dei Giochi Invernali di Torino, e l'Italia, in qualità di paese ospitante ha diritto ad avere una squadra qualificata. Tra allenamenti tragicomici, cavilli di regolamento e qualche illusione di troppo alla fine i quattro cavalieri del ghiaccio lucidato con le scope ("se questo è 'no sport io e te semo i campioni del mondo" suggerisce Ricky Memphis a Edoardo Leo che interpretano due operai in una ditta di pulizie) finiscono per convincersi che l'impresa sia davvero possibile. Un film divertente, sognatore, che attraverso lo sport vuole riflettere sull'amicizia, sulla voglia di riscatto, sul presente, alla società di oggi e a tutte le sue contraddizioni.

Mancano pochi giorni ormai all'uscita nei cinema de La mossa del pinguino, qual è il tuo stato d'animo in questi momenti di vigilia?
Sono agitatissimo, non sto nella pelle, già a Torino mi tremavano le mani durante la conferenza stampa ma ora sto molto peggio (ride). E' un'emozione fortissima per me soprattutto perché ricevo continuamente riscontri positivi e conferme che mi fanno comunque pensare positivo. In questo periodo sto parlando con molte persone che hanno già visto il film e l'ottima accoglienza mi sta rasserenando. I tanti anni di televisione che ho fatto mi hanno insegnato a non cadere nella trappola dell'ansia da botteghino, un nervosismo inutile, è sbagliato preoccuparsi in anticipo.
Una storia oltre che sullo sport anche sull'amicizia. Quanto contano gli amici veri nella tua vita?
Conta tanto, da sempre, soprattutto conta il fatto che le amicizie importanti restano al di là del tempo che passa, che per motivi contingenti e lavorativi spesso purtroppo divide e in qualche modo allontana. Avere la certezza assoluta di poter contare su certe persone che magari non senti da mesi ma che sai che sono sempre lì per te se hai bisogno è importantissimo, fondamentale dire. Con i miei amici ho condiviso tanto della mia vita con i miei amici, c'è l'amicizia che non finisce mai ma qualche volta l'esito non è stato positivo, ho imparato che per un'amicizia che finisce ce n'è sempre una pronta a nascere. Non pensavo che fosse così facile farsi dei nuovi amici in età più matura e invece se ne sono aggiunte di molto interessanti.
Il tuo è un film che fa molto ridere oltre a far riflettere sulla realtà di oggi, quanto ti ha aiutato nel lavoro l'ironia e il saper sdrammatizzare anche nelle situazioni più difficili?
Diciamo che è stato fondamentale, spesso quella di buttarla sulla risata è l'ultima cosa che ti rimane da fare ma è comunque sempre molto importante riuscirci, la frase "una risata vi seppellirà" me la vorrei tatuare. E' proprio imparando a sdrammatizzare molte cose con gli anni sono diventate più facili, solo dopo averci scherzato su certe questioni e certe situazioni sono divenute più facili da analizzare e ragionarci sopra è stato assai più proficuo. Poi certo, quando una soluzione non c'è che vuoi fare, si deve voltare pagina e andare avanti. Anche nelle cose serie è importante saper sdrammatizzare, un lavoro come quello che faccio io lo puoi vivere bene solo se non ti prendi troppo sul serio e non ne fai una questione di vita o di morte. E' una fortuna avere l'opportunità di fare quel che ti piace fare ed è una fortuna anche saperla cogliere, parte tutto da lì.
Ti senti più fortunato o più bravo?
Io faccio un lavoro meraviglioso e cerco di non dimenticarmi mai di quanto questa cosa mi renda felice. Non voglio fare quello umile, anzi, sinceramente penso di essere assai meno umile di quel che sembra, però allo stesso tempo sono onesto con me stesso, mi riconosco sia i limiti sia le qualità, ma soprattutto riconosco l'importanza di una buona dose di fortuna in ogni cosa. Certo è che quello che faccio io nella vita è assai meno importante di quello che fanno i medici e i missionari, per esempio.
Tornando alle tematiche sportive, La mossa del pinguino è un film che affronta il tema dello sport, della concezione di 'squadra' e della lealtà sportiva. Qual è la tua opinione, da addetto ai lavori e tifoso, riguardo ai provvedimenti presi nei confronti delle curve romaniste per i cori razzisti?
A mio parere sono provvedimenti miopi e decisamente poco risolutivi, dimostrano la incapacità italiana di risolvere i problemi alla radice e sono fonte soltanto di ulteriori scontri. Allo stesso tempo però non posso non criticare il muro contro muro da parte delle frange estreme, perché quest'atteggiamento è tutt'altro che costruttivo e lesivo nei confronti dei tifosi tutti e della squadra che si troverà ad affrontare sfide importanti senza il supporto della tifoseria. Ritengo che siano molto più gravi gli striscioni su Superga visti sugli spalti durante il derby di domenica sera tra Juventus e Torino.
So che al momento sei sul set de I Cesaroni 6 le cui riprese sono iniziate qualche settimana fa, com'è stato tornare sul set da attore dopo l'esperienza da regista?
Sono tornato con la coda tra le gambe, zitto zitto, a fare l'attore. La troupe che ho avuto sul set de La mossa del pinguino è la stessa de I Cesaroni e quindi sono stati fondamentali per la lavorazione e i primi giorni di riprese tutti noi abbiamo molto scherzato su questo aspetto. All'inizio ho sofferto un po' di sdoppiamento di personalità (ride) ma vista l'atmosfera di grande familiarità tutto è stato molto più indolore. Un po' mi veniva naturale dare indicazioni ma è anche vero che sul set de I Cesaroni ho sempre avuto un ruolo particolare con tutti e in questo senso il trauma è stato molto meno grave (ride).
La mossa del pinguino affronta il tema del riscatto, del sogno, della voglia di farcela e di andare avanti reinventandosi e mettendosi in gioco continuamente, anche in maniera fantasiosa. Ti consideri una persona più pragmatica o ti lasci anche tu trasportare sulle ali della fantasia?
Sarebbe molto bello poter vivere di fantasia ma è innegabile che in questo momento la parola d'ordine per questo Paese sia 'concretezza'. La fantasia purtroppo rischia di scontrarsi con un mondo e con una società che ne ha poca, ma penso che vada comunque sempre coltivata perché è alla base del sogno e senza i sogni la vita non è nulla.
Come hai visto La mossa del pinguino di Renzi?
La vedo da spettatore interessato, è stata quello che noi a Roma definiremmo 'na mandrakata, citando Febbre da cavallo, e adesso è venuto il momento di vestire i panni di Mandrake perché altrimenti quelle pronunciate in questi giorni rimangono tutte parole al vento. E' stato onesto nell'assumersi la responsabilità di guidare il Paese ma adesso a maggior ragione deve agire e mettere in pratica tutto quello che finora è stato detto. Credo ci sia in questo momento un'acredine generalizzato nei suoi confronti e non sarà facile per lui, non sono un suo elettore ma tifo per l'Italia e quindi se ce la farà io sarò contentissimo.
Hai già in mente un'idea per il tuo secondo film che ti stuzzica più delle altre?
Ho quattro o cinque storie sul mio tavolo, un paio mi garbano particolarmente ma penso che il secondo film sia più difficile del primo, va ponderato bene e per questo ci vorrà del tempo. Aspetto con ansia che esca questo e poi, piedi con i piedi ben saldi per terra inizieremo a pensarci, per il momento mi consolo con le centocinquantamila visualizzazioni del trailer su Youtube, che non sono poche. Incrociamo le dita e speriamo bene.