Recensione Il nascondiglio del Diavolo (2005)

Tecnicamente nella media, inutilmente patinato a tratti, ma sempre privo di eleganza, visiva e narrativa, senza ironia, creatività e personalità, e cultimante in un colpo di scena surreale quanto prevedibile, dubitiamo che 'Il nascondiglio del diavolo' possa interessare anche gli appassionati del genere a cui appartiene.

Chi è sepolto in quella cava?

Il cinema ci ha abituati all'idea di avere sempre più film che affrontano argomenti simili nello stesso periodo, quindi non ci stupisce che a poco più di un mese dall'uscita italiana di The Descent - discesa nelle tenebre, i distributori italiani ci portano ancora una volta nel sottosuolo terrestre.
Questa volta a guidarci è il regista Bruce Hunt, nel suo Il nascondiglio del diavolo.

Dopo un prologo cinquanta anni prima in Romania, dove una spedizione scopre una chiesa da cui si accede a un complesso di caverne sotterranee, il film si sposta ai giorni nostri, seguendo un gruppo di sub che viene convocato proprio in Romania per esplorare le grotte.
Nel sottosuolo, i protagonisti del film troveranno delle creature ostili, dei predatori pronti ad dar loro la caccia.

Il film attinge a molti suoi predecessori del genere, non per ultimo Alien, ma per l'atmosfera di molte scene, e forse per la vicinanza temporale delle uscite, non possiamo non pensare al film di Neil Marshall citato all'inizio.
Ma se Marshall aspetta un'ora abbondante per far arrivare i mostri, un'ora che gli serve per costruire la tensione, accrescere la claustrofobia e l'angoscia, Hunt non è interessato a farlo, o forse non ne è capace, e il risultato è un film dal ritmo veloce e sbrigativo, che non vuole, o forse non riesce, a scavare in profondità nello spettatore. Troppa tecnologia in gioco, troppi luoghi comuni, troppi personaggi appena appena abbozzati, che vorrebbero essere cool ma sono poco simpatici e mal interpretati, per poter suscitare empatia nel pubblico.
Tecnicamente nella media, inutilmente patinato a tratti, ma sempre privo di eleganza, visiva e narrativa, senza ironia, creatività e personalità, e culminante in un colpo di scena surreale quanto prevedibile, dubitiamo che Il nascondiglio del diavolo possa interessare anche gli appassionati del genere a cui appartiene.

La carriera di Hunt, da effettista in Dark City a regista della seconda unità per Matrix Reloaded e Matrix Revolutions, fino all'esordio nella regia in questo film, mostra chiaramente che non tutti quelli che lavorano nel cinema possono arrivare ad essere autori.

Movieplayer.it

1.0/5